giovedì 28 febbraio 2019

Dal 12 al 14 aprile al Parco delle Cascine torna Florence Bike Festival



La 7/a edizione della kermesse coinvolge nuove location in una grande festa in sella
Dj set, performance, attività per grandi e piccoli, oltre all’appuntamento più atteso:
la De Rosa Granfondo Firenze, con partenza dal piazzale Michelangelo, e maglie fortemente simboliche
in cui sostare per un check alla bici e un cappuccino, dj set, performance sui pedali e una pump track su cui mettere alla prova le proprie capacità atletiche (senza pedali): dal 12 al 14 aprile torna Florence Bike Festival, la kermesse che coinvolge la città di Firenze in una grande festa sulle due ruote. Tra le novità della settima edizione l’inclusione di diverse location cittadine nel “circuito FBF”, attività per grandi e piccoli e la nuova prova della De Rosa Granfondo Firenze, la gara in due percorsi da 95 e 131 km, su e giù per le montagne del Mugello, con partenza da piazzale Michelangelo e arrivo sulla salita di via Salviati, resa celebre dai Mondiali di Ciclismo. Non solo festa, ma anche un messaggio alla città e alla comunità di ciclisti in tema di sicurezza stradale: la maglia ufficiale della Granfondo quest’anno avrà stampato il simbolo della distanza minima da tenere in strada rispetto ai ciclisti, mentre alcune delle principali associazioni attive nel settore saranno presenti tutto il weekend alle Cascine per fare informazione e sensibilizzazione.
“Questo festival è nato come una scommessa ed è diventato un punto di riferimento per la città e per il panorama sportivo –dichiara Andrea Vannucci, assessore allo sport del Comune di Firenze - oltre a un’occasione per parlare del mondo della bici a tutto tondo. Sette anni fa la cultura della bici non era la stessa, manifestazioni come questa hanno contribuito a creare una cultura della bici in città”.
La festa avrà inizio venerdì 12 aprile alle 14 con l’apertura del FBF Village al Parco delle Cascine, mentre ad aprire il cartellone degli eventi collaterali – dalle ore 19 - sarà il party a Florence Out Of Ordinary bistrot (viale Strozzi 18), locale interno a The Student Hotel, struttura ricettiva di nuova concezione recentemente inaugurata in un ex palazzo di proprietà delle Ferrovie dello Stato, che ospita anche un Ciclocaffè con annessa officina dedicata alle bici.
Sabato 13 si animerà il grande villaggio delle due ruote al Parco delle Cascine, quartier generale del Florence Bike Festival. Dagli ultimi modelli smart di e-bike, a conferma della costante crescita del settore a “pedalata assistita”, al genere vintage, fino ai nuovi fenomeni come le Gravel Bike, passando per gli ultimi modelli della produzione De Rosa, veri e propri gioielli del made in Italy, la bici sarà protagonista “in tutte le sue forme”, con la presenza attiva dei principali brand di settore. Ma anche grazie alla collaborazione di associazioni di appassionati e del volontariato espressione del territorio fiorentino e toscano, tra cui Fiab Firenze.
Sarà inoltre possibile mettersi alla prova su una pump track, una particolare pista dotata di dossi e buche su cui si corre con bici prive di pedali, facendo affidamento unicamente sul proprio corpo e sul proprio senso dell’equilibrio. La pump track, in arrivo direttamente dal Trentino, diventerà il cuore del quartier generale alle Cascine, con spettacolari bike ride, performance, dj set, minicorsi per bambini e una chill out zone per genitori. Prevista anche una tappa del TERZAROSSA Electric Bike Cross Championship, riservato alle ebike di ultima generazione. Un’area del FBF Village sarà inoltre dedicata ai principali progetti istituzionali nell’ambito bici, tra cui la rete ciclabile della Toscana, il percorso permanente de L’Eroica, la “Ciclopolitana” fiorentina e quella che dovrebbe collegare a breve Firenze e Prato, nell’ottica di un festival in dialogo sempre più stretto con la realtà urbana.
Domenica 14 l’appuntamento più atteso, con la De Rosa Granfondo Firenze: confermate la partenza scenografica sotto il David di Michelangelo e un’altalena di emozioni tra le salite di Fiesole, le colline del Mugello, le vette degli Appennini e il Lago di Bilancino. Oltre 3mila i corridori attesi da tutta Italia e oltreconfine per una delle gare a più alto impatto emotivo nel panorama delle granfondo.
La manifestazione gode del patrocinio del Comune di Firenze, della Città Metropolitana e della Regione Toscana e conta sulla media partnership di Radio Deejay per la De Rosa Granfondo Firenze.

Nicoletta Curradi

sabato 23 febbraio 2019

Luciana Liberati è la vincitrice del Premio Profumi di Boboli



E’ Luciana Liberati, marchigiana ma fiorentina di adozione, classe 1956, che dopo aver esercitato la professione di avvocato si è trasferita a vivere sulle colline sopra Firenze, la vincitrice della terza edizione del Premio Internazionale “I profumi di Boboli” per la migliore creazione di una fragranza inedita e originale. Il tema di questa edizione del Premio era il "profumo di pioggia".
Giovanni Di Massimo, presidente della giuria del Premio, ha annunciato la vincitrice durante la conferenza stampa che si è svolta oggi presso la Sala Macconi del Comune di Firenze (Palazzo Vecchio, piazza della Signoria) e dove sono intervenuti l’assessore attività produttive Comune di Firenze Cecilia Del Re, il presidente di Confartigianato Imprese Firenze Alessandro Vittorio Sorani, la titolare di Brandimarte Bianca Guscelli e la titolare Spezierie Palazzo Vecchio Francesca Di Massimo.
“Tutto è nato da un corso che ho fatto poco tempo fa – spiega la vincitrice, Luciana Liberati -  maneggiare le essenze è un lavoro bellissimo, elementi che cambiano e cangiano: secondo la persona, secondo il momento, è un processo di una creatività incredibile. Io vivo in una zona boscosa e umida, ho tanti spunti intorno a me. A darmi l’ispirazione sono state soprattutto le violette e le sue meravigliose foglie. C’è voluto molto tempo per arrivare al prodotto finale”.
Questa la motivazione con cui la Giuria ha assegnato il Premio:
"L'elaborato di Luciana Liberati è riuscito a centrare il tema del concorso, a dare al profumo un certo carattere e soprattutto ha realizzato un elaborato persistente”.
“Il tema di questa edizione, il profumo di pioggia” ha aggiunto il Presidente della giuria Giovanni Di Massimo “era un tema piuttosto difficile, per la prima volta la giuria ha dovuto soffermarsi per molto tempo nell’esame e nella valutazione di alcuni elaborati veramente ben costruiti, e oltre a quello della vincitrice, si sono contraddistinti quelli del gruppo Panosmia - composto da Roberta Amato (Parma), Francesco Castiglione (Cosenza) e Michele Simula (Sassari) - e di Marco Guidotti (Firenze)”.
I finalisti erano:
Beatrice Bernocchi (Firenze), Michela Cocconi (Piacenza), Eleonora Corsini (Firenze), Stefania Ferroni (Firenze), Marco Guidotti (Firenze), Federica Ottaviano (Napoli), Serena Pini (Firenze), Anna Rita Ranieri (Roma), Elisabetta Salani (Vinci), Kerstin Stromberg (Goteborg, Svezia) e il gruppo Panosmia composto da Roberta Amato (Parma), Francesco Castiglione (Cosenza) e Michele Simula (Sassari).
“L'artigianato è il cuore di questo concorso, promosso per sottolineare una delle peculiarità di Firenze, quello del saper fare. Il concorso “I profumi di Boboli” cerca nuovi linguaggi – ha spiegato l'assessore alle Attività Produttive del Comune di Firenze Cecilia Del Re – e già l'anno scorso ci ha dato modo di venire a contatto con un mondo bello che è l'artigianato. E l'artigianato è un tratto importante della nostra città. A breve presenteremo la candidatura di Firenze a Città creativa Unesco per l'artigianato. E' un lavoro lungo, durato circa un anno e mezzo, con Confartigianato ed Università che stanno presentando progetti per far diventare Firenze parte della rete delle città creative. La creatività fa parte di questo concorso che crea fragranze legate al nostro territorio. Un ringraziamento all'associazione “I profumi di Boboli” che contribuisce a far luce e dare visibilità a questa arte affascinante”.
“Anche quest'anno siamo orgogliosi di essere presenti a questa importante manifestazione che riporta anche nel mondo del profumo la centralità dell'artigianalità – dichiara Alessandro Vittorio Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze –. Da tempo si sta riscoprendo la necessità di un mercato di nicchia, un mercato diverso, che risponda all’esigenza di quelle tante persone che sempre di più chiedono profumi personalizzati. Il premio I profumi di Boboli testimonia che con l’artigianato si può offrire un’alternativa a chi vuole uscire dall’omologazione della profumeria tradizionale”.
Nel corso della conferenza stampa è stato presentato il Laboratorio “I profumi di Boboli”, percorso di formazione multidisciplinare nell’universo olfattivo (6 aprile 2019/18 gennaio 2020), realizzato in collaborazione con Spezierie Palazzo Vecchio, Brandimarte e con il patrocinio di Confartigianato. È stato annunciato il tema della quarta edizione del Premio Internazionale “I profumi di Boboli”: profumo di argento.
L’evento di premiazione si svolge oggi, alle ore 17.00, Biblioteca delle Oblate di Firenze, Sala Conferenze. La vincitrice riceverà in premio un oggetto cesellato a mano realizzato da Brandimarte, marchio storico della tradizione artigiana fiorentina. Premio speciale della Giuria: il profumo vincitore sarà prodotto, in edizione limitata, da Spezierie Palazzo Vecchio in 60 flaconi e presentato nel negozio di Piazza Signoria. In occasione del Premio, Spezierie Palazzo Vecchio ha realizzato la fragranza "Olimpia".
La Giuria, presieduta da Giovanni Di Massimo, fondatore di Spezierie Palazzo Vecchio, è composta da: Antonella Del Buono (Erboristeria Gremoni dal 1716), Alba Chiara De Vitis (Parfumèide), Francesca Di Massimo (Spezierie Palazzo Vecchio), Bianca Guscelli (titolare Brandimarte), Michela Pazzanese (Docente di Chimica e Scienze Naturali), Edoardo Abruzzese, Giovanni Galli, Costanza Riccardi, Caterina Zerini e Ivo Matteuzzi (Ministero per i Beni Culturali, Capo giardiniere del Giardino di Boboli).
Il Premio Internazionale “I profumi di Boboli” nasce per scoprire nuovi talenti olfattivi che vogliono mettersi in gioco e per favorire l'ecosostenibilità e i saperi dell’arte profumiera che tutelano la tradizione dell’artigianato storico.
Il Premio è organizzato dall'Associazione I profumi di Boboli con il Patrocinio del Comune di Firenze e di Confartigianato e con la collaborazione di Spezierie Palazzo Vecchio e Brandimarte.


Nicoletta Curradi

sabato 16 febbraio 2019

Presentata l’installazione Acque Alte / Acque Basse dell’artista Giampaolo di Cocco




  Ḕ stata presentata il 16 febbraio presso il settore B parcheggio sotterraneo della Stazione di Santa Maria Novella l’installazione   Acque Alte / Acque Basse dell’artista e scrittore fiorentino Giampaolo di Cocco che ha ideato l’opera e ne è stato il progettista e lo scultore- realizzatore. La Firenze Parcheggi ha accettato l’installazione del lavoro nel grande spazio del parcheggio settore “B” e ne ha finanziato il montaggio, provvedendo attrezzature e mano d’opera nell’intento di sorprendere i visitatori con un’opera d’arte di valore ambientale, per rendere più attraente e interessante il tragitto dal deposito dell’auto fino all’uscita al piano terra.
Infatti l’installazione è visibile con prospettive diverse per tutti i cinque piani del grande spazio del parcheggio. “Mi sono meravigliato per lungo tempo di questo spazio così ampio e così vuoto all’interno del parcheggio alla stazione di Santa Maria Novella – ha spiegato Giampaolo di Cocco – Spazi di queste dimensioni e inutilizzati come quello dei cortili A e B sono introvabili a Firenze. In questo caso – ha proseguito l’artista - probabilmente si tratta di spazi di sfogo antincendio ma sono tuttavia suggestivo e affascinanti. Così m’è venuta l’idea di usarlo per l’arte, che forse riempie ma certo non soffoca”
Il titolo Acque Alte/ Acque Basse si riferisce ad un antico simbolismo mesopotamico ripreso dai cattolici, dove la Acque Basse rappresentano la condizione di non - consapevolezza di sé, mentre le Acque Alte sono la condizione dell’illuminato, di chi ha acquisito coscienza di sé. Iniziarsi significava quindi passare nel corso della vita dalle acque basse alle acque alte.
I Babilonesi vedevano nel passaggio dalle Acque Basse del fiume Eufrate alle Acque Alte del Tigri, una metafora della vita umana tesa all’iniziazione, alla autocoscienza. Le Acque Basse rappresentano la non coscienza di sé mentre le Acque Alte evidenziano il raggiungimento dell’autoconsapevolezza. I pesci, animali che si trovano a proprio agio in questo elemento, sono gli esseri che aiutano gli uomini ad uscire dalle Acque Basse della non – consapevolezza.
“Ho pensato subito di realizzare delle grandi creature marine per mettere in evidenza la vastità dello spazio del cortile B – ha proseguito l’artista -  Successivamente mi è venuto  diventato chiaro il significato e la forma dell’intera installazione: avrei messo in scena la divisione Acque Alte/ Acque Basse, ispirandomi al misterioso ed affascinante mosaico del Duomo di Monreale, a Palermo”.
L’installazione è composta da un gruppo di “onde” di acciaio corten, in basso, che rappresentano le Acque Basse, e un altro gruppo di “onde” racchiuse in una corona circolare, in alto, che formano le Acque Alte. I “pesci”, grandi oggetti metallici, avrebbero completato l’installazione
“La grande installazione dà un senso di imponente gravità e nello stesso tempo di potenziale dinamismo – ha spiegato Valerio Dehò, docente di Estetica Accademia delle Bell Arti di Bologna -  Oltre alla simbologia delle Acque Alte/Acque Basse è interessante che in uno spazio così sotterraneo e con una visione obbligata, l’artista abbia scelta di figurare una profondità marina. Una forma di presa di coscienza particolare perché nasce nel ventre della città – ha proseguito il Prof. Dehò -  Il mare è una dimensione interiore e di Cocco non solo ha predisposto un telaio teorico di grande spessore, ma ha realizzato un acquario silente. I garage sotterranei sono simboli di una modernità che non rifiuta di scontrarsi con gli archetipi. Le grotte e le caverne restano degli elementi di riparo e di rifugio ancestrali. L’idea di ambientare in questi spazi le immensità marine popolate da pesci predatori non solo spiazza il pubblico con un acquario fuori posto, ma ricorda il fascino e i pericoli del viaggiare. Scendere dall’alto al basso del parcheggio – ha concluso Valerio Dehò - diventa un breve percorso iniziatico, ma anche un’avventura alla Jules Verne in cui si fondono insieme due suoi celebri romanzi come ‘20.000 leghe sotto i mari’ e ‘Viaggio al centro della terra’. L’arte è sempre ricca di sorprese e di idee. Questa installazione di Giampaolo di Cocco mette insieme il piacere della scoperta dei bambini, con riflessi di una cultura alta che sono parte integrante della cultura mediterranea”.


Nicoletta Curradi 

mercoledì 13 febbraio 2019

Morellino di Scansano a Chianti Lovers: uniti si va lontano



Si è chiusa replicando i positivi numeri dello scorso anno 'lappuntamento con l’attesissima Chianti Lovers, kermesse che per il secondo anno consecutivo ha visto presente anche il Consorzio Tutela Morellino di Scansano con la propria Anteprima.




 Soddisfazione per la collaborazione con il Consorzio Vino Chianti. “Fare sistema tra le denominazioni toscane è una scelta vincente”.
(Firenze, 13 febbraio 2019)  La Fortezza da Basso si è tinta di rosso Chianti e blu Morellino per Chianti Lovers, la manifestazione cult che quest’anno ha visto riconfermare il proprio record di affluenza: ben 4.000 visitatori registrati tra pubblico, stampa e operatori nella giornata di domenica 10 febbraio.
Alessio Durazzi, direttore del Consorzio Tutela Morellino di Scansano, esprime grande soddisfazione per la buona riuscita dell’evento, al quale la storica denominazione maremmana ha aderito per il secondo anno di fila. “Crediamo che la formula ideata dal Consorzio Vino Chianti, promotore della manifestazione, si sia rivelata vincente: Chianti Lovers è stata pioniere tra le Anteprime toscane nell’aprire le proprie porte agli appassionati, dopo la sessione tradizionalmente riservata a stampa e operatori che hanno necessità differenti nell’esperienza di degustazione. Un approccio che ben si sposa con il nostro modo di guardare al mercato e che ci rende ancora più orgogliosi di far parte della kermesse”.
Positivi anche i primi riscontri che si leggono tra le recensioni pubblicate in questi giorni da degustatori e giornalisti della stampa italiana e internazionale, che raccontano di due annate positive per il Morellino di Scansano. Da un lato il 2016, di cui è stato possibile degustare diverse Riserva: un’annata caratterizzata da una stagione estiva molto calda e da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, che hanno avuto risvolti positivi sui vini rossi, generalmente ben strutturati, eleganti e bilanciati. Dall’altro il 2018, rappresentato dalle etichette Annata: una campagna dall’andamento positivo, che ha portato a buoni volumi e ad altrettanta qualità in vigna, dando vita a vini vivaci con aromi e profumi ben marcati.
“Ne siamo fermamente convinti: l’unione fa la forza” conclude Rossano Teglielli, Presidente del Consorzio Tutela Morellino di Scansano. “In questa edizione ancor più che nella precedente abbiamo potuto apprezzare un grande interesse da parte del pubblico internazionale presente, desideroso di conoscere da vicino tutte le sfaccettature dell’offerta enologica di una regione affascinante e variegata come la Toscana, che proprio nella sua ricchezza di sfumature ha uno dei suoi punti di forza”.
Info: www.consorziomorellino.it
LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO. Riconosciuto denominazione di origine controllata nel 1978, il Morellino di Scansano festeggia quest’anno i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007. L’area di produzione si estende nella zona sud ovest della provincia di Grosseto, abbracciando per intero il territorio del Comune di Scansano, buona parte dei Comuni di Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano e parte dei comuni di Campagnatico, Roccalbegna e Semproniano. Tra i mercati principali della denominazione c’è l’Italia, che assorbe circa il 75% della produzione, seguita da Stati Uniti e Germania.
Il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori, si impegna per la tutela e la promozione della denominazione. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato.

Nicoletta Curradi

A Firenze un convegno sulla morte cardiaca improvvisa



Ogni anno, in Italia, circa 50.000 persone vengono colpite da arresto cardiaco improvviso,  malcheigna che può diventare letale se non si interviene tempestivamente con un defibrillatoreper ripristinare il normale ritmo del cuore. Di morte cardiaca improvvisa, e delle sue implicazioni scientifiche e mediche, si parlerà a Firenze il 13 e 14 febbraio all’Auditorium al Duomo, in un importante incontro “multidisciplinare” che metterà a confronto cardiologi, internisti, medici dell’urgenza, infermieri professionali e ricercatori di base, operatori della Sanità che ogni giorno, spesso in emergenza, sono chiamati ad affrontare il problema.
Nella due giorni fiorentina, dal titolo “Morte cardiaca improvvisa, dalla scienza di base alla prevenzione multidisciplinare”, verranno affrontati tutti gli aspetti attraverso discipline precliniche e cliniche e analizzate le soluzioni terapeutiche che la scienza moderna mette oggi a disposizione, dai nuovi farmaci ai dispositivi medici, senza trascurare gli aspetti bioetici, psicologici e antropologici intrinsecamente legati al tema. Ricordando, in proposito, la grande eco mediatica registrata da tragici episodi in ambito sportivo, basti pensare al calciatore Piermario Morosini o al campione di pallavolo Vigor Bovolenta, i cui  nomi sono tristemente associati alle “morti in campo”.
Nella maggior parte dei casi, la morte cardiaca improvvisa va ricondotta a una malattia cardiaca preesistente nei pazienti over 40 anni, e a condizioni genetiche come cardiomiopatie o canalopatie nel pazienti più giovani.
Commenta, in proposito, il professor IACOPO OLIVOTTO, Responsabile Scientifico del convegno e Responsabile della Unit Cardiomiopatie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi: “La rete di professionisti che si occupa di morte improvvisa è composta dalle figure più varie: chi si occupa del “prima”, cioè della prevenzione, chi del “durante”, come i medici del 118 e del Pronto Soccorso, e chi del “dopo”, come i cardiologi, i patologi e i genetisti che devono arrivare ad una diagnosi di certezza, gli specialisti di device come i defibrillatori, gli psicologi e gli specialisti di bioetica.  Questo convegno intende far dialogare tra loro tutte queste figure che spesso operano in modo separato e distinto, con limitato scambio di competenze ed esperienze. Solo da una vera integrazione di discipline così diverse potrà originarsi una risposta organica, integrata ed efficiente al problema dell’arresto cardiaco e della morte improvvisa”.
Fra le soluzioni terapeutiche più innovative, di cui si parlerà a Firenze, vanno menzionati i defibrillatori impiantabili, oggi presenti nella versione con elettrocateteri transvenosi oppure in quella, recentissima, sottocutanea, dove il dispositivo viene impiantato sotto la pelle senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni. Il “Subcutaneous Implantable Cardioverter Defibrillator S-ICD, ha ottenuto il marchio CE e l’approvazione della FDA ed è, attualmente, l’unico dispositivo che funziona senza coinvolgere il cuore e l’apparato sanguigno. Ne potrebbero beneficiare, in modo significativo, molte persone che soffrono di anomalie elettriche primitive del cuore (canalopatie), oppure di malattie del miocardio (cardiomiopatie).
Ne parlerà, nel suo intervento dal titolo “Defibrillatori impiantabili: endocavitario e sottocutaneo” il dottor  PAOLO PIERAGNOLI, Direttore della Aritmologia di Careggi. I vantaggi dei defibrillatori sottocutanei, rispetto ai dispositivi impiantabili tradizionali si riferiscono soprattutto all’assenza di rischi derivanti dall’inserimento dei cateteri transvenosi; si aggiunga un aspetto solo apparentemente marginale e cioè la bassa invasività della procedura anche sotto il profilo estetico, un fattore che la rende particolarmente apprezzata dai pazienti giovani.
Infine, un aspetto cruciale delle tecnologie contro la morte cardiaca improvvisa , di cui si parlerà anche a Firenze, riguarda la longevità dei dispositivi medici impiantabili, assicurata da batterie di lunga durata al fine di ridurre al minimo gli interventi di sostituzione. I defibrillatori sottocutanei S-ICD hanno una durata di circa 6 anni, per un utilizzo costante e regolare. Si tratta di un aspetto di formidabile rassicurazione non solo per i medici, ma per gli stessi pazienti che per il 73% si dicono “preoccupati” della durata del proprio dispositivo. Si aggiunga che le possibili complicanze, legate alle procedure di estrazione e reimpianto, hanno un costo elevato dal punto di vista medico e psicologico, oltre che prettamente economico. Vanno considerati, infatti, la degenza in ospedale e il costo dei trattamenti destinati a scongiurare eventuali infezioni, costo che incide per il 40% sull’importo totale della sostituzione. La notevole durata dei defibrillatori sottocutanei genera, pertanto, non solo benefici per la salute, ma la riduzione di 1/3 dei costi sostenuti per l’impianto di dispositivi transvenosi “tradizionali”.

Nicoletta Curradi

venerdì 8 febbraio 2019

Gastroped all:Istituto degli Innocenti



Gastroped, incontri di Gastroentelorogia e Nutrizione Pediatrica" si tiene l'8 e il 9 febbraio 2019, all'Istituto degli Innocenti, in collaborazione con l'Università di Firenze e l'ospedale pediatrico Meyer. Parteciperanno relatori da tutta Italia per affrontare diversi temi dalle novità terapeutiche all’alimentazione infantile tra tradizione, moda, educazione alimentare. Il Congresso, promosso dal professor Paolo Lionetti è a numero chiuso: sono accettate le prime 250 iscrizioni.

Nicoletta Curradi 

martedì 5 febbraio 2019

Una fiaba moderna al cinema: Copperman


Esce nelle sale il 7 febbraio il film "Copperman", presentato in anteprima al cinema Principe di Firenze  



Le cose non sono mai quelle che sembrano e neanche io sono quello che sembro". Copperman  è un uomo che viaggia nel mondo con l'innocenza di un bambino e il cuore di un leone. Abbandonato dal padre, che lui crede un supereroe, Anselmo, interpretato da Luca Argentero, vive con la madre che a forza di ripetergli quanto sia "speciale", se ne è convinto anche lui. E proprio come Forrest Gump ha conservato nel tempo una purezza infantile e il candore disarmante di chi non conosce la diffidenza. Il suo grande amore è Titti (Antonia Truppo) onosciuta a scuola alle 10, 34 minuti e 12 secondi di un giorno speciale e poi inghiottita da un' assenza troppo lunga. E poi c'è Silvano (Tommaso Ragno), il fabbro del paese, arrivato non si sa da dove, suo padre putativo e mentore. Uno che ha poche parole e una pistola. E che è diventato suo amico dalle 11 e 47 minuti del 12 aprile 1991. Grazie a lui, Anselmo diventa Copperman.. La regia è di Eros Puglielli, produzione Elio film con RAI Cinema Distribuito da Notorious Pictures. 


Un film da non perdere.


Nicoletta Curradi

Hidetoshi Nagasawa, la scultura degli anni '70 alla Galleria Il Ponte



Dopo la recente scomparsa, la galleria Il Ponte dedica a Hidetoshi Nagasawa, artista con cui ha collaborato più volte a partire dalla mostra "Interferenza", tenutasi in galleria nell'ottobre-dicembre 2005, una retrospettiva incentrata sugli anni '70, aperta fino al 10 maggio.
Specificatamente dal 1969 al 1979. In questi anni, infatti Nagasawa, giunto in Italia nel 1967 definisce il suo modo di essere artista. Trovando nelle scultura, spesso giocata anche su minimi rilievi della superficie, la propria modalità espressiva, sviluppata poi per tutta la sua vita. La mostra e il catalogo sono incentrati su un importante e raro nucleo di opere degli anni ’70. In mostra ne verrà presentato una serrata selezione fra le quali "Colonna" (1972), "Viti di Bagdad" (1975).
In catalogo sarà invece pubblicato un ampio repertorio di immagini delle opere sempre di quegli anni.
Hidetoshi Nagasawa nasce in Manciuria (da genitori giapponesi, ivi trasferitisi per il lavoro del padre, medico militare) il 30 ottobre del 1940. Durante il conflitto mondiale con l’attacco dell’Unione Sovietica la famiglia è costretta a fuggire in Giappone, vicino Tokyo. In questi difficili anni minati dalla guerra, Nagasawa frequenta la scuola secondaria dove si avvicina all’arte contemporanea aprendosi ai gruppi d’avanguardia (Neo-Dada) e in particolar modo scoprendo l’attività del gruppo Gutai (di cui ammira la creatività, la libertà di espressione attraverso le loro Azioni e la novità del linguaggio – con ogni mezzo si può esprimere l’idea – in opposizione alla tradizionale cultura accademica dell’ambiente artistico giapponese) visitando le loro ripetute Esposizioni Indipendenti organizzate al Museo di Tokyo dal giornale Yomiuri News Paper fino al 1964.
Nel 1963 si laurea al corso di Architettura e Interior Design e in seguito lavora in uno studio di design di un grande magazzino e poi in uno studio di architettura.
Nel 1966 inizia il suo – quanto mai fondamentale e per la sua vita e per la sua arte – viaggio in bicicletta attraverso l’Asia toccando Bangkok, la Malesia, Singapore, l’India, il Pakistan, l’Afghanistan, la Persia, l’Iraq, la Giordania, il Libano, la Siria, la Turchia. Dall’Oriente all’Occidente, dalla Grecia all’Italia, da Brindisi a Napoli, Roma, Firenze e Milano, dove nel 1967 si conclude la sua irripetibile avventura (tipicamente zen: non proporsi dove arrivare, ma far tesoro di ogni esperienza vissuta per il raggiungimento del profondo sé – che per l’artista si sublimerà con la pratica dell’Arte).
Negli anni Sessanta a Milano si respira un clima di stimolante fervore artistico (l’esperienza dell’operato di Manzoni, di Fontana, e ora dell’Arte Povera) al quale non si sottrae Nagasawa che, trasferendosi nel quartiere operaio di Sesto San Giovanni, entra in contatto con artisti come Castellani, Fabro, Nigro, Trotta, Ongaro. In particolar modo stringerà una forte amicizia con Fabro.
Dal 1968 il lavoro di Nagasawa procede senza interruzioni creando i Solidi di plexiglas, gli Oggetti manipolati, le Azioni nella campagna lombarda. Nello stesso anno prende parte all’Art Festival di Anfo – Brescia – insieme al Gruppo Torinese (Marisa Merz, Getulio Alviani, Nanda Vigo).
Dei primi anni Settanta le prime personali, a Milano (Gallerie Lambert, Galleria Toselli), Roma (Gallerie L’Attico, Arco d’Alibert), Torino (Galleria Christian Stein) in cui l’artista rivela un suo percorso che si inserisce nell’ambito dell’ Arte Concettuale passando dai video alle parole, concepite come elemento visivo, incise su lastre metalliche.
In questi anni prende corpo anche una vera e propria produzione scultorea, con l’impiego dell’oro, del marmo, del bronzo.
Nel 1972 partecipa alla XXXVI Biennale di Venezia e sviluppa un importante rapporto di lavoro con Ardemagni della galleria milanese Arte Borgogna, che cura il catalogo della mostra dello stesso anno tenuta da Nagasawa a Basilea, Internationale Kunstmesse Art 3 ’72, con testi di Pierre Restany e Gianni Schubert.
Questo decennio ed il successivo vedono l’artista cimentarsi con successo in una produzione vasta e varia per temi (l’impronta del corpo, lo spazio, il tempo), mezzi di espressione, materiali (legno, ferro, cera, carta, bambù). Riscopre il valore della manualità e la scultura si espande su scala spaziale, risolvendosi in vera e propria creazione di “luoghi” (tra i soggetti ricorrenti, dimore, stanze, porte, muri, recinti, barche, paraventi).
I riferimenti alla cultura orientale si accentuano; il tema del viaggio come passaggio tra diverse realtà, il bilico delle sue opere tra visibile e invisibile, la materialità della scultura che si rende leggera e trasparente sono condizioni determinanti nella manifestazione del proprio linguaggio.
Conseguentemente, gli impegni espositivi nazionali ed internazionali in personali e collettive, in spazi pubblici: 1978, Firenze, Palazzo Strozzi; 1982 e ’88, Biennale di Venezia; Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna e privati: 1981, Galleria Sperone, Torino; 1988, Galleria Valeria Belvedere, Milano (con la quale intesse un rapporto artistico costante con esposizioni nel 1990, 1992, 1993, 1996). Si susseguono Documenta di Kassel (1992), Biennale di Venezia (1993) – con sala monografica nel Padiglione Italiano – International Exhibition Center di Tokyo (1995, Giardino delle Sette Fontane, il primo giardino realizzato dall’artista), Fattoria di Celle di Pistoia (Iperuranio) e Fondazione Mirò di Palma di Mallorca (1996, Jardin), Palazzo della Triennale di Milano e Palazzo Pretorio di Certaldo (2001, Giardino della casa del té), Palazzo delle Stelline di Milano (2002), Il Caffè Letterario di Modena (2003), Galleria Arco d’Alibert (2004) e Nuova Pesa di Roma e galleria Il Ponte di Firenze con la mostra Interferenza (2005). Nel 2006 partecipa alla XII Biennale Internazionale di Scultura di Carrara ed espone presso la Torre di Guevara di Ischia. Nel 2008 realizza l’opera Giardino rovesciato per il parco-museo della Villa medicea La Magia a Quarrata (Pistoia).
Tra le mostre degli ultimi anni si ricorda Nagasawa. Dove tende Aurora, organizzata fra il 2009 e il 2010 in Giappone a Saitama (Kawangoe City Museum / The Museum of Modern art), Osaka (The National Museum of Art), Kanagawa (The Museum of Moder Art) e Nagasaki (Prefectural Art Museum); Nel segno della Croce, Galleria San Fedele (Milano, 2010); Hidetoshi Nagasawa, MACRO (Roma, 2013); Hidetoshi Nagasawa, CAMUSAC (Cassino, 2014, a cura di Bruno Corà); Sette Anelli, Renata Fabbri arte contemporanea (Milano, 2015); Vortici, Palazzo Ducale (Mantova, 2016); Galleggiamento, Galleria Adalberto Catanzaro (Bagheria 2017, a cura di Bruno Corà); Hidetoshi Nagasawa. La scultura degli anni '70, Galleria Il Ponte (Firenze, 2019, a cura di Bruno Corà). Le sue opere sono nelle collezioni del Solomon R.Guggenheim Museum di New York, Middelheim Muse, Anversa, e Giappone (National Museum of Modern Art, Osaka; Museum of Contemporary Art, Hiroshima; Municipio Adachi-ku, Tokyo; Contemporary Art Center, Mito), che espongono i suoi lavori. Muore a Milano nel marzo del 2018.

Nicoletta Curradi

Pasquale Galbusera espone alla Galleria del Palazzo


“Pasquale Galbusera. Viaggio di sola andata”a cura di Maurizio Vanni Galleria del Palazzo Coveri, Firenze10 febbraio – 30 aprile 2019



Vernissage 9 febbraio ore 18:30 
Con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale della Toscana dal 10 febbraio al 30 aprile2019 la Galleria del Palazzo Coveri ospiterà la mostra “Pasquale Galbusera. Viaggio di sola andata”, acura   di   Maurizio   Vanni,  e  prodotta   da  MVIVA.   Si   tratta   della   terza   tappa   dell’esposizione  itinerantedell’artista lombardo, dopo quelle tenutesi in Italia al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art e inArgentina a La Abadía – Centro de Arte y Estudios Latinoamericanos  a Buenos Aires, che anticipa quellache si terrà sempre quest’anno al MAC – Museu de Arte Contemporânea da Universidade de São Paulo inBrasile. Per la sede fiorentina, Pasquale Galbusera ha scelto di far conoscere al pubblico una selezione di30 opere tra sculture lignee, dipinti e serigrafie che richiamano il suo percorso creativo e artistico deglianni Duemila. Il suo fare arte corrisponde a un immaginario e sorprendente viaggio che lo ha portato ad esplorare tecnichee materiali differenti. Come scrive Maurizio Vanni: “Galbusera intende il viaggio come desiderio e necessitàdi aprire la propria mente a qualcosa che non sta comodamente davanti ai suoi occhi, come una costantetensione verso la conoscenza nell'intraprendente, eccitante e imprevedibile abbandono all’inesplorato”. Unainvestigazione   emozionale   ed   esperienziale   dunque   che   lo   ha   visto   mettersi   completamente   in   gioco,sospinto da quella libertà espressiva e da quella lucida follia che gli permettono di indagare le dimensionidell’ignoto.Quello di Galbusera è un viaggio di sola andata, un tragitto che non conosce esitazioni o incertezze nel suodesiderio di conoscenza. La sua può essere considerata un’arte “umanistica” e non naturalistica. Se l'uomo,direttamente   o   indirettamente,   è   quasi   sempre   presente   nelle   sue   iconografie,   la   natura   è   solo   allusaattraverso un’ossessiva ricerca di sintesi. Forme, materiali, superfici, spazio e luci sono pianificati senza maitenere in considerazione il dato fenomenico, ma al tempo stesso pare evidente una insistita relazione conl’essenza di una realtà personale che si apre in tempi differiti di fronte agli occhi del fruitore. In particolarenella   scultura,   Galbusera   accetta   la   sfida   del   confronto   con   il   Tutto,   si   relaziona   con   il   diverso   da   séattraverso una grande e naturale predisposizione all’adattamento a situazioni imprevedibili e razionalmenteinspiegabili. “Nelle sue opere – sottolinea Vanni – non percepiamo mai un atteggiamento di astrazione, undesiderio di pura sperimentazione della materia o del segno, della luce o del colore, ma piuttosto una volontàprecisa di sintesi e di indagine sull’uomo e attraverso l’uomo”.Durante il  vernissage  che si terrà  sabato 9 febbraio 2019 alle ore 18:30  sarà presentata la prestigiosamonografia   in   due   volumi  “Pasquale   Galbusera.   Viaggio   di   sola   andata”  (760   pagine,   1.000illustrazioni) su tutta l’opera dell’artista lombardo realizzata dalla casa editrice  Skira  con testi di MaurizioVanni.Note biografiche di Pasquale GalbuseraNasce a Bernareggio (MB) nel 1943.  Si  forma sotto  la  guida  di  artigiani  esperti  del legno  e  di  eccellenti  ceramisti,all’interno di  varie fondazioni e gruppi  di artisti negli anni Sessanta e  Settanta a Milano, dove  si respira un’energiaculturale rivoluzionaria. All’inizio degli anni Settanta, la prima esposizione di disegni e acquerelli. Nel 1976, a PalazzoLitta a Milano, la prima esposizione di quadri ad olio su tela e olio su carta. Nello stesso anno viene realizzata la primascultura in legno. Gli   anni   Ottanta   sono   fondamentali   per   la   produzione   di   Galbusera:   dà   forma   alla   prima   scultura   in   bronzo   eapprofondisce la tecnica della ceramica e dei bassorilievi in legno d’acero; cerca un confronto con altri legni ancheattraverso sperimentazioni legate alla simbiosi di due essenze diverse; aumenta le dimensioni delle sculture riservandomassima attenzione all’interazione tra volume, spazio, luce e colore. Gli anni Novanta  inaugurano una lunga serie disuccessi internazionali e sono caratterizzati da lavori sempre più intraprendenti con l’utilizzo di materiali diversi come ilbronzo, l’ottone, la porcellana e il vetro, insieme alla ricerca condotta su nuovi legni.Il Duemila si apre con una impensabile sfida alla forza di gravità, con sculture monumentali imponenti e un tortuosoconfronto   creativo   con   l’olivo.   Di   questo   periodo   sono   le   sperimentazioni   su   tessuto.   Il   nuovo   millennio   sicontraddistingue,   inoltre,   per   una   grande   produzione   sacrale,   un   viaggio   nella   spiritualità   contemporanea,   in   cuiGalbusera non viola la sacralità dello spazio e dell’oggetto ma aggiunge a un alfabeto già autorevole lettere nuove,complementari   e   compatibili   con   quelle   esistenti.   In   questo   ambito   si   inserisce   nel   2005   la   suggestiva   e   totaleristrutturazione, tramite opere lignee e arredi liturgici, della Cripta di San Francesco nella Basilica Papale di Santa Mariadegli  Angeli  in   Porziuncola  ad  Assisi.  Nel   2017,  l’Arcivescovo  di  Danzica   Sławoj  Leszek  Głódź   affida   a  Galbuseral’incarico di realizzare il progetto per l’arredo liturgico della nuova cattedrale che sarà dedicata a San Giovanni Paolo II. Galleria del Palazzo Coveri.  Firenze- Lungarno Guicciardini, 19
“Pasquale Galbusera. Viaggio di sola andata” a cura di Maurizio Vanni Con il patrocinio di: Presidenza del Consiglio Regionale della Toscana Con il supporto di: Enrico Coveri MaisonUna produzione di: MVIVA Vernissage: 9 febbraio ore 18:3010 febbraio al 30 aprile 2019Orario: da martedì a sabato dalle 11 alle 13 e dalle 15:30 alle 19. Chiuso lunedì e giorni festivi. Domenica su appuntamento Ingresso libero
info:Galleria del Palazzo Coveri Lungarno Guicciardini, 19 - 50125 Firenze tel. +39 055 281044 Fax +39 05 264411


Nicoletta Curradi 

domenica 3 febbraio 2019

L’eccellenza del tessile per la casa riparte da Firenze


  Partita in grande stile alla Fortezza da Basso FIRENZE HOME TEXSTYLE, la nuova fiera sulle collezioni di biancheria per la casa e nautica. Presenti alla cerimonia inaugurale il presidente di Firenze Fiera, Leonardo Bassilichi il presidente della Camera di Commercio di Pistoia. Stefano Morandi, l’assessore regionale alle attività produttive, Stefano Ciuoffo ed altre autorità e istituzioni toscane.
“Firenze punta a diventare una piattaforma sempre più attrattiva in Italia per il lancio e lo sviluppo delle eccellenze del made in Italy, l’inaugurazione di Home TexStyle va in questa direzione”, ha commentato Leonardo Bassilichi. “Siamo riusciti a riportare a casa, grazie al lavoro comune con soggetti pubblici e privati, le imprese di altissimo profilo in un settore importantissimo che mancava da anni alla Fortezza da Basso. Ed è soltanto l’inizio, considerando che ad aprile sarà la volta di MIDA2019, la nuova mostra internazionale dell’artigianato e che abbiamo portato a Firenze la più importante manifestazione sulla scuola e l’educazione: Didacta".
“La Toscana oggi con queste due fiere in contemporanea si rappresenta come sistema integrato – ha dichiarato l’assessore regionale Stefano Ciuffo – Lo fa valorizzando le sue eccellenze, recuperando memoria, storia e tradizione. Produrre in Toscana – ha concluso – significa anche produrre un messaggio, un valore in più alla materialità delle nostre produzioni”.
Ampia la partecipazione di buyer, operatori, giornalisti, fotografi e infuencer che hanno affollato da subito l’area sfilate dove si è svolto il Glamour Show fermandosi poi in visita ai vari stand.
Nel filo della tradizione e dell’innovazione la ditta Busatti di Anghiari (antica tessitura nata ufficialmente nel 1842 ma operosa già nel Settecento quando le truppe napoleoniche invasero la Valtiberina, iscritta all’Unione delle Imprese Storiche Italiane), porta in fiera la sua ultimissima produzione. Filati di primissima qualità e rigorosamente in fibra naturale: cotone ritorto, lino a lungo tiglio e pura lana dell'Appennino, dell'Alta Umbria e del Casentino.Ci sono anche le nuove proposte di Stefano Sassolini, 32 anni, appartenente alla ottava generazione di tessitori di famiglia: tovagliati in azzurro pallido ottenuto dalla lavorazione del ‘guado’ o 'gualdo', una pianta speciale coltivata nella vallata aretina, con effetti cromatici particolarissimi, gli stessi che scelse Pier della Francesca per il caldo ed avvolgente manto della Madonna del Parto di Monterchi. Fra gli ultimi lavori anche una tovaglia lunga venti metri per la festa di una Rothschild a Siena.
“Partecipare a Home Texstyle rappresenta per me un ritorno graditissimo a Firenze dove in passato ho partecipato a varie edizioni di Pitti Casa – afferma Mario Arcangeli titolare di Mastro Raphael che a Spoleto produce, grazie ad un perfetto mix fra artigianalità e know how tecnologico all’avanguardia, prodotti di altissima qualità rivolti ad un mercato internazionale con a capo Francia, Svizzera, Germania, ma anche Stati Uniti, Paesi del Golfo e Cina. Crediamo molto in questa nuova fiera per lo scouting di nuovi clienti ed operatori. Essere presenti significa esserci e dimostrare che siamo una azienda diversa che realizza prodotti unici dando vita ad un’estetica raffinata ed a un sempre nuovo concetto di bellezza emozionale”.
        Non potevano mancare gli Artigiani Tappezzieri, presenti in fiera con un ampio stand sotto la sigla CITA (Consociazione Italiana Tappezzieri Arredatori) per testimoniare – con lavorazioni in diretta – che il tappezziere è un mestiere ancora vivo che si fa con passione e che abbraccia molti settori: dalla sedie al sofà classico di design, dalla tenda d’interno alle tende solari, dai letti imbottiti all’auto fino alla nautica. Parola d’ordine:  creatività, alta manualità e ricerca sopraffina dei tessili.



Nicoletta Curradi
Fabrizio Del Bimbo