giovedì 29 marzo 2018

Siglato accordo tra la Corte Permanente dell'Aja e la Camera di Commercio di Firenze


La Corte Permanente di Arbitrato conclude un accordo per facilitare lo svolgimento di udienze a Firenze
La Corte Permanente di Arbitrato e la Camera di Commercio di Firenze hanno concluso un accordo di cooperazione affinché la PCA si avvalga della struttura della Camera di Commercio per svolgere udienze arbitrali a Firenze. Il segretario generale della PCA, Hugo Siblesz, e il presidente della Camera di Commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi, hanno siglato oggi,   29 marzo, l’accordo.



Le udienze amministrate dalla Corte permanente di arbitrato dell’Aja potranno ora avere luogo a Firenze. E’ questo il cuore dell’accordo di cooperazione che è stato firmato questa mattina da Hugo H. Siblesz, segretario generale della Corte Permanente di Arbitrato (PCA, Permanent Court of Arbitration) e Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze alla presenza degli assessori del Comune di Firenze Federico Gianassi e Anna Paola Concia, della presidente del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo e del presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello.
L’accordo ha lo scopo di facilitare lo svolgimento dei procedimenti amministrati dalla Corte per la risoluzione di controversie tra Stati e Stati ed enti privati in Italia. Grazie a questo accordo, Firenze viene a far parte di un network globale dell’arbitrato e si aggiunge ad altre 27 località di tutti i continenti dove la PCA ha siglato accordi di cooperazione.
In base all’intesa, la Camera di Commercio di Firenze ospiterà le udienze arbitrali amministrate dalla PCA nella propria sede in Piazza dei Giudici. In questo modo, le parti coinvolte in un procedimento avranno la possibilità di adoperare i servizi della PCA in Italia.
«La risoluzione delle controversie internazionali è uno sforzo inerentemente globale», ha sottolineato Hugo H. Siblesz. «Come organizzazione internazionale, la PCA mira ad essere in grado di condurre udienze in qualunque parte del mondo. Gli accordi di cooperazione, come quello siglato oggi, sono cruciali nel consentire alla PCA di portare avanti la sua missione. L’Italia è sempre stata amica e sostenitrice della PCA fin dal principio, più di cent’anni fa, ed è perfettamente opportuno che la PCA possa oggi prontamente condurre udienze in Italia».
«Siamo davvero grati di poter offrire un servizio così importante, attraverso il quale qualunque istituzione o impresa può richiedere di svolgere udienze arbitrali a Firenze - ha detto Leonardo Bassilichi -. E’ uno splendido modo di utilizzare la nuova area digitale della sede WorkinFlorence a disposizione di tutte le imprese italiane e internazionali e allo stesso tempo mettiamo un tassello significativo nel nostro impegno per la risoluzione alternativa delle controversie che ha come scopo finale anche quello di abbattere i tempi di giustizia».
«Ospitare a Firenze, unica città in Italia, la Corte permanente di arbitrato dell’Aja è per noi motivo di orgoglio perché dimostra ancora una volta come la nostra città sia luogo di sinergie e di incontro. Entrare nel grande network globale dell’arbitrato insieme ad altri 27 paesi di ogni parte del mondo è un risultato importante che dimostra quanto a Firenze si lavori per gettare ponti sul futuro», ha aggiunto l’assessore del Comune di Firenze, Federico Gianassi.
Istituita nel 1899 per facilitare l’arbitrato e le altre forme di risoluzione delle controversie tra Stati, la PCA è oggi un'istituzione moderna che conta con 121 Stati membri. L’Italia e parti italiane sono spesso coinvolte in controversie arbitrali o in altri procedimenti amministrati dalla PCA.

L’accordo prevede che la Camera di Commercio di Firenze potrà organizzare incontri di mediazione della Florence International Mediation Chamber (FIMC) nella sede della PCA all’Aja. Infine, le due istituzioni si impegnano a promuovere e diffondere i metodi di risoluzione alternativa delle controversie internazionali, come la mediazione e l’arbitrato, attraverso l’organizzazione di iniziative congiunte.


Nicoletta Curradi

giovedì 22 marzo 2018

L'Obihall ospita i felini più belli





Sabato 24 e domenica 25 marzo 2018 all’Obihall di Firenze (Lungarno Aldo Moro, 3 – orario 10/19 – biglietto 7,5/5 euro) torna “Un gatto per amico”, esposizione internazionale felina organizzata sotto l'egida di ENFI - Ente Nazionale Felinotecnica Italiana.
Nei due giorni centinaia di gatti, appartenenti a decine di specie diverse, saranno in gara per il conseguimento dei vari titoli previsti nel Campionato Internazionale. Ci saranno le razze più classiche, come persiani, esotici, ragdoll e blu di Russia, ma anche alcuni esemplari di razze rare come per esempio il lykoi, il toyger, il manx, il singapura. A valutare la rispondenza agli standard internazionali sarà una giuria composta da: Jane Allen (Inghilterra), Olga Dentico (Italia), Heleine Guillaime (Francia) Eduard Borras (Spagna) Laurie Shiff (Usa), Monika Dany (Austria).
Tra i tanti appuntamenti dell’esposizione, alla quale hanno aderito allevatori ed espositori italiani ed europei, da Francia, Spagna, Inghilterra e Austria, ricordiamo il RING ENFI riservato ad adulti e cuccioli di tutte le razze, la rassegna MAINE COON dedicata ai grandi e affettuosi quattro zampe, e quella che vedrà protagonisti la razza SCOTTISH.
A “Un gatto per amico” è abbinato un concorso fotografico riservato a tutti i gatti i cui proprietari risiedono nelle province di Firenze, Prato e Pistoia. Le quasi 300 foto che partecipano al concorso 2018 - più del 50 per cento rispetto alla precedente edizione - saranno esposte all’ingresso dell’Obihall. Il dato conferma i trend di crescita nel mondo dei pet, dove protagonisti indiscussi sono i 7,5 milioni di gatti che abitano nelle case italiane, secondo l’ultimo Rapporto Assalco-Zoomark.
Tutti i visitatori riceveranno una scheda per votare la foto preferita, scrivendo il numero assegnato alla foto scelta sulla scheda e depositando la stessa nell’apposita urna.
Le votazioni si svolgeranno sabato 24 marzo 2018 dalle ore 10 alle ore 19.00 e domenica 25 Marzo 2018 dalle ore 10 alle ore 13.00. Verranno premiate le 5 foto che riceveranno il maggior numero di voti da parte dei visitatori. La foto prima classificata sarà la copertina della pagina Facebook "@espofelina" fino al 30 aprile 2018.
Il concorso fotografico contribuirà ad aiutare l’oasi felina di Prato "La Bogaia" gestita dall’associazione di volontariato “Qua la zampa onlus” che si occupa di gatti meno fortunati in quanto l’organizzazione dell’evento riconoscerà un contributo economico per ogni voto ricevuto!
Tutti premi dell’Esposizione Internazionale Felina “Un gatto per amico” sono offerti da “Prolife”, sponsor ufficiale della manifestazione.
PROGRAMMA
SABATO 24 marzo
ore 10:00 APERTURA AL PUBBLICO e inizio giudizi
ore 13:30 RING ENFI riservato ad ADULTI e CUCCIOLI di TUTTE LE RAZZE
ore 15:30 Rassegna MAINE COON con premiazioni
ore 16:00 BEST IN SHOW e premiazioni
ore 19:00 CHIUSURA ESPOSIZIONE
DOMENICA 25 marzo
ore 10:00 APERTURA AL PUBBLICO e inizio giudizi
ore 13:30 RING ENFI riservato ai NEUTRI di TUTTE LE RAZZE
ore 14:30 Speciale SCOTTISH con premiazioni
ore 15:45 Premiazione CONCORSO FOTOGRAFICO
ore 16:00 BEST IN SHOW e premiazioni
ore 19:00 CHIUSURA ESPOSIZIONE
Sito internet: www.expo-felina.it
Facebook: facebook.com/espofelina
Twitter https://twitter.com/Expofelina
Instagram www.instagram.com/espofelina/
Mail: info@espofelina.it
Biglietti
Intero: 7,50 euro
Ridotto Coupon: 6 euro (valido esclusivamente nella giornata di sabato 24 marzo 2018, il coupon si trova sui volantini pubblicitari della manifestazione)
Ridotto 5 euro (bambini di età compresa tra 4 e 12 anni e a adulti over 70, militari, diversamente abili)
Ingresso gratuito per bambini fino a 4 anni e diversamente abili non autosufficienti
Si ricorda che è vietato l'accesso con animali al seguito, anche se in trasportini o apposite borse
OBIHALL
Lungarno Aldo Moro 3 – 50136 Firenze


Fabrizio Del Bimbo




giovedì 15 marzo 2018

Il Teatro Niccolini di Firenze gestito da 16 under 30

Per la prima volta in Italia un teatro, il Niccolini di Firenze, sarà interamente animato, vissuto, gestito, spettacolarizzato da giovani attori. Il primo nucleo sarà costituito dai neodiplomati della Scuola ‘Orazio Costa’ della Fondazione Teatro della Toscana, riuniti sotto il nome de ‘i Nuovi’: a essi si affiancheranno altri giovani attori, diplomati in altre scuole, selezionati tramite audizioni. Saranno impegnati in tutti gli aspetti della macchina teatrale, dalla direzione artistica  all’amministrazione, dalla comunicazione alle pulizie. Il progetto, strutturato su un percorso di tre anni, prevede che a ognuno degli attori coinvolti sia corrisposta una borsa di studio mensile.
Un progetto con regole precise, riunite in un manifesto in sei punti, Per un attore artigiano di una tradizione vivente.


Un grande investimento sul capitale umano, un’innovativa modalità di lavoro per una nuova figura professionale ovvero il Nuovo Attore, che si occupi di tutti i mestieri del teatro, non solo quelli artistici, ma anche quelli tecnici. Un appello anche alle imprese, perché ‘adottino’ con il loro contributo (che potrà godere dei più recenti vantaggi fiscali), uno de ‘i Nuovi’.
Sul fronte spettacolare, nell’ottica di un rinnovato rapporto formativo Giovani / Maestri, ‘i Nuovi’ saranno diretti da Marco Baliani nella Mandragola di Machiavelli dall’11 al 22 aprile e, a seguire, lavoreranno con Gianfelice Imparato, Glauco Mauri, Andrée Ruth Shammah e Beppe Navello. Al Niccolini anche le prove aperte del nuovo spettacolo di Filippo Timi (24 e 25 marzo) e una finestra sul vernacolo come “lingua popolare colta”.
Parte da via Ricasoli, da una delle sale teatrali all’italiana più antiche in assoluto, un progetto di avviamento al lavoro dei giovani che ha pochi eguali, un investimento sul capitale umano che ha come obiettivo quello di trovare un nuovo attore per un teatro nuovo. Dal 15 marzo lo storico Niccolini sarà interamente animato, vissuto, gestito, spettacolarizzato da un gruppo di giovani (il primo nucleo è costituto dai diplomati della Scuola per Attori ‘Orazio Costa’ della Fondazione Teatro della Toscana, ma a essi se ne aggiungeranno altri provenienti da differenti istituzioni formative italiane) che si occuperanno di tutto ciò che serve per portare avanti una sala teatrale. Gli spettacoli, dunque, ma anche l’amministrazione, la comunicazione, la promozione, l’accoglienza in sala, le pulizie. Un teatro realmente dei giovani, orientato verso il nuovo. Per garantire una prospettiva di vita, nel percorso del progetto sarà assegnata una borsa di studio mensile. Tutti i selezionati, a rimarcare lo slancio in avanti, saranno riuniti sotto il nome de ‘i Nuovi’.
Lo speciale progetto di avviamento alla professione che prende le mosse con il primo gruppo nasce da una riflessione sulle domande che nel 1963 Julian Beck si pone in una delle sue meditazioni sul teatro, in particolare sulla prima – finisco con domande perché non ho risposte – e sull’ultima: come farlo ora? In un periodo di grandi interrogativi sul futuro del teatro questo appello di oltre cinquant’anni fa suona assai contemporaneo. Scaturisce da qui il proposito di formare un Nuovo Attore, un Attore Totale, che agisca all’interno di un’idea di teatro alternativa a quella attuale, nella quale l’attore abbia nozione e conoscenza di ogni aspetto della messinscena (dall’organizzazione alla comunicazione alla gestione del luogo teatrale) e riesca a metterle a frutto nei confronti della recitazione e del rapporto con il pubblico. Una versione contemporanea degli attori della Commedia dell’Arte, aggiornata all’Attore Scarrozzante (secondo la concezione di Testori, non a caso uno dei primi autori a essere messo in scena), che basato al Niccolini possa muoversi in ciascuno degli spazi del Teatro della Toscana.
Questa idea è connessa all’idea di un teatro nuovo che abbia come scopo quello di ripensare il teatro oggi e riscoprire il valore profondo del mondo classico per metterlo in relazione con pensieri, suggestioni ed esperienze contemporanee. Un dialogo costante tra presente e passato, per comprendere meglio le nostre radici e poter lavorare sul futuro, un Teatro d’Arte che, facendo riferimento alle grandi teorizzazioni di inizio Novecento (Appia, Craig, Antoine, Stanislavskij, Copeau), parta dalle esperienze di Costa e Grotowski, patrimonio ineguagliabile della Fondazione.
Il progetto presuppone una nuova visione (teatro di parola, lingua e letteratura italiana come materia prima, anche sotto forma di traduzioni importanti), una nuova modalità di lavoro, quella Giovani/Maestri, nella quale è il gruppo a individuare un maestro che sulla base di regole certe li guidi in un allestimento, e dei nuovi obiettivi, che sono poi quelli di avviare a un lavoro vero e non precario il maggior numero di giovani possibile attraverso meccanismi di sostenibilità. Alla base un manifesto teorico in sei punti, Per un attore artigiano di una tradizione vivente, che regolerà la vita di questa innovativa esperienza.
Le mansioni individuate per i giovani, che saranno svolte sulla base di una turnazione in modo che tutti a turno si occupino di ogni aspetto del fare teatro, sono: direttore (organizzazione generale del lavoro); amministratore di compagnia; addetto all’organizzazione funzionale (produzione, programmazione, promozione); addetto alla comunicazione; direttore di scena; responsabile tecnico; custode; maschera; pulizie (riassetto serale della sala). Il compito di far conoscere la maestria degli artigiani della scena è svolto dal Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola, che realizza costumi e scenografie delle produzioni del Teatro della Toscana. In programma, inoltre, un’intensa attività formativa su temi come inglese teatrale contemporaneo; canto; teatro comico; legislazione teatrale; management teatrale; consulenza del lavoro; gestione del personale; sicurezza e organizzazione; programmazione e produzione.
Il primo nucleo del progetto è costituito dai 16 attori diplomati al I° Corso della Scuola ‘Orazio Costa’: Maddalena Amorini, Francesco Argirò, Beatrice Ceccherini, Davide Diamanti, Ghennadi Gidari, Francesco Grossi, Filippo Lai, Athos Leonardi, Claudia Ludovica Marino, Luca Pedron, Laura Pinato, Nadia Saragoni, Sebastiano Spada, Filippo Stefani, Erica Trinchera, Lorenzo Volpe. Di età tra i 21 e i 30 anni, hanno già realizzato spettacoli e partecipato a produzioni della Fondazione. È prevista la partecipazione ad alcuni dei ruoli sopra indicati anche agli allievi del II° Corso che avrà inizio entro la fine del 2018. L’accesso sarà esteso anche a diplomati di altre istituzioni formative, scelti sulla base di apposite audizioni organizzate dalla Fondazione Teatro della Toscana. A insindacabile giudizio del Direttore generale della Fondazione, Marco Giorgetti, e del Coordinatore del progetto, Pier Paolo Pacini, sarà infine possibile il conferimento diretto di borse di studio a soggetti ritenuti meritevoli.
Il progetto presuppone anche una bella opportunità per le imprese: quella di poter “adottare” uno o più partecipanti al progetto e contribuire così alla reale crescita professionale di un giovane. Non una sponsorizzazione, ma un ausilio di carattere etico al progredire di un percorso che è anche un investimento sul futuro. Questa opportunità è arricchita anche dai più recenti provvedimenti di defiscalizzazione tramite Art Bonus, che estesi anche al teatro consentiranno a tutte le imprese che decideranno di intervenire di recuperare il 65% del loro investimento in detrazioni


Nicoletta Curradi 

martedì 13 marzo 2018

Dal 22 al 30 marzo il Florence Korea Film Fest


Il festival dedicato al meglio della cinematografia sud coreana si terrà dal 22 al 30 marzo al cinema La Compagnia di Firenze (via C. Cavour, 50/R


Ospite speciale l’attore Ha Jung-woo che presenterà in prima europea “Along with the Gods: The Two Worlds”, l’ultima pellicola diretta da Kim Yong-hwa di cui è protagonista
La Vicesindaca Cristina Giachi: “È con piacere che abbiamo deciso di omaggiare l’artista Ha Jung-woo con la consegna delle chiavi della città”
In programma oltre 40 titoli tra corti e lungometraggi, in prima italiana ed europea, una mostra fotografica, uno spettacolo di danza e vari eventi collaterali. Tra le novità la sezione K-South North, che esplora il difficile rapporto tra le due Coree

Il controverso rapporto tra Nord e Sud Corea, due paesi geograficamente vicini eppure concettualmente distanti, l’energia e la forza sprigionata dalle protagoniste femminili e la rivincita del genere fantasy con una pellicola ambiziosa ambientata nell’aldilà: sono questi alcuni temi del 16/mo Florence Korea Film Fest, il festival dedicato al meglio della cinematografia sud coreana contemporanea che si terrà dal 22 al 30 marzo al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour, 50r) e in vari luoghi della città.
La manifestazione quest’anno propone un ricco programma con oltre 40 titoli tra corti e lungometraggi premiati nei festival di tutto il mondo, anteprime, incontri con gli autori, una mostra, eventi collaterali e ospiti tra cui spicca il nome di Ha Jung-woo, stella del cinema coreano della sua generazione, che ha messo in mostra la sua versatilità in vari generi cinematografici, interpretando oltre 40 pellicole. L’attore, insieme al produttore Won Dong-Yeon e al regista Kim Yong-hwa presenterà in prima europea sabato 24 marzo, l’ultima pellicola di cui è protagonista, il fantasy “Along with the Gods: The Two Worlds”, la storia di un vigile del fuoco che perde prematuramente la vita mentre sta salvando una bambina; ad attenderlo, alle soglie della sua nuova dimensione tre guardiani che lo traghetteranno all’interno di un viaggio lungo 49 giorni, di cui solo alla fine conoscerà il suo destino nell’aldilà. L’artista Ha Jung-woo sarà inoltre omaggiato di una retrospettiva di 6 titoli dedicata al suo poliedrico percorso artistico.
4 sezioni tematiche: Orizzonti Coreani, dedicata ai grandi nomi del cinema del paese, con titoli campioni d’incassi in patria e premiati nei festival di tutto il mondo; Independent Korea, sezione che ospita lavori di giovani e talentuosi registi esterni alla grande distribuzione, con tre film che indagano la figura femminile e il tema della solitudine; la Notte Horror, consueto appuntamento per gli amanti del genere; Corto, Corti, spazio dedicato ai cortometraggi. Tra le novità il focus K-South North, 6 pellicole che, attraverso diversi generi esplorano il difficile rapporto tra Corea del Sud e Corea del Nord, con opere che spaziano dal documentario al dramma sportivo fino alla commedia.
“Il Florence Korea Film Fest da 16 anni porta a Firenze un cinema di qualità straordinaria - afferma la Vicesindaca del Comune di Firenze Cristina Giachi -  con linguaggi, estetiche, temi e argomenti che rendono questa cultura ogni anno sempre più vicina alla nostra. Per questo è con piacere che abbiamo deciso di omaggiare l’artista Ha Jung-woo con la consegna delle chiavi della città”.

La rassegna, ideata e diretta da Riccardo Gelli dell’associazione Taegukgi – Toscana Korea Association, inaugura la settima edizione della Primavera Orientale, iniziativa che celebra il cinema d’Oriente organizzata da Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana.

Nicoletta Curradi 











lunedì 12 marzo 2018

Gelato Festival 2018: a Firenze la tappa inaugurale dal 20 al 22 aprile


Da venerdì 20 a domenica 22 aprile 2018 al piazzale Michelangelo la tappa inaugurale della kermesse che mette a confronto 16 tra i migliori professionisti
Dal 28 aprile a martedì  1 maggio il festival si sposta a Villa Borghese, a Roma




Pronti, via. Il Gelato Festival 2018 si prepara per la tappa inaugurale della kermesse, che si terrà a Firenze DA VENERDÌ 20 A DOMENICA 22 APRILE. Come da tradizione l’appuntamento – che vedrà la presenza di 16 tra i migliori gelatieri artigianali della Penisola, ognuno dei quali porterà in assaggio le proprie specialità per la gioia di grandi e piccini - è al piazzale Michelangelo, dove per tre giorni la città del David diventerà la capitale del gelato di qualità, declinato in tutte le sue forme.
Per fiorentini e turisti un’occasione unica per scoprire i segreti del mondo del gelato fra assaggi, iniziative a tema e laboratori didattici allestiti nei tre grandi food truck in uno dei luoghi più suggestivi e fotografati al mondo, con vista mozzafiato sulla città. Un biglietto da 10 euro (ridotto per i bimbi sotto il metro) darà diritto all'assaggio di tutti i gelati in degustazione.
DA SABATO 28 APRILE A DOMENICA 1 MAGGIO il Gelato Festival si sposterà a Roma, proponendo anche nella Capitale la stessa golosa formula: a fare da cornice all'evento gli spazi di Villa Borghese (via delle Magnolia), con la squadra di artigiani gelatieri pronta ad accogliere famiglie e curiosi e conquistarne il palato fra interpretazioni di grandi classici e proposte creative tutte da provare.
Queste le prime due tappe della manifestazione, organizzata in collaborazione con Carpigiani e Sigep – Italian Exhibition Group: la nona edizione di un tour che, nelle settimane a seguire, toccherà anche Torino, in piazza Vittorio Veneto il 5 e 6 maggio, e Milano, in piazza Castello il 12 e 13 maggio. Da giugno la kermesse si sposterà invece all’estero con le tappe in Germania (1-2 giugno), Polonia (9-10 giugno), Inghilterra (23-24 giugno) e Austria (6-7 luglio). Il programma continentale culminerà con la All Star a Firenze (14-16 settembre), la gara dei campioni, che riunisce e mette a confronto su un unico palco tutti i vincitori del Gelato Festival dal 2010 ad oggi, prima di varcare l’Atlantico per l’edizione americana, in 8 tappe.
La tappa d’esordio del Gelato Festival 2018 segna anche il primo appuntamento pubblico dei Gelato Festival World Masters 2021, la sfida per i migliori gelatieri artigianali del pianeta, un percorso con centinaia di prove in quattro anni su cinque continenti, con giurie tecniche e popolari per aggiudicarsi il titolo di campione mondiale. Non si tratta solo del principale torneo internazionale di categoria, ma di un progetto di posizionamento strategico del gelato artigianale e di tutta la filiera, con l’obiettivo di coinvolgere nella sfida 5.000 chef gelatieri da tutto il mondo e generare un +15% di indotto per il settore, con un media value globale per il made in Italy stimato in 50 milioni di euro.
Il Gelato Festival ha debuttato a Firenze nel 2010 ispirandosi all’ideazione della prima ricetta di gelato per mano del poliedrico architetto Bernardo Buontalenti nel 1559. Da allora la manifestazione ha allargato i propri confini espandendosi prima nel resto d’Italia, poi in Europa e – dal 2017 – anche negli Stati Uniti, con un totale di 64 Festival realizzati, prima di abbracciare tutto il pianeta col campionato mondiale dei Gelato Festival World Masters 2021.
Per info e aggiornamenti: www.gelatofestival.it



Fabrizio Del Bimbo 

A Palazzo Pitti una mostra di Maria Lai





Nell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti, fino al 3 giugno, attraverso il tema del filo, Maria Lai coniuga la tradizione della civiltà sarda con i linguaggi dell’arte contemporanea. “Appo intenso sonu’ e telarzu, e sa bidda no parìat più morta …” (Ho sentito un batter di telaio, e il villaggio non mi sembrava più morto) , ha scritto Salvatore Cambosu, scrittore sardo e prima insegnante poi grande amico di Maria Lai. Anzi, lui dettava e lei scriveva.L’opera di Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013) si impone nel panorama artistico internazionale e lo dimostra la sua presenza, l’anno scorso, sia alla Biennale di Venezia, sia a Documenta di Kassel.La mostra, curata da Elena Pontiggia e corredata di un ampio catalogo edito da Sillabe, celebra lasua ricerca che si è svolta per più di un settantennio, con un costante rinnovarsi del linguaggio chela porta dal realismo lirico degli anni Quaranta alle scelte informali dei tardi anni Cinquanta e dai lavori polimaterici dei primi anni Sessanta alle successive opere concettuali.Va compreso in tutta la sua profondità il significato della sua azione collettiva Legarsi alla montagna, che si vede nei video con cui idealmente si apre questa mostra: coivolgendo completamente paesaggio e persone, Maria Lai realizza qualcosa di magico a Ulassai, il paese tra i monti dell’Ogliastra dove era nata, a cui la stringevano vincoli di affetto, ma anche l’esperienza tragica della morte del fratello, ucciso a trentadue anni in un tentativo di sequestro. Legarsi alla montagna è la prima opera relazionale compiuta in Italia e si ispira a un’antica leggenda che tutti a Ulassai conoscevano: la storia di una bambina che, durante un furioso  temporale, esce dalla grotta dove si era rifugiata, attratta da un bellissimo nastro che vola nel cielo e, con quel gesto a prima vista azzardato, si salva da una frana devastante. L’insegnamento della leggenda è semplice: la bellezza e l’arte, apparentemente così inutili, ci salvano la vita.
Il primo filo da considerare in questa mostra è dunque quel nastro ormai distrutto (strisce di tela lunghe in tutto ventisei chilometri) con cui Maria Lai entra nella scena dell’arte contemporanea internazionale.

“Al centro della questa rassegna – spiega Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi - sta il mezzo più tipico del suo lavoro cioè quel filo che “lega e collega” in maniera senz’altro viva e che infatti spesso rimane libero e non ancora cucito: tra i vari riferimenti mitologici non può che ricordare Penelope che tesse durante il giorno e nella notte scioglie i fili”.

Il telaio, lo strumento millenario della tessitura, compare già in un suo disegno degli anni Quaranta e figure di tessitrici si incontrano nelle sue carte successive. Nel 1967 realizza Oggetto-paesaggio, esposto qui nella prima sala della mostra: un telaio disfatto, ingombro di fili spezzati e senza ordine, che occupa lo spazio come un totem. Una scultura/installazione che dialoga con l’arte concettuale, in particolare con il Nouveau Réalisme di Arman e Spoerri, e più ancora con le “armi” di Pascali, dell’anno precedente. Già qui il rapporto doppio col passato e con la contemporaneità è caratteristico della ricerca di Maria Lai e porta ogni suo lavoro a essere al tempo stesso aperto ai linguaggi dell’oggi e legato alle proprie radici e alla propria storia.

Dai Telainascono le Tele cucite, che da un lato continuano a evocare il mondo arcaico dell’arte tessile della Sardegna, dall’altro si inseriscono in quella ricerca espressiva che lavora non sulla tela, ma con la tela dialogando quindi con i polimaterici di Prampolini, i Sacchi di Burri, le Tele fasciate di Scarpitta, i tessuti irrigiditi dal caolino di Piero Manzoni, le tele di Castellani e Bonalumi o in quelle svuotate di Dadamaino.
Lai trasforma l’oggetto quotidiano, nato per essere utile o almeno decorativo, in un oggetto poetico che non serve a nulla, ma è più importante di ogni funzionalità perché insegna a pensare e a capire.

Il passo successive sono le Scritture dalle quali nascono, sempre alla fine degli anni Settanta , secondo un percorso strettamente consequenziale, i Libri che spesso si compongono in fiabe visive: tra le prime, Tenendo per mano l’ombra, del 1987, incentrato sulla capacità di accettare il negativo che è in noi tutti.

Per la seconda volta gli spazi delle Gallerie degli Uffizi ospitano Maria Lai: nel 2004 l’artista aveva allestito al Giardino di Boboli l’Invito a tavola, un grande desco apparecchiato con pane e libri in terracotta, che proprio adesso è in mostra a New York. Non mancano riferimenti a Firenze nell’opera dell’artista sarda: dalle mappe immaginarie di Leonardo da Vinci copiate a Firenze, fino all’opera Il mare ha bisogno di fichi, realizzata nel 1986 in occasione del ventesimo anniversario dell’alluvione del 4 novembre 1966.

“Questo dovrebbe fare l’arte: farci sentire più uniti” amava dire Maria.

Nicoletta Curradi 



  

sabato 10 marzo 2018

"L'Arte di donare", una nuova mostra al Museo Archeologico Nazionale di Firenze

"L'Arte di donare" è il titolo della mostra allestita al Museo Archeologico Nazionale di Firenze dal 10 marzo 2018 al 10 marzo 20, che permette di ammirare una rilevante raccolta di opere d’arte e artigianato antico: centoventisei reperti di varia natura e cronologia che spaziano dagli inizi dell’antico Egitto al tardo Medioevo italiano, abbracciando la civiltà dei faraoni e quelle greca, etrusca, italica e italiota, fino a quella romana e oltre. Si arriva anche agli anni attuali con due moderne ricostruzioni di una imbarcazione e di uno strumento musicale dell’antica Grecia, dettagliati e accuratissimi modellini che i giovani troveranno di grande interesse nel corso delle consuete attività didattiche del museo.



Il catalogo evidenzia un consistente nucleo di opere che entrate recentemente a far parte delle collezioni del Museo Archeologico grazie a donazioni, cessioni, permute e prelazioni: in alcuni casi grazie alla sensibilità del Ministero, che è intervenuto per assicurare allo Stato opere di rilievo, in altri grazie al senso civico di proprietari, che hanno voluto donarle.



Nicoletta Curradi


venerdì 2 marzo 2018

Conoscere i Musei del Bargello

Un gruppo unico di cinque edifici monumentali, luoghi simbolici della vita civile e religiosa di Firenze dal Trecento in poi, che conservano i capolavori della scultura rinascimentale. Tra la fine dell’Ottocento e nel corso del Novecento, essi furono trasformati in musei e arricchiti da collezioni di arti decorative straordinarie per importanza e consistenza:  Il Museo Nazionale del Bargello, Il Museo delle Cappelle Medicee, La Chiesa e il Museo di Orsanmichele, Il Museo di Palazzo Davanzati, Il Museo di Casa Martelli.

                                       Bargello




Questa nuova realtà museale non è ancora percepita come un gruppo unico, e i singoli musei sono ancora fruiti come gemme solitarie. I nessi culturali e storici, la contiguità delle collezioni, l’eccellenza dei capolavori, la presenza delle opere di artisti celeberrimi, i monumenti iconici del tessuto urbano, che sono stati teatro di capitoli fondamentali della storia di Firenze e dell’Italia, la raffinatezza dell’eccellenza tecnica declinata in tutte le possibili forme d’arte, sono soltanto alcuni dei temi che legano tali gemme che per motivi diversi restano ancora misconosciute al grande pubblico, ma anche a tanti fiorentini. Se, grazie all’impegno profuso dal personale in servizio nei Musei del Bargello, si stanno portando avanti importanti progetti di studio e di mostre in prosecuzione con quanto fatto negli anni passati e si stanno al contempo avviando nuovi progetti di lavori di ristrutturazione, di catalogazione e di didattica, in sinergia con diverse istituzioni italiane e straniere, è di fondamentale importanza unire queste cinque gemme in unico prezioso diadema. Con questo obiettivo è stata concepita una nuova grafica che li rappresenti tutti, si sta sviluppando un’unica segnaletica, esterna e interna che guidi il visitatore attraverso i diversi ambienti e le diverse collezioni, si stanno allestendo stendardi sulle facciate degli edifici perché si possa più facilmente individuarli e verrà anche diffusa un brochure unica di presentazione del gruppo museale. Sono grandi musei da riscoprire e da raccontare in modi nuovi al pubblico italiano e straniero, crocevia di storia e di culture.

                                        Casa Martelli

                                    
                                          Cappelle Medicee


Una nuova identità visiva: 
Per la nuova immagine grafica dei Musei del Bargello lo studio HaunagDesign ha concepito un sistema grafico di estrema semplicità. Le sedi dei cinque Musei si configurano non solo come contenitori di arte, ma come capolavori di architettura con una propria importante storia nella vita politica e religiosa della città. Nasce da qui l’idea di rappresentare sia gli edifici che le opere in essi custodite attraverso un segno che sintetizzi questa duplicità di significato. L’autorevolezza dei palazzi storici è rappresentata da una semplice forma contenitore che, con un gioco di curve raccordate, richiama le forme eleganti delle architetture medievali e rinascimentali. All’interno di essa è presente un omaggio rivolto alla ricca tradizione della scrittura fiorentina. L’elegante Optima di Hermann Zapf, perfetta sintesi di tradizione e modernità, esprime con precisione il messaggio che il progetto culturale vuole rivolgere al pubblico. Un unico segno a rappresentare l’intera realtà museale, a sottolineare come le singole sedi, valorizzate attraverso le immagini dei capolavori che custodiscono, siano parte di un’unica entità.



                                       Museo Davanzati 


                                              Museo di Orsanmichele





Nicoletta Curradi