mercoledì 23 dicembre 2020

Coop.fi, la ricerca scientifica al centro

 Piccoli e grandi contributi che mettono la ricerca scientifica al centro. Mentre le donazioni hanno superato quota 800.00 euro oltre metà del milione e mezzo previsto per il sostegno a Toscana Life Sciences è già stato raggiunto, anche l'assessora regionale alla ricerca Alessandra Nardini, il prorettore alla ricerca dell'Università di Firenze, Marco Bindi e il presidente di Toscana Life Sciences, Fabrizio Landi, hanno dato il loro appoggio alla campagna oggi, 23 dicembre 2020, al Coop.Fi di Novoli a Firenze. Un modo per tenere alta l'attenzione sull'importanza del lavoro svolto dai giovani ricercatori del Mad Lab di Toscana Life Sciences nel momento in cui la mutazione del virus è di estrema attualità.

 

La campagna Sosteniamo la ricerca oggi per tornare più vicini domani, promossa da Unicoop Firenze insieme a Coop Alleanza 3.0, Unicoop Tirreno, Coop Centro Italia, Coop Unione Amiatina e Coop Reno. infatti si pone come raccolta fondi popolare per sostenere i ricercatori del MAD Lab di Toscana Life Sciences, coordinato dal professor Rino Rappuoli, scienziato di fama mondiale. Nato nel 2018 per studiare possibili soluzioni al fenomeno dell’antibiotico resistenza (identificata dalla comunità scientifica internazionale come prima causa di mortalità a livello mondiale nei prossimi decenni), il MAD Lab da marzo scorso ha prontamente indirizzato le proprie competenze nell’individuazione di anticorpi monoclonali umani capaci di curare il Covid-19. Più facili da riprodurre a livello industriale rispetto ai vaccini, questi anticorpi rappresentano già una risorsa di avanguardia per la cura di molte malattie come i tumori. Ad oggi, la previsione è di poter contare su una terapia specifica antiCovid entro la primavera 2021. Ma l'aspetto più importante della campagna riguarda il futuro della ricerca: come racconta la cronaca di queste ore, la comunità scientifica ha già identificato alcune mutazioni del virus ed è dunque importante approfondirne la conoscenza per poter rispondere tempestivamente con cure efficaci e mirate.

 


"Ringrazio Unicoop Firenze per aver pensato e organizzato questa campagna di sostegno alla ricerca. La pandemia ci ha mostrato con assoluta evidenza che donare e investire in ricerca significa non solo proteggere e salvare vite e migliorare la qualità della vita di ciascuno, ma anche tutelare la nostra economia, la nostra coesione sociale e la tenuta delle nostre comunità. Tanto i vaccini, quanto l'individuazione di terapie efficaci per il Covid-19 oggi sono condizioni necessarie per uscire dalla profonda alterazione delle nostre dinamiche relazionali e sociali e dalle molte restrizioni che stiamo vivendo. Oggi più che mai sentiamo che la ricerca scientifica è davvero un pilastro fondamentale per garantire benessere, sviluppo e protezione al futuro dell'intera società" ha affermato l'assessora regionale alla ricerca Alessandra Nardini.

 


Se ve ne fosse necessità l’emergenza pandemica che stiamo vivendo ha ribadito importanza che la ricerca scientifica ha per la nostra società e come l’unica possibilità che abbiamo per uscire da emergenze come questa o come quella ambientale-climatica è quella di investire in ricerca e in trasferimento delle conoscenze. Purtroppo il rischio è quello che superata l’emergenza il ruolo e soprattutto gli investimenti nella ricerca perdano di nuovo importanza – ha spiegato Marco Bindi, prorettore alla ricerca dell'Università di Firenze - A livello europeo il ruolo della ricerca è ben evidente, visto che nonostante il dirottamento di una parte dei fondi sull'emergenza covid, il finanziamento per il periodo 2021-27 appena approvato dai 27 Paesi è di oltre 95 miliardi con un incremento di quasi il 20% rispetto al precedente budget, nonostante l’uscita della Gran Bretagna. Altrettanto dovrebbe essere fatto a livello nazionale visto che la qualità della ricerche condotte dagli scienziati italiani è riconosciuta a livello mondiale (ben superiore della media EU). Purtroppo, in termini di investimenti siamo molto sottola media EU sia come finanziamenti per singolo ricercatore sia come numero di ricercatori per abitante e sopratutto mancano delle strategie e investimenti di lungo periodo e incentrate sui giovani, che spesso sono costretti a lasciare il nostro Paese”.

 

Ritengo quindi che iniziative come queste stiano sempre più diventando un sistema per finanziare ricerche di altissima qualità e servano anche per far capire ai cittadini il ruolo sociale, culturale e infine anche economico che investire in ricerca può avere – ha concluso Bindi - Perchè possa passare il concetto che fare ricerca è un investimento che la nostra società può fare per il presente e soprattutto per le future generazioni, e non un costo, in alcuni casi considerato anche poco utile, come spesso avviene”.

 

“La ricerca scientifica non si ferma mai, e continuare a investire nel suo sviluppo significa contribuire al benessere, alla crescita e alla salute di tutti. Un impegno che la Fondazione Toscana Life Sciences ha messo in campo fin dalla sua nascita, contribuendo a creare un modello che dimostra come è possibile fare ricerca di qualità nel nostro Paese. Un sistema virtuoso che attrae talenti e risorse e ha creato le condizioni giuste per giocare un ruolo determinante nel dare risposta all’emergenza in corso - ha commentato Fabrizio Landi, Presidente della Fondazione Toscana Life Sciences - Il progetto di crowdfunding lanciato da Coop è l’ulteriore dimostrazione delle caratteristiche del sistema TLS che poggia sul supporto pubblico-privato e, oggi, anche sul contributo della cittadinanza. La raccolta fondi di Coop, già in queste prime settimane, ci ha fatto sentire la vicinanza di tante persone e comunità in giro per il Paese. Un affetto speciale che ci scalda il cuore. Il nostro più sentito ringraziamento va a tutti i soci e clienti Coop che ci hanno aiutato e spero ci aiuteranno, anche in questi giorni di festa, a continuare a investire nel valore della scienza”

 

Un grande grazie a tutti i soci, clienti e cittadini che hanno contribuito: sono oltre 55.000 quanti hanno donato alle casse, consapevoli che la sfida di tornare alla normalità pre Covid si vince grazie alla ricerca ed si vince come comunità – fanno sapere da Unicoop Firenze- L’emergenza causata dal virus Covid-19 ha messo in evidenza le nostre fragilità: salute, lavoro, libertà individuale non sono più stabili né certi. Allo stesso tempo abbiamo capito che le cose fondamentali richiedono cura, investimenti in qualità e quantità, un allungamento dell’orizzonte temporale della nostra vita individuale e collettiva. Fra questi quello sulla ricerca è forse il più urgente, per questo abbiamo promosso Sosteniamo la ricerca oggi per tornare più vicini domani, con due principali obiettivi: diffondere la consapevolezza che la ricerca scientifica e gli investimenti ad essa destinati ci riguardano, riguardano la nostra vita, e raccogliere fondi per sostenerla e dare opportunità a giovani ricercatori di mettere il loro studio e talento al servizio della comunità”.

 

Si può contribuire a favore della ricerca scientifica fino al 6 gennaio 2021 donando punti della Carta socio o denaro alle casse, sulla piattaforma on line di Eppela (www.eppela.com/curiamolaricercainsiemeacoop) e con bonifico bancario sul conto corrente dedicato IT57I0306909606100000175655.  

Le cooperative che aderiscono alla campagna raddoppieranno quanto raccolto e i risultati via via raggiunti saranno monitorati e comunicati.


Fabrizio Del Bimbo 


Foto di Nicoletta Curradi 


martedì 10 novembre 2020

Il rock di Patti Smith inaugura il 61/o Festival dei Popoli




 La prima mondiale di Patti in Florence di Edoardo Zucchetti inaugura la 61° edizione del Festival dei Popoli, il Festival Internazionale del Film Documentario, che si terrà on line dal 15 al 22 novembre su Più Compagnia, la sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze in collaborazione con MYmovies.itIl documentario sarà visibile dal 15 e on demand per una settimana.

Patti in Florence (15/11 alle 21) è un racconto in musica e parole sul rapporto speciale tra Patti Smith e la città di Firenze, nato in occasione del leggendario concerto del 10 settembre 1979 allo Stadio Artemio Franchi davanti a 60.000 spettatori.  Un ponte culturale tra gli Stati Uniti e l'Italia, tra New York e la Toscana, che la stessa Patti Smith ha voluto celebrare trent'anni dopo con il progetto “I was in Florence”, fatto di performance e improvvisazioni, fra strade, musei, teatri e piazze. “Per tutto il tempo che passò in città fui la sua ombra – spiega il regista - con una telecamera mal funzionante, una manciata di nastri e una buona dose di incoscienza; volevo immortalare il suo girovagare e raccontare per immagini l’amore che aveva lei per la città e la città per lei. Avevo 22 anni, ero appena uscito dall’università e volevo fare il regista”. “Pensavo di esordire giovanissimo – ha detto Zucchetti - con un documentario come “No Direction Home: Bob Dylan”, ma all’epoca il materiale non convinse chi avrebbe potuto finanziare il progetto e rimase quindi chiuso in un cassetto fino al 2015”.

Edoardo Zucchetti, regista - Era l’anno in cui la Patti Smith Band celebrava i quarant'anni dal tour Horses, con la stessa scaletta del 1979 e del 2009, ed io nel frattempo avevo fatto la giusta gavetta fra teatro, opera e cinema. Mi feci nuovamente avanti, insieme agli organizzatori del concerto, con Fondazione Sistema Toscana e trovai il partner ideale per questa impresa. Dopo aver setacciato gli archivi della Biblioteca Nazionale, della Rai, di New Press Photo e di Radio 100 Fiori iniziai a chiedere interviste ai compagni di viaggio di Patti. I primi a prestarmi la loro voce furono il chitarrista e storico membro della band Lanny Kane, e il batterista Jay Dee Daugherty, suoi compagni di viaggio che l’avevano accompagnata dal CBGB di New York City al Doccione in Casentino. Negli anni si sono aggiunti racconti, ricordi, volti amici e collaboratori della cantante: i giornalisti Ernesto Assante, Gino Castaldo e Luca Sofri, che dagli anni '70 ne narrano le continue incursioni europee; il tour manager Stefano Righi insieme a Massimo Gramigni e Claudio Bertini, organizzatori dei suoi concerti fiorentini dai tempi del PCI e di Radio Cento Fiori, per la quale sono presenti Michele Ventura, Massimo Bellomo, Ernesto Ferrara; i fotografi Saulo Bambi, Stefano Rovai, e Massimo Sestini. Infine, un tributo all’amicizia con Emergency nata sotto la statua di Dante in Piazza Santa Croce, raccontata da Cecilia Strada, Maso Notarianni e la Casa del Vento, band aretina e unico gruppo di artisti italiani ad aver inciso alcuni brani in un album di Patti Smith.

 

La manifestazione - presieduta da Vittorio Iervese e diretta da Alessandro Stellino per la parte artistica e Claudia Maci per l’organizzazione generale - è realizzata con il contributo di MiBACT - Direzione Generale Cinema; Regione Toscana; Fondazione Sistema Toscana; La Compagnia; Comune di Firenze e Fondazione CR Firenze.

 

A partire da 9.90 € l’utente potrà abbonarsi direttamente sul sito https://www.mymovies.it/ondemand/popoli/ e potrà seguire il calendario del festival con qualunque dispositivo connesso “come se avesse a disposizione un posto prenotato al cinema” per scegliere le “proiezioni” e inoltre assistere a panel, masterclass e incontri con gli autori in esclusiva.


Fabrizio Del Bimbo 

 

venerdì 6 novembre 2020

La storia delle Camicie Nere in un volume di Niccolò Lucarelli



Pur in modalità online, non si ferma l’attività culturale della Biblioteca Roncioniana, che continua la sua  opera di riflessione sulle tematiche più svariate della cultura italiana. Mercoledì 11 novembre alle ore 17, nell’ambito del cartellone autunnale della Biblioteca, sarà presentato in diretta streaming il libro Camicie  Nere. L’epopea, dello storico militare Niccolò Lucarelli, edito da Delta Editrice. L’incontrò sarà introdotto  dal Dr. Giovanni Pestelli, della Biblioteca Roncioniana, e moderato dal giornalista Fabio Barni.

Il volume affronta una capitolo difficile della storia italiana recente: il fascismo, come tutti i “regimi forti”,  aveva bisogno dei propri pretoriani, una forza paramilitare che dipendesse direttamente dal potere politico. 

Per questo nacque nel 1923 la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che la popolazione chiamava e semplicemente “Camicie Nere”, appellativo che fu presto ufficializzato. Questi reparti assolvevano s essenzialmente a tre compiti: partecipazione a operazioni belliche al fianco delle altre forze armate, difesa  del regime e compiti di polizia. Nelle intenzioni dell’autore, il volume ricostruisce il quadro normativo e la  nascita delle Camicie Nere, il contesto politico e i teatri di guerra in cui agirono (a volte anche con autentico a valore militare), il tutto da un punto di vista rigorosamente storico, senza quindi tralasciare le pagine più  scomode, ovvero quelle dei crimini di guerra contro i civili.

L‘opera, illustrata con una quantità di materiale iconografico senza precedenti, ricopre tutta l’epopea di  questo corpo e costituisce un documento storico fondamentale per ogni cultore e studioso della storia militare  del nostro Paese.

Per partecipare collegarsi mercoledì 11 novembre alle ore 17.00 al seguente indirizzo: 

https://meet.jit.si/PresentazioneinBibliotecaRoncioniana.

Fabrizio Del Bimbo 

Il rock di Patti Smith inaugura il 61° Festival dei Popoli Dal 15 al 22 novembre



Dal 15 al 22 novembre 48 film in streaming sulla piattaforma di Più Compagnia in collaborazione con MYmovies.it

In Concorso Italiano sette documentari con la prima mondiale de L'occhio di vetro di Duccio Chiarini

Tra gli eventi speciali Bulletproof di Todd Chandler sulla cultura della violenza negli Stati Uniti

Il rapporto speciale tra la grande rocker Patti Smith e la città di Firenze, a partire dal leggendario concerto del 1979 all’Artemio Franchi, nel documentario Patti in Florence di Edoardo Zucchetti; la risposta delle scuole americane alla violenza armata in Bulletproof di Todd Chandler; il ruolo delle donne nella storia della musica elettronica, mai raccontato finora, in Sisters With Transistors di Lisa Rovner con la voce narrante di Laurie Anderson. Sono alcune première della 61° edizione del Festival dei Popoli, il Festival Internazionale del Film Documentario, che si terrà on line dal 15 al 22 novembre su Più Compagnia, la sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze in collaborazione con MYmovies.it (tutti i film sono disponibili nella data di programmazione e in streaming fino a sette giorni dalla proiezione).

La manifestazione - presieduta da Vittorio Iervese e diretta da Alessandro Stellino per la parte artistica e Claudia Maci per l’organizzazione generale - è realizzata con il contributo di MiBACT - Direzione Generale Cinema; Regione Toscana; Fondazione Sistema Toscana; La Compagnia; Comune di Firenze e Fondazione CR Firenze.




“Ancora una volta – hanno detto Claudia Maci e Alessandro Stellino – i festival sono rimasti senza una casa e ne hanno trovato una in quella di ogni spettatore. La 61° edizione del Festival dei Popoli entra nelle abitazioni di tutti con un programma ricco di voci che raccontano il tempo che viviamo nel suo stesso dispiegarsi davanti ai nostri occhi e l’instabilità di un panorama sociale e politico che va monitorato da occhi attenti e civili”. 

Inaugurazione domenica 15 novembre

La prima mondiale del documentario Patti in Florence del regista fiorentino Edoardo Zucchetti è un racconto sul rapporto speciale tra Patti Smith e la città di Firenze, nato in occasione del leggendario concerto del 10 settembre 1979 allo Stadio Artemio Franchi davanti a 60.000 spettatori. Le rare immagini d’archivio si intervallano con le sequenze che il regista ha girato con la rocker in città, tra performance e improvvisazioni nelle strade, musei, teatri e piazze per un film che diventa una lettera d’amore della musicista nei confronti del capoluogo toscano.

La cantante è chiamata in causa anche in Now di Jim Rakete (distribuito da Wanted Cinema e programmato anch’esso in apertura di manifestazione), documentario sulla spinta dei giovani attivisti decisi a sollecitare risposte e azioni da parte dei politici sulla problematica del cambiamento climatico, con la volontà di trovare modi nuovi e alternativi per vivere un futuro sostenibile. Tra i protagonisti del film Greta Thunberg, Luisa Neubauer (Fridays for Future), Felix Finkbeiner (Plant for the Planet) e Nike Mahlhaus (Ende Gelände), con testimonianze di tante celebrità tra cui Patti Smith stessa e Wim Wenders.

Il programma propone 60 documentari divisi in varie sezioni. Oltre al Concorso Internazionale (18 film tra cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi, tutti inediti in Italia) e al Concorso Italiano (7 i titoli, tutti inediti assoluti, un viaggio nell’Italia oggi) presenta la sezione Let the Music Play dedicata ai documentari musicali e un focus sull’ambiente dal titolo Habitat. Tra le novità di quest’anno la sezione Popoli for Kids & Teens, una selezione di documentari rivolti ai giovani che avrà anche una giuria composta da adolescenti tra i 14 e i 17 anni per eleggere il miglior documentario della sezione. E poi Doc Explorer, sezione sperimentale sull’ibridazione dei linguaggi e le nuove frontiere espressive del cinema del reale, e Diamonds Are Forever, dedicata all’archivio storico del festival che consta di 15mila titoli. È dedicato alla formazione e ai talenti emergenti il Doc at Work – Future Campus, realizzato in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana, Cinema La Compagnia e Toscana Film Commission: oltre alla selezione di 12 documentari, una serie di webinar per professionisti del settore e giovani produttori in collaborazione con CNA Toscana, volti a immaginare il territorio come un serbatoio importante dei nuovi mestieri e del sapere fare cinema (il programma di questa sezione sarà online sulla piattaforma di Più Compagnia dal 26 al 29 novembre).

Il Concorso Internazionale presenta di 18 titoli in prima italiana e internazionale (lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi) per la giuria composta da Joëlle Bertossa (Svizzera), Maria Bonsanti (Italia), Andrei Ujica (Romania) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Cortometraggio (euro 2.500); Premio al Miglior Mediometraggio (euro 4.000) e Premio al Miglior Lungometraggio (euro 8.000) e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico (per il dettaglio delle opere in concorso si veda il documento relativo allegato).

Fiore all’occhiello del programma 2020 è il Concorso Italiano con sette documentari in competizione per la giuria composta da Marta Donzelli, produttrice, Maria Letizia Gatti, fondatrice della casa di distribuzione Reading Bloom e Alessandro Raja, CEO di Festival Scope, che assegnerà il Premio al Miglior Documentario Italiano (euro 3.000). Il concorso propone il meglio della produzione italiana corrente. In programma la prima mondiale de L’occhio di vetro del fiorentino Duccio Chiarini (15/11) che, prendendo spunto dal diario di guerra di suo prozio e con l’ausilio di rari materiali d’archivio, fotografie e lettere, compone un raffinato mosaico nel quale un momento cruciale della Storia d’Italia viene visto attraverso la lente di complesse dinamiche familiari. Ci sono gli occhi di una regista italiana, Laura Lamanda, dietro L'îles des perdus (16/11), a descrivere il “Service des Objets Trouvés” l’ufficio parigino che raccoglie gli oggetti smarriti quotidianamente lungo le strade della metropoli. In programma, poi, Il libro di Giona di Zlatolin Donchev (17/11), in cui Massimiliano, che vive per strada all’interno della sua auto, conduce un’esistenza fatta di libri e sogni; Aylesbury Estate di Carlotta Berti (18/11), su una comunità resistente alla speculazione nel più grande complesso di public housing di Londra, costruito negli anni ’60 sulle macerie di vecchie case popolari. In L’armee Rouge il regista Luca Ciriello (19/11) racconta la storia di Idriss Koné, in arte Birco Clinton, arrivato dalla Costa D’Avorio cinque anni fa e oggi abitante dei Bipiani di Ponticelli, nella periferia est di Napoli, da dove lancia la scalata alla scena musicale della comunità ivoriana con l’obiettivo di organizzare una grandiosa festa di Natale. In Bosco, la regista Alicia Cano (20/11) narra i ricordi di suo nonno, che non ha mai visto il proprio luogo di nascita, un paesino toscano di 13 abitanti, ma ne può descrivere ogni angolo basandosi sulle memorie e gli aneddoti tramandati da generazioni.

Fabrizio Del Bimbo

giovedì 29 ottobre 2020

Il filo sottile del coraggio, un nuovo ibro di Gaia Simonetti

 


"Cara Camilla, cara Giovanna. Oggi ti racconto di me...". Due mamme, Camilla Tommasi e Giovanna Carboni, che scrivono un diario. E' il dialogo al tempo della quarantena, tra le mura di casa, di due madri che non si conoscevano, ma le lettere che si scrivono hanno il potere di unirle. Arrivano a chiamarsi “amiche del cuore”. Nasce  “Il filo sottile del coraggio”, curato dalla giornalista fiorentina Gaia Simonetti, con un presente nella comunicazione legata al calcio e al sociale con la Lega Pro, edito da Maria Pacini Fazzi Editore. Da Cerreto Guidi, in provincia di Firenze dove abita Giovanna, a Montemerlo, in provincia di Padova, paese di Camilla, poco distante da Vo', i chilometri e le distanze si annullano con la scrittura. Il loro diario epistolare, che cresce con il supporto di mail e di whatsapp, prende vita in una domenica speciale, il 10 maggio 2020, nel giorno della festa della mamma. E’ inaspettato e inatteso. “L’idea della raccolta di lettere parte dalla telefonata di un’amica, Anna, che mi ha parlato della storia di Camilla- spiega Gaia Simonetti- che ha molte analogie con quella di Giovanna, che conosco per aver diviso una parte di dolore. Il cuore e il coraggio sono alleati fedeli. Insieme sono il punto di partenza. E di ripartenza”. Si raccontano della torta di mele appena sfornata, della poesia imparata a memoria dal nipotino, dei preparativi per il matrimonio della figlia che si sono fermati a causa dell’emergenza socio-sanitaria dettata dal Covid-19, delle videochiamate con i familiari e del telefonino che fa i capricci. Parlano lo stesso linguaggio e scrivono di quanta strada hanno percorso “imbracciando “il coraggio. Hanno ancora occhi capaci di accarezzare il futuro, nonostante il passato continui a trascinare il bagaglio pesante di dolore che, senza remore e senza preavviso, apre la porta per riaffacciarsi nella loro esistenza.  Arrivano a “conoscersi” attraverso le lettere e a promettersi un dono come l’abbraccio. Un abbraccio che riusciranno a darsi nel silenzio della campagna con il cuore che fa rumore e si fa sentire. All'interno si trova anche il testo della canzone "Distanze", scritta dal giovane rapper di Lucca, Alessio Ramacciotti in arte Ramadon. Il libro ha una dedica speciale. “Dedicato a tutti coloro che non ce l’hanno fatta e a coloro che sono impegnati tutti i giorni a salvare vite umane” e si lega ad un progetto sociale.

Gaia Simonetti ci regala un altro suo prezioso contributo letterario, contraddistinguendosi come sempre per la sua spiccata sensibilità. 


Nicoletta Curradi

mercoledì 28 ottobre 2020

La Bonne épouse di Martin Provost apre France Odeon 2020

 

  Non si ferma, nonostante la pandemia, il festival del cinema francese di Firenze che inizia il 29 ottobre con l'anteprima nazionale del film La Bonne épouse, di Martin Provost. 






 La cerimonia d'apertura del festival, le proiezioni e gli ospiti saranno sulla piattaforma online Più Compagnia. Si alza il sipario, giovedì 29 ottobre, sulla XII edizione di France Odeon, il festival del cinema francese di Firenze,  diretto da Francesco Ranieri Martinotti e organizzata in collaborazione con l’Institut Français e Fondazione Sistema Toscana. Il festival, in ottemperanza alle nuove misure restrittive del Dpcm in vigore dallo scorso 25 ottobre, si tiene interamente online,  sulla piattaforma Più Compagnia, in collaborazionecon MyMovies.it, accessibile dai siti www.cinemalacompagnia.it e da www.mymovies.it. Alle 19.45 sarà trasmessa la cerimonia di inaugurazione, alla presenza del direttore Francesco Ranieri Martinotti e del presidente del festival,  Enrico Castaldi. La prima anteprima nazionale di France Odeon2020 sarà il film che vede protagoniste tre talenti del cinema francese, Juliette Binoche, Noémy Lvovsky eYolande Moreau: La Bonne épouse, commedia al femminile di Martin Provost, ambientata in un istituto femminile  alsaziano, dove si insegna alle ragazze della ricca borghesia di provincia a diventare mogli e madri modello. Ma le proteste del Maggio francese e il vento del Femminismo busseranno alla porta dell'austero istituto. (giovedì 29 ottobre alle 20.15). Il film sarà introdotto da un'intervista in esclusiva a MartinProvost, realizzata da Francesco Ranieri Martinotti. Alle 22.30, torna a France Odeon un film già ospitato al festival lo scorso anno, La Vie scolaire, dei registi Grand Corps Malade e Mehdi Idir.  Il film, campione d’incassi al botteghino, racconta la storia di Samia,giovane al primo importante impiego, assunta in una scuola di Saint Denis, alle porte di Parigi, ritenuta da tutti "difficile". Qui scopre i ricorrenti problemi di disciplina degli allievi, la realtà sociale del quartiere e le difficoltà, ma anche la vitalità e l'umorismo degli studenti e dei colleghi. La sua complicata situazione personale la avvicina sempre più a Yanis, studente insolente a cui vuole dare un futuro migliore. Il film vede protagonista Zita Hanrot, che nel 2019 ha visto al festival il Premio L'Essenza del Talento Ferragamo Parfums.Abbonamento a tutti gli spettacoli di France Odeon, € 9,90  Info: www.franceodeon com, .


Nicoletta Curradi 

martedì 13 ottobre 2020

France Odeon 2020 a La Compagnia dal 29 ottobre

 


Dal 29 ottobre al 1° novembre 2020 si tiene la XII edizione del festival del cinema francese di Firenze, France Odeon, diretto da Francesco Ranieri Martinotti e organizzata in collaborazione con l’Institut Français e Fondazione Sistema Toscana. Un festival che stabilisce un ponte virtuale - in questo periodo di difficoltà - tra l'Italia e la Francia, tra due culture e due cinematografie, che da sempre sono molto vicine. E anche quest'anno il festival - in uno scenario più difficile del solito e nel rispetto delle norme di sicurezza - lavora per riuscire a riunire a Firenze il pubblico, gli artisti, i giurati.

A dare il via al festival sarà lo scoppiettante trio di attrici francesi (Juliette Binoche, Noémy Lvovsky, Yolande Moreau) interpreti de La Bonne épouse, divertente commedia al femminile di Martin Pro-vost, ospite a Firenze, ambientata in un istituto femminile dove si insegna alle ragazze della ricca borghesia di provincia a diventare mogli e madri modello, mentre il Maggio francese e il vento del Femminismo bussano alla porta. Doppia proiezione, alla presenza del regista (giovedì 29 ottobre alle 19.30 e alle 22.15).

Dell’autore de La famiglia Bélier, Eric Lartigau, sarà proiettato il film #Jesuislà, un’altra intelligente commedia con uno degli attori più amati dal pubblico francese, Alain Chabat. Stéphane, chef di suc-cesso, stanco della monotonia della propria vita coniugale e lavorativa, si ritrova intrappolato come in un sortilegio d’amore all’aeroporto di Seoul.

Quattro sono le anteprime di film selezionati per la 73esima edizione del Festival di Cannes, che non ha avuto luogo: Rouge, di Farid Bentoumi, interpretato da Sami Bouajila e Zita Hanrot (Premio L’Essenza del Talento a France Odeon 2019), dove il rosso del titolo sta per il colore della polvere tossica prodotta da una fabbrica chimica, che invade le strade e i palazzi di una città di provincia. Conflitti legati all’ambiente e al lavoro che ricordano in chiave francese la drammatica questione dell’Ilva di Taranto.

Les choses qu’on dit, les choses qu’on fait, di Emmanuel Mouret, con Niels Schneider, Camélia Jordana e Vincent Macaigne: intrecci amorosi e tradimenti raccontati dal regista con la sua consueta eleganza e la nitida lente d'ingrandimento, che guarda in profondità nella psiche e nei sentimenti dei suoi personaggi. Per gli amanti del fantasy horror, sempre da Cannes arriva Teddy, dei giovanissimi gemelli Boukherma, con Anthony Bajon e Noémie Lvovsky. Siamo alle pendici dei Pirenei, il prota-gonista Teddy, adolescente in piena tempesta ormonale, è convinto di un essere un licantropo… o forse lo è davvero?

Per quanto riguarda la selezione dei film di Cannes, l'ultimo titolo sarà comunicato nei prossimi giorni

Due i film provenienti dalla 77esima Mostra del Cinema di Venezia. Dal Concorso, Amants, di Nicole Garcia, noir che, oltre a essere il genere di riferimento del film, è anche il colore dell’oscuro lato dell’amore tra Lisa (Stacy Martin) e Simon (Pierre Niney). A presentare il film ci sarà lo sceneg-giatore Jacques Fieschi che, nell’ambito del festival, terrà una masterclass di sceneggiatura. All’in-contro, che sarà diffuso anche sulla piattaforma Più Compagnia (www.cinemalacompagnia.it) sarà aperta a dieci studenti di cinema. Prosegue anche la consolidata collaborazione con le Giornate degli Autori di Venezia da cui viene Cigare au miel, di Kamir Aïnouz. Oppressa dalle regole severe della propria famiglia di origini berbere algerine, Selma (Zoé Adjani) deve lottare per trovare una sua indipendenza ed esplorare liberamente la propria sessualità. Nonostante non sia facile per lei infrangere i tabù fa-miliari e culturali, riesce lo stesso a muovere i primi passi verso l’emancipazione nella Parigi dei primi anni Novanta.

Applauditissimo al Festival di Berlino, Le sel des larmes è il nuovo film di uno dei registi più rigorosi e coerenti del cinema francese d’autore, Philippe Garrel, maestro del bianco e nero. Le prime con-quiste femminili di un ragazzo e il profondo rapporto che ha con suo padre. Con due giovanissimi e talentuosi attori Oulaya Amamra e Logann Antuofermo.

Torna a Firenze Marc Fitoussi, un amico di France Odeon - emblematico rappresentante dello stretto legame tra il cinema francese e quello italiano - per presentare Les apparences, film basato su un romanzo di Karin Alvtegen. Apparenze coniugali, familiari, sociali e morali sono al centro di un tradimento tra Eva (Karin Viard) e suo marito Henri (Benjamin Biolay) direttore d’orchestra di suc-cesso.

Per l’originalità e la qualità artistica de #’EffetDomino, di Jean Bulot e Eloïse Daviaud, il direttore del fe-stival Francesco Ranieri Martinotti ha voluto inserire per la prima volta un prodotto audiovisivo seriale nel programma. Una riflessione sul potere delle piattaforme web, su come queste possano costruire e distruggere notizie, informare o disinformare, lanciare nel firmamento e far precipitare agli inferi con la stessa velocità. La serie sarà disponibile sulla sala virtuale Più Compagnia, insieme ad alcune re-pliche dei film in programma.

La XII edizione di France Odeon sarà come di consueto ricca di iniziative collaterali. Due presen-tazioni di libri: Mario Bava: magicien des couleurs sarà oggetto di un incontro all’Institut français Firenze, venerdì 30 ottobre alle 16.30, tra l’autore Gérald Duchaussoy, direttore della sezione Cannes Classics, e il critico e regista Steve Della Casa. Fresco di stampa, Fellini 23 1/2 (Edizioni Cineteca di Bologna), di Aldo Tassone è un’opera enciclopedica sui film del maestro riminese che sarà presentata al cinema La Compagnia domenica 1 novembre alle 10.30 alla presenza dell’autore e di Piera Detassis. L’incontro sarà preceduto dalla proiezione dell’episodio Toby Dammit, firmato da Fellini, facente parte del film collettivo Tre passi nel delirio.

Di estrema attualità il convegno Italia-Francia e le infrastrutture europee della cultura (venerdì 30 ottobre, ore 11.00, al cinema La Compagnia) che intende aprire una riflessione su quanto sta facendo l’Unione Europea per promuovere, valorizzare e veicolare la cultura e in particolare quella del cinema e dell’audiovisivo, in risposta al dinamismo concorrenziale delle OTT (Google, Netflix, Amazon), in prospettiva dell’utilizzo del Recovery Fund. Molti i relatori tra i quali l’Onorevole Massimiliano Smeriglio (Parlamento Europeo), l’Ambasciatore di Francia in Italia Christian Masset, il direttore di Villa Medici, Sam Stourdzé, il professor Carlo Alberto Pratesi (Università Roma Tre), Fanny Aubert-Malaurie (Département Cinéma Institut Français).

Per quanto riguarda la giuria che assegnerà il premio Foglia d’Oro Manetti Battiloro, possiamo anticipare tre dei nomi dei giurati che ne faranno parte: Piera Detassis, Ema Stokholma e Daniele Orazi.

In occasione dell’inaugurazione che avrà luogo il 29 ottobre alle 18.45 al cinema La Compagnia sarà consegnato il premio L’Essenza del Talento 2020 realizzato in collaborazione con Ferragamo Parfums a Oulaya Amamra, giovane talento del cinema Francese.

Il Festival attribuirà anche il premio Régards Méditerranéens - Sguardi Mediterranei, ispirato alla tradizione di apertura verso il mare della città di Livorno, come riconoscimento al film francese che si richiami all’idea del mare nostrum come culla di tradizioni e culture, habitat irrinunciabili per la civiltà italiana e francese.


Nicoletta Curradi 

venerdì 9 ottobre 2020

A Firenze la prima assemblea dell'associazione degli Ospedali Storici

A Firenze la  prima assemblea nazionale dell’Associazione Culturale Ospedali Storici italiani-ACOSI, la realtà nata per valorizzare e promuovere il patrimonio culturale, artistico e architettonico delle strutture sanitarie e di cura.




Aderiscono ad ACOSI gli enti sanitari e ospedalieri e altri soggetti giuridici pubblici o privati che siano dotati di un patrimonio storico e di beni museali. Gli enti fondativi sono i più antichi d’Italia:  l’Ospedale S.Maria Nuova di Firenze, l’Ospedale Civile Ss. Giovanni e Paolo di Venezia, Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano , l’Ospedale Santo Spirito in Sassia di Roma e l’Ospedale degli Incurabili – MAS di Napoli. 

L'assemblea si è svolta venerdì 9 ottobre, presso la Sala Brunelleschi dell'Istituto degli Innocenti a Firenze. 

Gli interventi sono stati di:

Giancarlo Landini, Presidente Fondazione Santa Maria Nuova Onlus / Presidente ACOSI

Mario Po’, Direttore Polo Culturale e museale Della Scuola Grande di San Marco / Componente Comitato Scientifico ACOSI

Niccolò Persiani, Professore ordinario Università degli studi di Firenze / Presidente Comitato Scientifico ACOSI

Angelo Tanese, Direttore Generale ASL Roma 1 / Vicepresidente ACOSI

Paolo Galimberti, Dirigente dei Beni Culturali dell'Ospedale Maggiore di Milano / Consigliere ACOSI

Michele Tessarin, Direttore Sanitario Ulss 3 Serenissima / Consigliere ACOSI

Gennaro Rispoli, Presidente associazione Il Faro d’Ippocrate e direttore del Museo delle Arti Sanitarie di Napoli / Consigliere ACOSI


Nicoletta Curradi 


martedì 6 ottobre 2020

Un capolavoro di Wright of Derby da Londra agli Uffizi

 Volti spaventati, preoccupati, meravigliati, incuriositi, appena rischiarati nelle loro diverse espressioni dalla luce della lanterna e dal flebile chiarore della luna. Sono i protagonisti del celebre dipinto settecentesco Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica, eseguito nel 1768 dal pittore inglese Joseph Wright of Derby: capolavoro indiscusso della National Gallery di Londra, sbarca per la prima volta in Italia, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dove, esposto da oggi al secondo piano del museo (nella sala 38, tra la stanza che custodisce i dipinti di Leonardo da Vinci e quella di Michelangelo e Raffaello) vi resterà fino al 24 gennaio 2021 nell’esposizione “Arte e Scienza”, curata da Alessandra Griffo. 

 


 

Nella mostra sono poste in dialogo con la grande tela altre opere che illustrano la pratica dello studio a lume di candela, la concentrazione notturna sul lavoro di concetto, come il San Girolamo con due angeli di Bartolomeo Cavarozzi (1617), e il disegno di Enea Vico, L’Accademia di Baccio Bandinelli (1560). Completa l’esposizione l’ottocentesco Orologio da mensola in forma di gabbietta, oggetto prezioso in prestito dagli Appartamenti Imperiali e Reali di Palazzo Pitti, la cui forma evoca direttamente l’uccelliera da cui è stata estratta la colomba protagonista, suo malgrado, dell’esperimento raccontato da Wright of Derby nel suo quadro.

 

Nicoletta Curradi

sabato 3 ottobre 2020

Cardiologi a Firenze per il primo convegno post Covid

   Oltre 1300 cardiologi alla Fortezza da Basso per

CONOSCERE E CURARE IL CUORE,
il primo congresso nazionale post Covid a Firenze




 Con la XXXVII° edizione di CONOSCERE E CURARE IL CUORE è ripartita l’attività congressuale di Firenze Fiera. L’evento, che si svolge alla Fortezza da Basso fino a domenica 4 ottobre è promosso e organizzato e dal Prof. Francesco Prati, presidente della Fondazione “Centro Lotta contro l’Infarto” con sede a Roma ed accoglie nei padiglioni principali (Spadolini, Cavaniglia e Nazioni) e in altri ambienti del fortilizio mediceo quali Ronda, Polveriera, Ghiaie e Volta, oltre 1.300 cardiologi provenienti da tutta Italia.
Il congresso, inizialmente previsto a marzo, posticipato poi a luglio e infine nelle date attuali, aderisce a Firenze Fiera Sicura, il nuovo protocollo di sicurezza normativo e organizzativo varato da Firenze Fiera per la ripartenza in sicurezza degli eventi (https://firenzefiera.it/wp-content/uploads/2020/09/FIRENZE%20FIERA-PROTOCOLLO%20EMERGENZA%20COVID19.pdf)
Grazie alla sinergia di competenze specifiche messa in atto fra Firenze Fiera e la Fondazione per assicurare il pieno rispetto del distanziamento e di tutte le norme anticontagio previste, l’evento, che si attesta fra i primi congressi in presenza in Italia in fase post COVID, si sta svolgendo in assoluta sicurezza.
“Si tratta del primo convegno nazionale in presenza a Firenze nell’era Covid – dichiara Leonardo Bassilichi presidente di Firenze Fiera – organizzato per un cliente importante e fidelizzato da oltre 30 anni, come la Fondazione “Centro Lotta contro l’Infarto’ che ringrazio per la determinazione e coraggio. L’evento, allestito in totale sicurezza nei vari padiglioni e sale della Fortezza, con più di mille cardiologi che hanno deciso di esserci, è la conferma che unendo le forze possiamo farcela”.      
Numerose le innovazioni tematiche di questa edizione: dalla definizione dell’interconnessione quale nuovo paradigma nella lettura delle patologie, alle tecniche di imaging, dagli scenari di medicina personalizzata, ai benefici indotti dalle tecniche interventistiche, sempre più innovative.
Dedicare le giuste ore al sonno, seguire quotidianamente una corretta igiene orale così come non saltare la colazione del mattino risultano abitudini salutari ed amiche del cuore.
Fra i vari temi al vaglio anche quello della salute delle donne che risultano essere le più colpite dalla sindrome coronarica da dissezione coronarica per arrivare all’ultima generazione di farmaci per il diabete.      
Ampio spazio anche al COVID-19: quale lezione abbiamo imparato dal covid-19? Il congresso costituisce infatti il primo importante momento di confronto scientifico in presenza grazie al quale i cardiologi italiani, lontano dalla frenesia dell’emergenza e della pressione mediatica, si confrontano, interrogano e condividono quanto è successo per elaborare le prime riflessioni sistematiche.

Nicoletta Curradi 
Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 2 ottobre 2020

Antella, arriva Carrozza 10 a teatro

 

La nuova stagione del Teatro Comunale di Antella presenta Carrozza 10, un bistrot, co-working per tutti e tanti eventi.



Dal 2 ottobre, il Teatro Comunale di Antella diventa più grande, i palcoscenici si moltiplicano, nasce CARROZZA 10, il Vagone della Vedova Begbick, si creano nuovi spazi aggregativi per il territorio con il servizio di un bistrot e di un co-working per tutti, per un pubblico che confidiamo ci accompagni sempre più appassionato e numeroso in questo viaggio che è appena cominciato”.
CARROZZA 10 - Una antica carrozza ferroviaria, con tanto di rotaie ai piedi, che, abbandonati per sempre i binari ha trovato posto nel giardino del Teatro. Il nome è quello del vagone-birreria gestito dall’omonima vedova protagonista del dramma Un uomo è un uomo di Bertolt Brecht. Un bistrot, co-working per tutti e tanti eventi

In programma:
Sabato 3 ottobre la comicità corrosiva di Paolo Migone con Poesie brevi, crude e senza musica.
Domenica 4 e domenica 11 ottobre XXI edizione del Festival internazionale di cortometraggi Schermi Irregolari.
Sabato 10 ottobre  il concerto dei Partners in Crime.

Nicoletta Curradi 
Fabrizio Del Bimbo 

Alla Fondazione Ragghianti due monografiche di Cioni Carpi e Gianni Melotti



Due mostre monografiche riscoprono Cioni Carpi e a Gianni Melotti artisti poliedrici attivi a Milano e a Firenze tra gli anni 60, 70 e 80 del ‘900. L’avventura dell’arte nuova | anni 60-80 Cioni Carpi – Gianni Melotti è il titolo che riunisce due monografiche aperte fino al 6 gennaio 2021 presso la Fondazione Ragghianti.
Le mostre riscoprono questi due artisti fra loro diversi ma accomunati da una vena creativa volta alla sperimentazione. Attivi poi nel periodo di grande fermento per l’arte italiana, quello compreso tra gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta del Novecento.

La prima mostra, a cura di Angela Madesani, è dedicata alle sperimentazioni di Cioni Carpi, nome d’arte di Eugenio Carpi de’ Resmini (Milano, 1923-2011).
La Fondazione Ragghianti presenta il percorso artistico di Carpi dal 1960 agli anni Ottanta. Sono esposte circa quaranta opere di grandi dimensioni tra dipinti, installazioni, lavori fotografici, filmati, installazioni, disegni, progetti e libri creati dall’artista in unica copia. Ma anche documenti e cataloghi sull’opera di questo intelligente protagonista dell’arte della seconda metà del XX secolo.
Carpi è stato un personaggio complesso e ricco di sfaccettature.
Dal 1959 al 1980 realizza numerosi film d’artista, attualmente ospitati da importanti archivi, fra i quali quello del MoMA di New York. L’artista lavora molto anche per il teatro. È sua la prima scenografia costituita da un filmato per L’istruttoria di Peter Weiss al Piccolo di Milano nel 1966.
Collabora con alcuni compositori come Paccagnini, Manzoni e Maderna, per i quali, in occasione della messa in scena delle loro opere, realizza filmati e proiezioni. Carpi, unico artista italiano, insieme a Franco Vaccari, a fare parte del gruppo della Narrative Art, ha inoltre utilizzato per la sua ricerca la fotografia, le installazioni, le proiezioni di luce, il video. Nel 1978 e nel 1980 ha partecipato alla Biennale di Venezia in due mostre curate da Vittorio Fagone.

  

La seconda mostra, a cura di Paolo Emilio Antognoli, nasce da una ricerca storica e archivistica, ancora inedita, riguardante l’attività di Gianni Melotti (Firenze, 1953) nel primo decennio che va dal 1974 al 1984. La monografica, in cui sono espose trenta opere dell’artista, si concentra sullo sviluppo storico-artistico e sui rapporti che Melotti ebbe con alcuni artisti dell’epoca.
Artisti come Lanfranco Baldi, Luciano Bartolini, Giuseppe Chiari, Mario Mariotti e altri come Bill Viola. Tutti legati alla sua esperienza in art/tapes/22, studio dedito alla produzione di videotapes per artisti di cui Melotti nel 1974 diviene il fotografo. Melotti era conosciuto infatti più come fotografo che come artista, la cui attività è rimasta quasi del tutto inedita.
In quegli anni Settanta a Firenze vi erano centri chiave (art/tapes/22 video tape production, la Galleria Schema, la Galleria Area e altri) per l’arte contemporanea italiana. Di qui sono transitati grandi nomi dell’avanguardia artistica internazionale: da Vito Acconci, – per citarne alcuni – a Daniel Buren, da Jannis Kounellis a Robert Rauschenberg. Attorno a questi spazi si è sviluppato un nuovo circuito artistico e culturale favorevole alla sperimentazione e incline all’interazione fra diverse attività culturali: architettura e design, editoria e cinema d’artista e i nuovi off-media artistici.
Gianni Melotti è stato senz’altro uno dei protagonisti con un linguaggio concettuale originale e trasgressivo.

Nicoletta Curradi 

Lorenzo Bonechi in mostra alla Galleria Il Ponte

 

Una nuova mostra alla Galleria Il Ponte 




"Lorenzo Bonechi. Delle opere radicali, dipinti e carte 1982-1994" a cura di Carles Marco è una dedica personale a Lorenzo Bonechi, la mostra raccoglie e sintetizza attraverso alcuni grandi dipinti, disegni, una scultura e un nucleo di finissime tempere, il breve percorso creativo dell'artista che si spezza all'apice della sua maturità artistica, nel 1994, a trentanove anni di età, dopo la grande mostra a New York da Sperone Westwater e l'invito alla XLVI Biennale di Venezia per l'anno successivo.

In collaborazione con l'archivio Lorenzo Bonechi

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Lorenzo Bonechi. Delle opere radicali, dipinti e carte 1982 – 1994

a cura di Carles Marco

16 ottobre – 30 dicembre 2020

opening 16 ottobre 2020  ore 17.00


Nicoletta Curradi 

mercoledì 16 settembre 2020

Al via la XXVI edizione di Artigianato e Palazzo

 Si apre nel ricordo di Giorgiana Corsini, a poco più di un mese dalla sua improvvisa scomparsa, la XXVI edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO, voluta con grande impegno e tenacia, nonostante le difficoltà del momento, da colei che aveva fatto della tutela del settore artigiano una vera missione. Sarà da quest’anno a suo nome il Premio destinato al migliore stand.




Unico appuntamento 2020 del settore fieristico italiano, la XXVI edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO porta al Giardino Corsini di Firenze, dal 17 al 20 settembre, una nuova selezione di maestri artigiani proponendo un viaggio inedito, alla scoperta di arti e mestieri ma anche di quanti della sperimentazione hanno fatto il loro cavallo di battaglia.

“In un periodo così incerto la sfida che ci siamo posti con donna Giorgiana è stata quella di non lasciare soli gli artigiani, di continuare ad essere a loro fianco, sostenerli e promuoverli, nel desiderio di aiutarli a ripartire perché, come sempre sosteneva, l’artigianato rappresenta un valore identitario”, ricorda Neri Torrigiani che insieme a lei ha organizzato ventisei edizioni della Mostra con un format che non c’era, guidati da un concreto principio di mecenatismo pioneristico.

“Questa è la Mostra immaginata e che avrebbe voluto mia madre. Consapevole del privilegio di avere avuto il suo grande esempio, prendo oggi il timone e, con l’aiuto di Neri Torrigiani, farò ricorso a quello che lei ci ha insegnato, per mantenere il suo impegno verso l’artigianato che amava e che tutelava con entusiasmo, sempre curiosa verso i giovani. Aiutateci a sostenerli perché, oggi ancora di più hanno bisogno di uno sforzo congiunto”, afferma Sabina Corsini.

Per quattro giorni 70 artigiani, custodi di un sapere senza tempo in diversi settori, interagiranno con i visitatori mentre sono a lavoro nei loro piccoli angoli di bottega, ricostruiti per l’occasione nelle limonaie e tra i parterre del giardino all’italiana.

Ma ci saranno anche le “Mostre nella Mostra”, allestite sotto la Loggia del Buontalenti e nella Salone da Ballo di Palazzo Corsini, aperto per la prima volta al pubblico, sede della Fondazione Mascarade Opera; gli appuntamenti gastronomici pomeridiani di RICETTE DI FAMIGLIA e tante altre iniziative culturali, legate alla campagna di raccolta fondi “GIAMBOLOGNA E LA FATA MORGANA” rivolta al prezioso complesso monumentale della Fonte della Fata Morgana nelle colline toscane.

Le mostre nel Salone da Ballo sono legate alla raccolta fondi e interpretano la leggenda legata alla Casetta delle Fate in chiave contemporanea. Entrando si potrà ammirare la copia della statua della Fata Morgana, commissionata da ARTIGIANATO E PALAZZO al restauratore Filippo Tattini per essere, poi, collocata alla Fonte della Fata Morgana; le 10 opere su carta Nicola Toffolini per il progetto “MEDUSA FONTE” ispirati ad alcune sculture del Giambologna, sottratte nei secoli all’edificio; e, in anteprima mondiale, la Vasca Holiday di Devon&Devon.

A sostegno della campagna fondi, in Mostra sarà, inoltre, in vendita il bracciale realizzato del maestro orafo Paolo Penko con i figli Alessandro e Riccardo, copia della fascia che il Giambologna scolpì sul braccio della Fata Morgana. Madrina dell’operazione la “morgana contemporanea” Angela Rafanelli.

Sotto la Loggia, invece, saranno esposte le Carte da parati realizzate a mano dai laboratori artigianali della Comunità di San Patrignano e la mostra "CITYNG” del giovane artigiano-designer Cosimo De Vita con le 16 sedute artistiche ispirate ai monumenti simbolo del mondo, realizzate in collaborazione con l’azienda Savio Firmino.

Tra le altre iniziative di ARTIGIANATO E PALAZZO 2020, gli incontri pomeridiani (ore 18) di “Ricette di Famiglia” a cura della giornalista Annamaria Tossani, in collaborazione con Riccardo Barthel, dedicati alla cultura gastronomica e alle tradizioni familiari del nostro Paese.

Il Premio Perseo all’espositore più apprezzato dal pubblico e - dal Comitato Promotore - e il Premio “Giorgiana Corsini” per lo stand più bello che offre al vincitore uno stand omaggio per la Mostra del 2021.

Nicoletta Curradi

domenica 13 settembre 2020

Alla Festa di Rifondazione Comunista presentato il libro "Il falso mito degli Italiani brava gente"

 


Nell'ambito di Imagine. Festa di Rifondazione Comunista al TuscanyHall di Firenze, in programma dal 10 al 15 settembre, si è svolta la presentazione del libro  "Il falso mito degli Italiani brava gente" di Giuseppe Scuto, edito da Left.

Sessanta anni fa, nel 1960, 17 Paesi africani, in gran parte colonie francesi, alcuni ancora in mano al Belgio e al Regno Unito raggiunsero, almeno formalmente l’indipendenza. Si era nella fase di transizione che attraversò gran parte del mondo ancora dominato dalle potenze europee, laddove in ogni singolo Paese si affermavano diversi approcci che portavano alla decolonizzazione – si era in un pianeta diviso in due blocchi e da numerose parti giungevano i riflessi di istanze socialiste – ma si trattò di un percorso lungo e formidabile i cui riflessi giunsero presto anche in Europa. Fu una fase importante per l’intero continente, i popoli e le forze intellettuali, più che i governi, in Francia, Gran Bretagna e Belgio, si ritrovarono a mettere in discussione, a volte in maniera profonda, l’ordine precostituito.

Le successive vicende che portarono anche ai grandi movimenti sociali risentirono in maniera più o meno consapevole di questi eventi, era mutata la composizione del mondo anche se, dal punto di vista prettamente economico, i rapporti non ne uscivano ancora realmente modificati. Nulla o quasi di tutto questo accadde in Italia. Le avventure coloniali italiane, terminate con la sconfitta del nazifascismo dal punto di vista politico, per decenni non intaccarono una costruzione del ruolo italiano palesemente falsa e artefatta. La Libia, la cosiddetta “quarta sponda” prima del periodo liberale e poi del Ventennio, nel 1969 si scrollò di dosso ogni forma di dominio con la rivoluzione del giovane militare Mu’ammar Gheddafi, rimasto poi al potere fino al 2011 e uno dei primi atti compiuti dopo la presa del potere fu la cacciata degli italiani rimasti. Senza provare alcuna nostalgia per il dittatore libico – personaggio controverso e resosi responsabile non solo di crimini ma anche dei primi accordi con i governi italiani per fermare in campi di concentramento chi fuggiva dall’Africa Sub Sahariana – c’è da dire che una parte del consenso di cui ha goduto per tanti anni è dipeso dalle malefatte impunite perpetrate durante la dominazione italiana.

L' interessante libro, , pubblicato da Left, è un prezioso testo per tornare alla radice dei crimini compiuti soprattutto ma non solo dal regime fascista in particolare in Cirenaica, ma anche nelle altre colonie.

Ancora negli anni Cinquanta e Sessanta si affermava, non solo nella destra estrema fascista e post fascista, il diritto ad avere le colonie, ancora prevaleva una visione profondamente razzista della storia secondo cui il dominio italiano fu realizzato appunto da “brava gente” che andava a compiere una missione civilizzatrice, a costruire strade e infrastrutture per persone altrimenti non in grado di provvedere a se stesse. Scuto analizza le fasi principali del conflitto in Cirenaica che assunse le caratteristiche del genocidio verso le popolazioni civili, ricostruisce passaggi poco noti, culminati con l’uccisione del leader della resistenza Omar Al Mouktar. Ci sono voluti decenni per far ammettere la primazia italiana nell’uso dei gas come arma di guerra, la realizzazione di regimi di apartheid, in Libia come nei domini della cosiddetta Africa Orientale Italiana fino al delirio dell’impero. Del resto chi doveva pronunciarsi rispetto alle prime denunce in merito erano gli stessi funzionari di regime che, cambiata casacca, hanno ricoperto a lungo cariche importanti nelle istituzioni repubblicane. Nella seconda parte il libro, passando per la mancata decolonizzazione della storia, nelle omissioni dei libri di testo scolastici, nel tentativo di preservare, in nome del pericolo dell’egemonia culturale della sinistra, la sacralità delle istituzioni che sostennero il regime fascista anche nelle colonie, dalla magistratura, all’esercito, all’onnipresente chiesa, si giunge all’attualità.

Scuto utilizza come fonti i più importanti storici, libici e italiani che hanno portato avanti questa ricerca.

Nicoletta Curradi

Foto di Fabrizio Del Bimbo

lunedì 7 settembre 2020

Un tesoro ritrovato a Palazzo Niccolini a Firenze


La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato è lieta di annunciare il ritrovamento dell’importante ciclo di affreschi eseguito nella seconda metà del XVII secolo dal noto pittore Angelo Michele Colonna per Palazzo Niccolini in via dei
Servi a Firenze, attuale sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche.



Si tratta di quadrature, ovvero architetture dipinte che ricoprivano pareti e soffitti degli ambienti della Galleria realizzata all'interno di Palazzo Niccolini
nell'ambito dei lavori di ammodernamento commissionati da Filippo, primo marchese di Ponsacco e Camugliano, allora proprietario del palazzo. Il Colonna, pittore celebrato
dalle corti italiane e straniere, aveva qualche anno prima affrescato per i Medici alcune
sale dell’appartamento estivo del Granduca a Palazzo Pitti (ora Museo del Tesoro dei Granduchi). 
Nel 1956, allorquando fu intrapreso il restauro del Palazzo per destinarlo a sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche, poiché la Galleria si presentava già allora ridotta
a circa un terzo della sua estensione originale, a seguito della decisione di modificare gli ambienti per ricreare una loggia aperta, gli affreschi furono strappati e
trasportati su tela. Purtroppo essi non furono mai riposizionati e ad oltre sessant’anni dalla loro rimozione non risultavano più noti agli studi.  Le recenti ricerche effettuate dall'architetto Clausi, funzionario della Soprintendenza,
all'interno dell'archivio Niccolini hanno riportato alla luce i pagamenti ad Angiolo Michele Colonna confermando l’importanza e la magnificenza del ciclo, stimolandone
la ricerca all'interno dei depositi della Soprintendenza, tra i materiali di provenienza ignota. 
È stata quindi avviata una ricognizione all’interno dei depositi, a cura dell’architetto Clausi in collaborazione con la dottoressa Vanessa Gavioli, responsabile dei depositi, e
con l'architetto Hosea Scelza, funzionario competente per territorio, conclusasi con il ritrovamento del suddetto ciclo decorativo così come si presentava al momento
della rimozione. 
Gli affreschi, ad oggi, presentano diverse alterazioni della cromia originale, alcune parti sono meglio leggibili di altre, secondo una ovvia discontinuità conservativa
causata dal trauma dello strappo e dell’arrotolamento, nonché dalla giacenza nei depositi per oltre sessant’anni. Nonostante l’apparente opacizzazione dei colori e lo
strato di sedimentazioni diffuse sulle superfici, il potenziale di recupero dell’originario splendore è piuttosto elevato, pertanto la Soprintendenza del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MiBACT) ne ha caldeggiato il restauro presso il Provveditorato alle Opere Pubbliche che in questi giorni ha emanato la determina per l’affidamento dell'incarico.
Considerata la natura degli affreschi in questione, progettati e realizzati in stretta correlazione con l'involucro architettonico, sono state svolte indagini preventive al fine
di verificare la possibilità di ricollocazione nella sede originaria. L'operazione, seppur complessa, è risultata possibile e sarà oggetto di un apposito progetto da attuarsi in
collaborazione tra Soprintendenza e Provveditorato, al fine di restituire alla città di Firenze un brano fondamentale per la storia dell’arte e dell’architettura. 

Nicoletta Curradi