lunedì 25 dicembre 2017

Al Teatro della Pergola Mariti e mogli dal 27 dicembre


27 dicembre 2017 – 2 gennaio 2018 | Teatro della Pergola
(ore 20:45, domenica 31 dicembre in abbonamento ore 15:45, fuori abbonamento ore 20:30; riposo lunedì 1 gennaio)
ArtistiAssociati
in collaborazione con Pierfrancesco Pisani, Parmaconcerti
Monica Guerritore, Francesca Reggiani
MARITI E MOGLI
tratto dall’omonimo film di Woody Allen
adattamento e regia Monica Guerritore
con Ferdinando Maddaloni, Cristian Giammarini
e con Enzo Curcurù, Lucilla Mininno, Malvina Ruggiano, Angelo Zampieri
scene Giovanni Licheri, Alida Cappellini
costumi Valter Azzini
luci PaoIo Meglio
traduzione Giorgio Mariuzzo
aiuto regia Lisa Angelillo
direttore di allestimento Marco Parlà
direttore di scena Giovanni Ippoliti
fonico Paolo Baldini
sarta Paola Landini
assistente alla regia Ludovica Coni Nievo

Durata: 1h e 40’, atto unico.

Un girotondo in cui Cupido (bendato e sbadato) si diverte a scagliare frecce, far nascere amori, divorzi e non solo. Per le feste di Natale al Teatro della Pergola di Firenze, da mercoledì 27 dicembre a martedì 2 gennaio, arriva Mariti e mogli, un travolgente Woody Allen alle prese con uno dei suoi argomenti preferiti, la crisi di coppia, adattato e diretto da Monica Guerritore, che lo interpreta con Francesca Reggiani.
Mariti e mogli è un incontro di piccole anime che, sempre insoddisfatte, girano e girano – afferma Monica Guerritore – intrappolate nella loro insoddisfazione cronica di una banale vita borghese. Una notte tempestosa, i personaggi costretti da tuoni e lampi in una sala da ballo, un luogo che con il passare della notte si riempie di storie, oggetti, musica, pianti, amori e liti”.
Domenica 31 dicembre doppia replica: ore 15:45 in abbonamento, ore 20:30 fuori abbonamento. Una produzione ArtistiAssociati, in collaborazione con Pierfrancesco Pisani, Parmaconcerti.

Nel 1992 usciva al cinema il film Mariti e moglidi Woody Allen, l’ultimo realizzato prima della fine della relazione con Mia Farrow dopo lo scandalo di Soon-Yi Previn, figlia adottiva della Farrow e ora moglie del regista. Nel cast Mia Farrow, Sidney Pollack, Judy Davis, Liam Neeson, Juliette Lewis e lo stesso Allen.
Ora quel film è diventata una pièce teatrale che va in scena per le feste di Natale al Teatro della Pergola di Firenze, da mercoledì 27 dicembre a martedì 2 gennaio (domenica 31 dicembre doppia replica: ore 15:45 in abbonamento, ore 20:30 fuori abbonamento). Una versione adattata per il palcoscenico da Monica Guerritore, con al centro le crisi coniugali e i tradimenti, gli argomenti preferiti di Woody Allen.
Sul palco Monica Guerritore e Francesca Reggiani, per la prima volta insieme, interpretano le mogli. I mariti sono Ferdinando Maddaloni e Cristian Giammarini, insieme sul palco con Enzo Curcurù, Lucilla Mininno, Malvina Ruggiano, Angelo Zampieri. Una produzione ArtistiAssociati, in collaborazione con Pierfrancesco Pisani, Parmaconcerti.

“L’incipit e anche lo svolgimento ricorda Scene da un matrimonio di Bergman – racconta Monica Guerritore – ed è questo il motivo per cui Woody Allen mi ha concesso di adattare il suo film. All’inizio ho fatto una scheda spiegando che avrei trasformato il posto dove ci si riuniva in una sala da ballo, visto che non potevo ricreare Manhattan. Il suo avvocato aveva detto di sì, ma quando Allen ha avuto sotto mano il copione, ha detto di no. Ero disperata. Poi l’ho convinto attraverso un amico che lavorava con lui: le parole Bergman, Strindberg (perché ho fatto tanto Strindberg) e Scene da un matrimonio l’hanno convinto”.

Tradendo quindi le location realistiche del film, lo spettacolo evoca, nel solo palcoscenico trasformato in sala da ballo, i tanti luoghi delle vite coniugali. Nella simultaneità delle relazioni e degli intrecci clandestini, delle rotture e improvvise riconciliazioni, trapelano le piccole altezze di questi esseri umani. L’improvviso perdersi in danze all’unisono su musiche da Louis Armstrong a Etta James, rivela là, sul fondo, Čechov e il tempo che intanto scivola via.

“Il nostro Mariti e mogli – interviene Francesca Reggiani – è un girotondo di amori e amanti in cui Cupido, qui piuttosto sbadato, si diverte a scagliare frecce. Un bancone di un bar, una zona dove due poltrone creeranno un letto, due tavolini accostati per poter mangiare tutti insieme e poi riprendere le lezioni di ballo, le relazioni o i divorzi mentre arriva l’alba. Le dinamiche matrimoniali saranno affrontate in quella sala. È lì, in quella notte, che le insofferenze, i tradimenti e i desideri verranno rivelati, mentre (in segreto) ogni personaggio si aprirà in improvvise confessioni fatte al pubblico per averne comprensione e approvazione”.

Il jazz immerge immediatamente lo spettatore nel clima di Woody Allen, mentre Strindberg e Bergman vengono evocati nelle dinamiche tra mariti e mogli, la danza e il vino e la notte liberano il corpo e le sue energie. Il resto è l’eterno racconto dell’amore.

“Il teatro è una delle forme comunicative più forti – conclude Monica Guerritore – per via dell’energia della comunicazione corpo a corpo, non c’è travisamento né forzatura. In un mondo in cui non c’è necessità di cronaca, documentario, di far vedere le cose come sono, ma di trasfigurarle per far arrivare al pubblico un messaggio attraverso la visione artistica, il teatro è la chiave di volta. I rapporti tra mariti e mogli sono trasfigurati nel nostro spettacolo ed è questo che li rende riconoscibili a noi tutti. Sono persone come noi, non c’è nessuna finzione”.

 Nicoletta Curradi 

venerdì 22 dicembre 2017

Gli Stati Generali di Coldiretti Toscana


Si chiude un anno drammatico segnato da siccità,
alluvione ed incendi con danni per oltre 400 milioni 





E’ questo il giudizio di sintesi di Coldiretti Toscana sul 2017 che volge alla fine. Un anno drammatico per le campagne toscane segnate da eventi calamitosi che hanno inciso pesantemente sulle produzioni. Secondo le stime dell’organizzazione la plv agricola quest’anno si fermerà a 2milioni e350mila euro con un calo del 9,6% rispetto al 2016 che fu anch’esso un anno di crisi. Ma intanto continuano ad essere oltre la percentuale media nazionale aziende giovani ed in rosa.
Riuniti oggi a Firenze gli Stati Generali di Coldiretti Toscana con l’Assessore Marco Remaschi hanno tracciato il quadro di sintesi dell’annata trascorsa e rilanciato proposte e progetti per il futuro.
La siccità  ha segnato la Toscana ed ha lasciato ferite profonde, stimate dalla Regione in 428milioni di euro, colpendo in modo pesante un po’ tutti i settori ed in particolare seminativi, ortofrutta, miele ma anche vino ed olio. Il settore che porta il segno positivo è quello floro-vivaistico che, sebbene stabile nelle produzioni, ha visto un forte rialzo dell’attività commerciale con un +10%. Altro settore che segna un +8% nel 2017 è l’agriturismo cresciuto in termini di imprese e di recettività confermandosi leader nazionale con 4530 strutture, un quarto di quelle presenti a livello nazionale.
Nel complesso il valore della produzione agricola regionale nel 2017 dovrebbe attestarsi intorno ai 2.350 milioni di euro, con un calo del 9.6% rispetto ai 2.600 milioni di euro 2016 che fu già un anno di flessione. La composizione della PLV Agricola vede al vertice il floro-vivaismo con oltre 30% e 760 milioni di euro, unico settore ad avere il segno positivo, seguito dagli allevamenti al 22% con 540 milioni di euro, poi i seminativi al 16% con 380 milioni di euro, che hanno subito un vero e proprio tracollo. Discorso a parte merita il settore vitivinicolo che seppure ha subito una perdita nelle uve raccolte del 36% la plv è scesa solo del 12% perché le quotazioni hanno subito rialzi significativi per le diverse denominazione dal 20% fino anche al 40%. Con una grande richiesta di export che sale di 5 punti percentuali. 15% con 390 milioni di euro. Le proiezioni per l’olio restano intorno al meno 4% con contributo in termini di plv di 100 milioni di euro
Sul versante occupazionale a fronte di un leggero calo in termine di operari agricoli assunti, si ha un incremento delle aziende agricole iscritte ad Inps. Significativo resta l’apporto delle donne che vede alla guida di circa il 40% delle imprese autonome. Pure significativa la presenza di titolari under 40 che salgono al 16.5% delle imprese agricole
“Nonostante quest’annata drammatica possiamo segnare alcuni risultati raggiunti. Segnali di nuove opportunità vengono dalle norme introdotte sulla origine obbligatoria in etichetta per latte e derivati, per la pasta e presto per il pomodoro – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – Dal 19 Aprile 2017 è in vigore l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per il latte UHT ed i prodotti lattiero-caseari. Il prossimo 17 Febbraio 2018 scatta l’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta del grano utilizzato per la pasta, e siamo in attesa della pubblicazione del decreto sul pomodoro per l’indicazione obbligatoria su conserve, sughi e derivati – continua Marcelli – che vanno nella direzione  di tutelare il vero Made in Italy”.
“Diverse sono, comunque, le questioni aperte su cui Coldiretti sta lavorando, come l’insostenibile situazione dei danni arrecati dalla fauna selvatica e dai predatori.  - sottolinea Antonio De Concilio Direttore di Coldiretti Toscana – Son problematiche che trovano ulteriore esasperazione anche perché le aspettative sulla ripresa dalla crisi che ha duramente colpito l’Europa e l’Italia negli ultimi anni, sono rimaste parzialmente disattese anche nel 2017. Così come le altre economie regionali, anche quella toscana continua a risentire degli effetti della recessione”.  
La situazione congiunturale nel settore agricolo presenta una condizione di difficoltà. “Nonostante ciò, l’agricoltura resta un settore di punta dell’economia regionale – continua De Concilio - svolgendo funzioni di ordine economico, ma anche ambientale e sociale, garantendo un presidio costante sul territorio e la salvaguardia ambientale, ostacolando la disgregazione delle comunità rurali e favorendo la coesione sociale. Anche sul piano strettamente economico, il valore aggiunto a valle della filiera diviene straordinario, se si pensa al solo valore di esportazioni come quella vinicola con cui si superano i 900 milioni di euro, e che l’export regionale presenta una significativa quota agro-alimenatare di oltre 2000milioni di euro pari al 23% del totale delle esportazioni regionali”.
Il 2018 vedrà Coldiretti impegnata nell’espansione del progetto di Campagna Amica, una rete di vendita diretta che nella sola Toscana ha toccato il tetto dei 390.000 acquisti da parte dei cittadini, presso i 75 mercati presenti sul territorio regionale. In pratica un toscano su dieci ha fatto almeno una volta la spesa nei mercato targati Coldiretti che sviluppano un giro di affari 11milioni e 700mila euro.
Buone notizie per il settore agricolo arrivano dalla manovra di bilancio 2018, che procede nell’iter parlamentare, con lo  storico via libera allo street food contadino dal campo alla tavola e le altre importanti misure come la conferma per la decontribuzione per giovani agricoltori, l’introduzione del “bonus verde” e la sterilizzazione delle aliquote Iva.

FLOROVIVAISMO
In Toscana risultano censite circa 3.600 aziende florovivaistiche che operano su una superficie di 7.500 ettari ripartiti tra vivaismo (6.500 ha) e floricoltura (1.000 ha). Rappresentano il 3,4% delle aziende agricole totali, solo lo 0.9% della Sau toscana, ma contribuiscono per circa il 30% al valore della produzione agricola regionale. Nel 2017 la produzione è stata stabile con un leggero calo della floricoltura. Forte incremento delle vendite rispetto al 2016 con +10%.

VITI-VINICOLO
Le superficie vitate nella Toscana sono oltre 58mila ettari con una produzione di circa 3milioni e 500mila quintali di uve che vengono trasformati in 2milioni e 800mila ettolitri di vino. Quest’anno la produzione di vino si ferma introno a 1milione e 700mila ettolitri.  La Toscana rappresenta il 6.3% del vino italiano attestandosi come sesta regione per produzione. Oltre il 70% dei vini è venduto sui mercati esteri (export 900 milioni di euro). In pratica una bottiglia su cinque di vino italiano bevuta oltre confine, viene dalla Toscana. Produzione di uva 2017 -36%.

ALLEVAMENTO BOVINO
Gli allevamenti bovini in Toscana si confermano fortemente orientati alla produzione della carne. Risultano censiti  88800 capi bovini. Sono circa 3000 le aziende agricole orientate alla produzione di carne e poco più di 200 quelle che producono latte. Tra i capi macellati la percentuale dei capi nati e allevati in Toscana è pari al 40%. Tralasciando i capi che sono introdotti per la sola macellazione (circa il 18%, quasi tutti di provenienza francese), una percentuale rilevante (circa il 42%), è rappresentata da capi macellati dopo l'ingrasso in aziende toscane. In Toscana si assiste ad un progressivo decremento delle aziende che producono latte bovino, ad oggi sono 211 stalle con 11.799 vacche da latte ed una produzione  di 580.000 q.li di latte. Quest’anno si è registrata una minore produzione di latte a causa della siccità ed un aumento dei costi di produzione.

ALLEVAMENTO OVINO
Sono 1.100 le aziende ovicaprine che contribuiscono alla produzione dei 550mila quintali di latte regionale, che in gran parte viene conferito ai caseifici e in minima parte viene lavorato direttamente dall’allevatore.

GRANO DURO E TENERO
La superficie investita a grano è scesa a 80.000 ettari dei quali 57.000 a grano duro e 23.000 a tenero. Sono circa 7.500 le imprese agricole interessate. Quest’anno la produzione è crollata del 40% a fermandosi 2,2 milioni di quintali. Gli ettari seminati a grano sono diminuiti del 26%.

OLIVICOLTURA
L'oliveto toscano copre 91.500 ettari (l’11% della superficie agricola regionale) con 48mila aziende agricole che caratterizzano fortemente il paesaggio. Mediamente vengono prodotti circa 170mila quintali di olio. Quest’anno la produzione è molto diversificata con un calo medio del 30% attestandosi intorno a 120 mila quintali di olio. Le rese particolarmente elevate hanno compensato in parte il calo produttivo.


Nicoletta Curradi 

In un volume il ricordo dell'alluvione del '66 per gli Uffizi

Il 21 dicembre - anniversario della riapertura degli Uffizi a solo sei settimane dall’alluvione del novembre del ’66 - in San Pier Scheraggio, è stato presentato il volume Gli Uffizi, la città e l’Arno. Ugo Procacci, Giuseppe Marchini e la Soprintendenza Fiorentina nel 1966, a cura di Maria Matilde Simari e Gioia Romagnoli, con testi e ricerche di Gabriele Barucca, Laura Pacciani, Gioia Romagnoli, Maria Matilde Simari, edito da Sillabe.



“La riscoperta di un dattiloscritto di Giuseppe Marchini nella biblioteca delle Gallerie degli Uffizi, intitolato opere d’arte danneggiate a Firenze e in provincia e redatto subito dopo l’alluvione del 1966 e nei mesi successivi” scrive Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi “è stata l’occasione per riaprire le vecchie ferite di quel periodo, ma anche per comprendere l’eroismo e l’abnegazione di studiosi e funzionari – Marchini stesso, Ugo Procacci, Luisa Becherucci solo per fare qualche nome, oltre a un piccolo esercito di restauratori, custodi, volontari – che a poco più di vent’anni dalla fine della guerra si trovava a fronteggiare un disastro non minore di quello delle bombe e delle razzìe nemiche”.

Il volume è stato promosso dalle Gallerie degli Uffizi perché racchiude testi e ricerche di particolare significato per la conoscenza del patrimonio artistico fiorentino: quello conservato nelle Gallerie e anche quello presente nell’area comunale e nei dintorni.
Il nucleo del libro è il dattiloscritto inedito redatto a metà del 1967 da Giuseppe Marchini, all’epoca vice soprintendente e dunque stretto coadiutore di Ugo Procacci durante l’alluvione del 4 novembre e nei faticosi successivi mesi di riorganizzazione e di ricognizioni su un patrimonio artistico devastato.
Il dattiloscritto fornisce le coordinate per conoscere in modo analitico la situazione del patrimonio artistico dopo la tragedia, esaminando ogni luogo, ogni museo, ogni chiesa, opera per opera. Gli elenchi minuziosamente studiati, analizzati e corredati di foto costituiscono così il primo repertorio delle opere danneggiate. Il libro ricorda l’eccezionale attività delle soprintendenze fiorentine nel 1966-‘67, e in particolare della Soprintendenza alle Gallerie, per il recupero dei manufatti e la riorganizzazione del patrimonio artistico. “Gli Uffizi” ricorda Maria Matilde Simari, funzionario delle Gallerie degli Uffizi e curatrice del volume “sebbene essi stessi pesantemente coinvolti nell’alluvione, divennero comunque un punto di prima affluenza e di pronto soccorso per tutte le opere d’arte danneggiate, mentre sempre in un luogo legato alle Soprintendenze – la Limonaia di Boboli – si approntava un grande laboratorio climatizzato con parametri appositamente studiati per le opere alluvionate dove squadre di restauratori italiani e stranieri lavorarono per mesi e mesi”.
Vengono pubblicati alcuni scritti storici del soprintendente Procacci e dell’allora direttrice degli Uffizi Luisa Becherucci, nonché dell’architetto Bemporad, ripercorrendo i mesi di novembre e dicembre del ‘66 fino alla straordinaria riapertura dei musei statali il 21 dicembre dello stesso anno. Tale evento fu il risultato eccezionale di un lavoro instancabile che coinvolse soprintendenze, enti pubblici e l’intera cittadinanza.
Con la presentazione del volume “Gli Uffizi, la città e l’Arno” si è voluto ricordare quei mesi ancora presenti nella memoria di chi li ha vissuti. E rendere così anche un grato omaggio alle figure illustri della Soprintendenza fiorentina, evidenziare inoltre come il 1967 sia stato l’inizio di un nuovo periodo organizzativo per i musei che dette il via alla riflessione sul progetto dei nuovi Grandi Uffizi.
Hanno illustrato il volume il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, il soprintendente Andrea Pessina (SABAP Firenze Pistoia e Prato) e il soprintendente Gabriele Barucca (SABAP Cremona, Lodi e Mantova).

Nicoletta Curradi

lunedì 18 dicembre 2017

I disegni di Karl Stengel a Palazzo Rosselli Del Turco


 I disegni di Karl Stengel
Una selezione delle opere della Collezione Stengel
Firenze, Palazzo Rosselli del Turco
20 dicembre 2017 – 31 gennaio 2018
Inaugurazione martedì 19 dicembre 

ore 18.30


Karl Stengel - Senza titolo, 1982, disegno matita e acquerello su carta

Martedì 19 dicembre alle ore 18.30 inaugurerà a Firenze a Palazzo Rosselli del Turco, una mostra interamente dedicata ai disegni a alla grafica dell’artista Karl Stengel, recentemente scomparso. L’esposizione riunirà circa quaranta opere astratte e figurative, che saranno visibili su appuntamento fino al 31 gennaio 2018.
I disegni andranno ad affiancare le opere permanenti della Collezione Stengel, curata dallo Studio Abba e ospitata dal marzo 2017 sempre a Palazzo Rosselli del Turco, storico edificio dell’Oltrarno fiorentino, sede nella seconda metà dell’Ottocento degli studi di numerosi pittori e scultori americani e dell’ambasciata americana negli anni di Firenze Capitale. L’artista e la moglie Camilla, grandi appassionati della Toscana, hanno scelto infatti di custodire proprio a Firenze le opere, per far conoscere al grande pubblico il ricco percorso artistico del maestro ungherese.

Karl Stengel - Senza titolo, 1995, disegno Pastello a olio e matita su carta 
Nei disegni di Karl Stengel, così come nei suoi dipinti, la figurazione prevale sull’espressionismo astratto, facendo affiorare prepotentemente le passioni e le sofferenze umane; le stesse emozioni che si ritrovano nelle taverne, nei bordelli o nelle opere di Blaise Cendrars e Charles Bukowski, autori che hanno influenzato da sempre la produzione artistica dell’artista ungherese. Sofferenze che sono manifestate nei volti scarni e tormentati dei soggetti che si affacciano con le loro emozioni sul palcoscenico della vita, delimitato dalla tipica quinta teatrale ideale stengeliana. Sentimenti che sono testimonianza di esperienze vissute in prima persona da Stengel, come gli anni della prigionia in Russia durante la guerra e poi dell’arrivo dei carri armati sovietici in Ungheria nel 1956, oppure sono mutuati dalla letteratura che, come la musica, ha sempre ispirato il suo lavoro.
Dalle sue opere emergono l’
espressionismo surreale e l’astrazione lirica, come scrive il critico d’arte Giampaolo Trotta: “una figurazione surreale […] di ascendenza più marcatamente europea e segnatamente espressionista tedesca. Opere tutte assai originali e di forte impatto, che uniscono il raro pregio di possedere un’assoluta identità artistica, ma al contempo una forte radice culturale nell’arte storica del Novecento”.

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Nato nel 1925 in Ungheria, sulle rive del Danubio, Karl Stengel avverte sin dall'infanzia l'impulso di “dover” disegnare, fortemente attratto dal contrasto tra il bianco e il nero. Dopo la guerra e la liberazione da un campo di prigionia russo, vive a Budapestdove studia pittura e grafica, oltre ad interessarsi di scenografia ed architettura. In seguito all’invasione russa dell’Ungheria nel 1956, fugge a Monaco di Baviera, continuando i suoi studi alla Akademie der bildenden Kunste. Ha una cattedra alla Pädagogische Hochschule della Università di Monaco di Baviera, insegna grafica e incisione alla Volkshochschule e fonda una propria scuola di pittura e disegno. A Karl Stengel sono state dedicate mostre negli Stati Uniti (New York, Miami) in Norvegia, Romania, Polonia (Varsavia, Cracovia), Francia (Parigi, Cannes), Spagna e Messico. In Germania ha esposto più volte a Berlino e a Monaco, dove presso l'Istituto Italiano di Cultura ha presentato le illustrazioni per il Decamerone di Boccaccio e per i Frammenti di Giuseppe Ungaretti. In Italia espone a Firenze, Bologna, Milano, Lucca, Parma, Piacenza, Novara e a Palazzo Mora nell’ambito della Biennale di Venezia del 2015. Sempre nel 2015 ha vinto il primo premio del concorso internazionale GemlucArt a Montecarlo. Nel 2016 ha avuto una personale a Palazzo Loredan di Venezia, sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e una presso la Galleria Ribolzi di Montecarlo, inaugurata alla presenza di S.A.R. la Principessa Carolina di Hannover. L’artista si è spento, nella sua amata campagna toscana, lo scorso 25 giugno. 

   

I disegni di Karl Stengel
20 dicembre 2017 – 31 gennaio 2018
Inaugurazione martedì 19 dicembre ore 18.30
Palazzo Rosselli del Turco
Via dei Serragli, 17 50124 Firenze
Ingresso libero su appuntamento
www. stengelcollection.org
studioabba@hotmail.com
+39 3405779080

La Collezione è curata dallo Studio Abba di 


Nicoletta Curradi 

venerdì 15 dicembre 2017

Presentato alì'Auditorium CRF il terzo volume su S. Maria Novella

Con il terzo volume dedicato alla Basilica di Santa Maria Novella, presentato il 13 dicembre nell’Auditorium “Cosimo Ridolfi” di Banca CR Firenze, si conclude l’approfondita analisi storico-artistica dedicata ad uno dei monumenti più rappresentativi di Firenze, celebrandone il ruolo di centro religioso e culturale - oltre che di scrigno di tesori d’arte inestimabili - che va ad arricchire la collana editoriale dedicata alle chiese fiorentine realizzata grazie alla rinnovata collaborazione tra Banca CR Firenze e Fondazione CR Firenze.


L’opera “Santa Maria Novella. La basilica e il convento. Dalla ristrutturazione vasariana e granducale ad oggi” è dedicata ad un periodo meno noto, ma in realtà pieno di movimenti artistici di grande significato. Dopo il primo volume dedicato al periodo dalla fondazione fino all’età tardogotica, ed il secondo, pubblicato lo scorso anno e dedicato agli anni del Rinascimento, il terzo e ultimo volume illustra la ristrutturazione affidata al Vasari, incaricato da Cosimo I de’ Medici di confermare ed esaltare il primato della cultura fiorentina anche nelle opere di adeguamento degli edifici religiosi. Si arriva poi alla ristrutturazione ottocentesca (1858-1860), fino ai nostri giorni.
Edito da Mandragora e curato da Riccardo Spinelli sotto la direzione scientifica di Carlo Sisi, il volume presenta testi di Paolo Bertoncini Sabatini, Anna Bisceglia, Marco Campigli, Silvia Ciappi, Alessandro Grassi, Roberto Mancini, Elena Marconi, Elisabetta Nardinocchi, Francesco Sgambelluri e Riccardo Spinelli.
Vengono ampiamente descritte opere e caratteristiche della Basilica che spaziano dalla pittura all’architettura, dalla scultura alle arti minori. Un percorso descrittivo che raccoglie le vicende storico-artistiche del complesso conventuale dalla metà del Cinquecento fino alla metà del Novecento: quattro secoli di storia, di spiritualità e d’arte che videro l’intervento di ristrutturazione di architetti quali Vasari, Dosio, Del Rosso e Romoli, oltre all’apporto di artisti come Alessandro Allori, Santi di Tito, Bernardino Poccetti e del Cigoli.
Dalle opere pittoriche, scultoree e dai manufatti dell’oreficeria, si arriva fino all’Officina Profumo-Farmaceutica ed ai complessi monastici, che si affiancarono all’originario complesso domenicano della basilica. Il ricco corredo fotografico del volume è realizzato da Antonio Quattrone.

Questo terzo volume rappresenta un prezioso contributo che Banca CR Firenze e Fondazione CR Firenze hanno voluto dedicare al territorio fiorentino, lo stesso nel quale affondano le loro radici, confermando ancora una volta la volontà di mantenere viva quella collaborazione che da sempre ha contraddistinto il loro modo di operare nel sostenere le iniziative che, oltre a valorizzare la città ed il territorio per offerta culturale e turistica, favoriscono il riconoscimento della vocazione di Firenze a città internazionale e multiculturale.
“Questo terzo volume dedicato a Santa Maria Novella ha, tra i suoi molti pregi, il merito di dimostrare il rapporto di osmosi fra la Basilica e Firenze, celebrandone non solo la natura di scrigno d’arte ma la caratteristica di ‘luogo di aggregazione’, da sempre distintiva del complesso conventuale - sottolinea Giuseppe Morbidelli, Presidente di Banca CR Firenze-. Quest’opera, così come la collana di cui fa parte, testimonia ancora una volta l’attenta premura di Banca CR Firenze verso il patrimonio culturale di questa città. Ritengo che questo volume sia non solo di grande interesse per tutti coloro che hanno a cuore i tesori artistici e la storia di Firenze, ma rappresenti uno studio di elevato valore scientifico”.
‘’La Fondazione CR Firenze – dichiara il Presidente di Fondazione CR Firenze Umberto Tombari - è lieta di aver sostenuto questo progetto che ha saputo, pur mantenendo inalterata la qualità scientifica e le caratteristiche principali che hanno caratterizzato la collana, adeguarsi alla visione interdisciplinare che contraddistingue oggi la cultura e che rappresenta uno degli elementi fondamentali della progettualità della Fondazione. In particolare questo terzo volume rappresenta un’ulteriore tappa di un percorso significativo che ha visto la Fondazione CR Firenze sostenere la pubblicazione di testi fondamentali che hanno permesso di approfondire la ricerca e di far conoscere compiutamente le principali chiese fiorentine’’.

Nicoletta Curradi 

giovedì 14 dicembre 2017

Al Fusion bar a Firenze il 18 dicembre il Gran Gala della bar industry








Gran Gala della bar industry, tra piatti stellati, i Premi per i Migliori Old Fashioned e Martini Cocktail 2017, i cocktail dedicati ai giornalisti, per presentare l'app gratuita per iOS e Android e scoprire i migliori cocktail bar d’Italia, grazie alla Guida ai Migliori Cocktail Bar d'Italia di BlueBlazer

Lunedì 18 dicembre, a partire dalle ore 19:30, presso il The Fusion Bar & Restaurant di Firenze, in vicolo dell'Oro 3, Gran Galà di presentazione della nuovaGuida ai migliori cocktail bar d’Italia, selezionati dalla rivista specializzata Blueblazer.

L’appuntamento, giunto alla terza edizione, si attesta come uno dei principali rendez-vous del mondo del beverage. Tra gli invitati, infatti, oltre ai bartender dei locali premiati dalla Guida, tutti i principali stakeholder del settore, dai giornalisti ai brand ambassador, passando per i manager di aziende di spirits e dell’hotellerie italiana. A fare da teatro all’evento è, come sempre, una location elegante. Dopo i lussuosi saloni del Chorus Café di Roma nel 2015 e il Trussardi a La Scala di Milano nel 2016, quest’anno la presentazione avverrà all’interno del Fusion Bar del Gallery Art Hotel di Lungarno Collection.

L’evento offre l’occasione, unica nel suo genere, di riunire il mondo del bar italiano per una serata diversa dai soliti meeting di lavoro. Un serata che rispecchia la nostra filosofia, una filosofia inclusiva, che cerca di aprire il mondo del bar ad un pubblico quanto più vasto possibile”, dichiara Giampiero Francesca, direttore e fondatore di BlueBlazer. “Per questo, aldilà della guida, ci piace regalare un momento di ritrovo tra amici e colleghi. E i match che si possono innescare in questi casi sono incredibili. La forza di un evento come questo si stabilisce anche e soprattutto in questo tipo di opportunità”.

La Guida è un contenitore virtuale, scaricabile sulle piattaforme iOS e Android, contenente gli indirizzi, le informazioni e tutte le news sui migliori cocktail bar d’Italia. Una volta installata, è sufficiente aprirla dal proprio smartphone per consultarla. La navigazione del menù è semplice e intuitiva: si può decidere di geolocalizzarsi e selezionare i locali che appariranno sulla cartina, oppure filtrare per le quattro categorie (cocktail bar, bistrot – restaurant, hotel bar e speakeasy). In ogni caso, ‘cliccando’ su un locale, si aprirà la scheda con una breve storia di presentazione del bar, alcune informazioni sui cocktail consigliati e sul tipo di miscelazione praticata, gli orari, i contatti e l’accesso diretto alle mappe per rintracciare la strada col proprio navigatore.

Le categorie sono uno strumento utile per consentire a chiunque, in base ai propri gusti e aspettative, di scegliere velocemente. Al di là del ‘cocktail bar’ propriamente detto, ‘bistrot-restaurant’ indica quei locali in cui oltre che bere si offre un’esperienza food frutto di una cucina, in molti casi anche degna di nota per non dire ‘stellata’ ” sottolinea Massimo Gaetano Macrì, capo-redattore di BlueBlazer e co-ideatore della Guida. “Non potevano poi mancare gli hotel bar, di cui siamo grandi estimatori. Anzi, con il nostro lavoro, vorremmo far capire che le atmosfere eleganti ed ovattate di questi locali potrebbero essere frequentate da tutti. In Italia c’è ancora molta diffidenza e sono ancora tanti a chiedersi se si possa entrare in un hotel solo per bere un drink, senza essere clienti”. E, infine, la categoria forse più alla moda, i cosiddetti speakeasy “in cui abbiamo inserito sia i locali il cui accesso è garantito tramite la parola d’ordine, come i ‘veri’ speakeasy americani del Proibizionismo degli anni Venti-Trenta del secolo scorso, sia quei locali che in qualche modo ricordano quelle atmosfere fumose, con un accesso un po’ da secret bar, in cui entri solo se ne conosci fisicamente l’ingresso”.

Gli oltre 160 bar della Guida sono frutto di una attenta selezione di Giampiero Francesca e Massimo Gaetano Macrì, supportati da un panel di cento esperti che hanno pre-selezionato una lunga lista locali. Per il secondo anno consecutivo sono infatti presenti nella Guida tutte le regioni italiane, con un’attenzione sempre maggiore alle realtà di provincia, tanto interessanti quanto, spesso, difficili da scoprire. Così trovano spazio, accanto alle grandi città come Roma, Milano e Firenze, paesi con poco centinaia di abitanti come Acquapendente, in provincia di Viterbo, o Mirano, non lontana da Venezia. I criteri seguiti per selezionare i bar si basano sull’ospitalità, oltre che sulla qualità del servizio e del cocktail. “Non scegliamo mai un locale perché fa bene da bere. Non è quello che ci interessa per primo. Consideriamo soprattutto l’alto grado di accoglienza, ormai sempre più rara, che si traduce nella capacità di far star bene il cliente, consentendogli di vivere un’esperienza completa. Poi, ovviamente, viene anche il cocktail”.

E a proposito di cocktail, quest’anno sono previste alcune novità. A margine della presentazione della Guida, ci sarà la cerimonia di consegna di due premi: il ‘miglior cocktail Martini’ e il ‘miglior Old Fashioned’, scelti personalmente da Francesca e Macrì. Si tratta di un piccolo riconoscimento al lavoro dei bartender dei locali in Guida. “Lungi da noi fare classifiche, sia chiaro, ma abbiamo bevuto praticamente ovunque sia il Martini cocktail che l’Old Fashioned, anche più volte in uno stesso posto, per cui abbiamo la ‘piccola’ presunzione di poter decretare il migliore; quello che, per qualche motivo, ci ha colpito di più nei nostri viaggi durante il 2017. Per l’anno successivo, altro giro, altra corsa”, ha dichiarato Giampiero Francesca. Al fortunato bartender verrà consegnato un bicchiere di cristallo di grande pregio e unico nel suo genere, impreziosito da una targa ricordo.

Per l’evento è stato costruito un cocktail menu in collaborazione con Bacardi-Martini, Branca, Campari, Compagnia dei Caraibi, D&C, F.lli Rinaldi Importatori, Giardini d’Amore, Italicus, Montenegro e Pernod Ricard e i bartender del Fusion Bar, Marco Vezzosi e Robert Pavel, affiancato dai finger food dello chef stellato Peter Brugel.

Durante la serata ci sarà l’occasione unica di assaggiare il ‘The Journalist Martini’ di Massimo D’Addezio e il “The Journalist Negroni” di Tommaso Cecca, i signature cocktail creati appositamente per la Guida dai bartender che hanno ospitato l’evento negli anni precedenti. Entrambi i cocktail sono degli omaggi che i barmanger dei due locali hanno voluto dedicare ai giornalisti adattando i pregi, e perché no, i difetti di questa categoria a due storici cocktail. Il The Journlasist Martini è un Martini cocktail come piace berlo a molti giornalisti, freddissimo e molto secco, preparato con gin Bombay Sapphire, Apricot Brandy e gocce di Laphoraig, un whisky torbato i cui sentori affumicati rimandano, per Massimo D’Addezio, al mondo della stampa e delle redazioni. Completamente diverso il The Journalist negroni, una variante calda e avvolgente del grande classico italiano, con brandy Cardinal Mendoza, Campari infuso all’ibisco, e vermouth Cinzano 1757, che restituisce una visione diametralmente opposta del ruolo e della figura del giornalista.


La Guida vuole essere uno strumento di consultazione smart, continuamente aggiornata e utile, tanto agli operatori del settore quanto al cliente, più o meno appassionato. “Sono tanti i vari brand ambassador, per esempio, che ci hanno confessato di utilizzare per il loro lavoro le nostre mappe per rintracciare i locali. Si tratta di una utilità secondaria di cui prendiamo atto. Ma lo scopo principale della Guida è quello di offrire agli appassionati del buon bere e anche ai semplici curiosi, una finestra ‘mobile’ da cui osservare il mondo del bar. Se una persona entra in un locale, ‘spinta’ dalla descrizione della Guida, si innamora del posto e apprezza il cocktail, noi abbiamo centrato la missione”.


Nicoletta Curradi