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Infirenzeweb
Notizie di Firenze e Toscana Dir. N.Curradi
sabato 16 novembre 2024
Associazione Italiana Sommelier, assegnati i prestigiosi Premi “Tastevin”
venerdì 15 novembre 2024
G7 Turismo: adottato un documento, sostenibilità, inclusività e IA
“Se il turismo è stato messo per la prima volta al centro delle economie G7, è merito dell’Italia, è una vittoria tutta italiana. Adesso non si può più tornare indietro. Anzi, dobbiamo guardare avanti, al futuro, e lo testimonia anche il primo documento adottato dai governi G7 su turismo e intelligenza artificiale”. Lo dice la ministra del Turismo Daniela Santanchè alla fine della ministeriale a Firenze a cui hanno partecipato i big di Francia, Germania, Canada, Giappone, Regno Unito, Usa oltre che rappresentanti dell’Ue, UN Tourism.
I ministri del Turismo del G7 hanno adottato un documento che formalizza la comune intenzione di diffondere i benefici del turismo per uno sviluppo sostenibile e inclusivo, rafforzare il fattore umano e mettere a frutto la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale.
Il vertice, appena concluso, ha messo in luce la rilevanza del comparto a livello internazionale, sia in termini socioeconomici – in quanto vettore di crescita sostenibile per economia, comunità e territori – sia come strumento di promozione di pace nel mondo, attraverso la comprensione interculturale e la coesione sociale. Più nello specifico, i ministri del G7 hanno rinnovato l’intenzione di promuovere uno sviluppo sostenibile del turismo in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, massimizzando gli effetti positivi e gestendo le esternalità sulle comunità locali e l’ambiente.
Punti cardine sono il riconoscimento del capitale umano in quanto fattore essenziale nell’ecosistema turistico, con professioni che richiedono competenze tecniche e trasversali, come comunicazione e flessibilità, nonché il miglioramento della formazione della forza lavoro, con un focus su competenze legate al turismo sostenibile e alle nuove tecnologie.
Al centro dell’agenda anche l’adozione di tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale, intesa come vettore fondamentale per lo sviluppo del turismo in direzione dell’innovazione e della sostenibilità, senza trascurare la sicurezza informatica e la protezione dei dati, prevenendo abusi come le recensioni false.
In conclusione, il G7 Turismo – viene sottolineato – ha rappresentato un momento cruciale per definire strategie, buone pratiche e posizioni comuni che si traducano in azioni concrete, volte a garantire un’industria turistica virtuosa e responsabile. Un obiettivo che richiede un impegno collettivo e una visione condivisa, affinché il turismo possa consolidarsi come un motore di sviluppo sostenibile e inclusivo.
Nicoletta Curradi
giovedì 14 novembre 2024
Inizia il primo G7 Turismo, Santanchè accoglie i ministri
Nel Cortile del Michelozzo, a Palazzo Vecchio a Firenze
Il prmo G7 del Turismo è iniziato ufficialmente nel Cortile del Michelozzo, a Palazzo Vecchio: la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha accolto il viceministro del Canada Sony Perron, il vicedirettore generale Mercato interno, Industria, Imprenditoria e PMI dell'Unione Europea Hubert Gambs, la ministra delegata per l'Economia del Turismo della Francia Marina Ferrari, il coordinatore federale per l'Economia Marittima e il Turismo della Germania Dieter Gerald Janecek, il commissario dell'Agenzia del Turismo del Giappone Naoya Haraikawa, il direttore per i Media e l'Internazionalizzazione del Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport del Regno Unito Robert Specterman-Green, il vice assistente segretario per i Viaggi e il Turismo degli Stati Uniti d'America Alex Lasry, dando così il via ufficiale ai lavori della ministeriale dedicata al settore turistico.
martedì 5 novembre 2024
SHOZO SHIMAMOTO Pittura e video-performance alla Galleria Il Ponte
opening: 13 novembre h 19.00
SHOZO SHIMAMOTO
13 novembre 2024 - 10 gennaio 2025
In concomitanza con “Shozo Shimamoto. Gruppo Gutai - Primo Assalto” a cura di Italo Tomassoni e Giuseppe Simone Modeo a Palazzo Bastogi, sede del Consiglio regionale della Toscana, la galleria Il Ponte dedica la prossima esposizione a un nucleo di opere recenti dell’artista giapponese (Osaka 1928-2013) in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli.
Nello spazio della galleria vengono presentate opere di grandi dimensioni, acrilici su tela, 2008 e 2009, e alcune fotografie e video delle sue performance degli stessi anni...
“Grazie alla messa al bando del pennello […], Shozo Shimamoto raggiunge nella sua maturità una sorta di monoteismo estetico […]. Percorsi puntiformi segnati da un ritmo ipnotico seguono il succedersi di forme anulari che vengono ripetute in sequenza fino a prefigurare la fuoriuscita del segno dal bordo. Appare evidente come il vitalismo biologico del tessuto pigmentoso che si deposita sul supporto, orienti, come sotto l’effetto di una subliminale inquietudine elettrica, l’andamento degli sciami segnici […].
Analogo, e correlato al grafismo del segno-traccia il percorso del segno-colore. Il colore per Shimamoto […] è il mezzo attraverso il quale viene superata la distanza tra lo spazio reale e lo spazio creato. Il colore si muove entro lo stesso schema cinetico e corporeo del segno, in un’economia dove la mente governa la premeditazione, mentre il soma si incarna con il manifestarsi della materia. E tutto avviene all’interno di un’esperienza sempre unica… Il colore coinvolge l’emotività dell’artista trascinandolo da una cinetica implosa e centripeta a uno sconfinamento esploso e centrifugo […]. La materia colorata si fonde e si confonde, in balia di onde d’urto armoniche o dissonanti che spalancano finestre sul mondo con spettacolari deflagrazioni risolte nell’attimo bruciante del loro apparire” (Italo Tomassoni, Shozo Shimamoto. Tra azione e materia, tra Gutai e Art Autre, 2024).
Biografia
Shozo Shimamoto nasce ad Osaka, in Giappone, nel 1928. Co-fondatore del gruppo Gutai, insieme a Jiro Yoshihara, è stato uno degli artisti più sperimentatori del secondo dopoguerra. Il Gutai, primo movimento artistico radicale del Giappone, si sviluppa sul finire degli anni Cinquanta quasi in contemporanea all’arte informale europea e americana, con l’intento di rinnovare la tradizione artistica giapponese. Nel 1957 partecipa alla prima esposizione “Arte Gutai sulla scena" al Center Sankei di Osaka, dove mette in mostra i suoi lavori video e sonori. Sono anni in cui inizia a tenere mostre anche fuori dal Giappone, in importanti istituzioni e gallerie come lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Musée cantonal des Beaux Arts di Losanna. Nel 1972, con la morte di Yoshihara, il Gruppo Gutai si scioglie e Shimamoto s’interessa alla Mail Art. Nel 1987 viene invitato dal Museo di Dallas a celebrare il centenario della nascita di Duchamp, per il quale proietta messaggi di pace e spezzoni di film sulla sua testa. Nel 1998 viene scelto come uno dei quattro più grandi artisti del mondo del dopoguerra assieme a Jackson Pollock, John Cage e Lucio Fontana, per un'esposizione al MOCA di Los Angeles e l’anno successivo partecipa alla 48a Biennale di Venezia con David Bowes e Yoko Ono. Nel 2004 realizza una performance in elicottero come anticipazione della successiva Biennale di Venezia del 2005. Nel maggio 2006 la Fondazione Morra di Napoli ospita una sua antologica “Shozo Shimamoto. Opere anni '50-'90”, che viene inaugurata da una performance nella storica Piazza Dante, in cui getta una sfera piena di colori su una tela, sollevato dal braccio di una gru e accompagnato al pianoforte da Charlemagne Palestine. Sue opere si trovano, tra le tante, nella collezione della Tate Gallery, del Centre Pompidou, della Galleria di arte moderna di Roma, oltre a essere presenti in quasi tutti i musei giapponesi. Muore ad Osaka nel 2013
Galleria Il Ponte - Firenze
www.galleriailponte.com
Nicoletta Curradi
Alice Rohrwacher e Pietro Marcello in dialogo sul documentario italiano al Festival dei Popoli
Quinto giorno di festival: alle 18.30 al cinema La Compagnia il panel con i due registi dal titolo “Documentario italiano: verso la finzione?”, con i due registi anche Gabriele Genuino (Rai Cinema). Modera Alba Mileto
Firenze, 5 novembre - Alice Rohrwacher e Pietro Marcello saranno ospiti alla 65a edizione del Festival dei Popoli, domani mercoledì 6 novembre, protagonisti del panel alle 18.30 al cinema La Compagnia dal titolo “Documentario italiano: verso la finzione?”. In serata invece, in sala alle 21.30, arrivano i Beatles d’archivio in “Things we said today” di Andrei Ujica, presente in sala, con i materiali ritrovati del concerto dei Fab Four a New York nel 1965, in un ritratto di un mondo passato, che già annunciava il presente.
Sarà una conversazione dedicata alla transizione dal documentario alla finzione compiuta da un’intera generazione di filmmaker che, proprio a partire dal confronto con la realtà, ha contribuito a rinnovare la cinematografia del nostro paese negli ultimi due decenni. In dialogo, insieme a Gabriele Genuino (Rai Cinema), due figure di primissimo piano, capaci di raccontare le contraddizioni di un’Italia “bella e perduta” e le “meraviglie” di un paese ancora incerto tra il proprio passato contadino e il presente segnato da un’industrializzazione mai pienamente realizzata. Modera Alba Mileto.
Note cult poi in serata - per la sezione Let the music play - con l’ultimo lavoro del regista rumeno Andrei Ujica, che presenterà in sala il film su cui ha lavorato più di un decennio, “Things we said today”, ricostruzione d’archivio del celebre tour nordamericano dei Beatles. Il documentario prende come punto di partenza proprio l'arrivo dei Fab Four a New York per il loro concerto dell'agosto 1965 allo Shea Stadium, e come titolo una canzone dei Beatles che già anticipa un momento in cui il momento presente sarà diventato un passato ossessionante, né recuperabile né dimenticabile. Ma il quadro di riferimento si allarga progressivamente. Vengono accostate realtà contigue del 1965: la Fiera Mondiale di New York, i disordini di Watts che filtrano dalla East Coast in televisione. Un viaggio nel cuore nascosto di quel mondo al tempo stesso scomparso e palpabilmente presente.
Al cinema La Compagnia invece dalle 15 ci sarà la sezione Feminist Frames con “SIlence of reason” di Kumjana Novakova, presente in sala, forte resoconto sulle singolari esperienze di violenza e tortura delle donne dei campi di stupro di Foča durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. Alle 16.30 invece per il concorso internazionale per lungometraggi sullo schermo “Terra incognita” di Enrico Masi, dialogo tra modelli di sviluppo contrapposti, che riflette sulla condizione umana e il suo rapporto con le risorse materiali: sulle Alpi italiane una famiglia di origini tedesche vive senza elettricità e senza contatti con la società; al di là della frontiera alpina, in Francia, è in costruzione un immenso impianto che ricerca la fusione atomica.
Alle 17 continua l’omaggio ad Albert Serra, ospite speciale di questa edizione del festival, che sarà in sala alla Strozzina presso Palazzo Strozzi per la proiezione del suo “The lord worked wonders in me”, documentario e film nel film in cui una parte della troupe di Honor de cavalleria raggiunge La Mancha alla ricerca delle reali ambientazioni delle gesta di Don Chisciotte.
Al cinema Astra la giornata inizia alle 10 con Feminist Frames (ingresso libero) che propone “Newsreel 242 - Sunny Railways di Nika Autor e “Remanence” di Sabine Groenewegen; segue alle 11.30 il Doc at Work - Future Campus dedicato ai cineasti di domani, con “Petrolia” di Giulia Mancassola e “That tiny place where the light comes in” di Giulianna Camarena, alla presenza delle registe. Alle 15, arriva la sezione Habitat, con i corti dedicati all’ambiente e al cambiamento climatico: “Parcebes” di A. Ramires (Xá) e L. Gonçalves, “Coral City” di C. Ghekiere e C. De Cort , “Like water, stone and foam” di Diana Moreno, in collaborazione con Publiacqua. Il pomeriggio prosegue alle 16.30 con la sezione Discoveries, concorso per i corti e mediometraggi di giovani registi: in sala “Eighteen Mill Street” di Josh Weissbach, “What we ask of a statue is that it doens’t move” di Daphné Hérétakis, “City museum” di Boris Dewjatkin. Alle 18.30 l’omaggio a Judi Elek con la copia restaurata di “A commonplace story” . infine, alle 21, ancora per la serie Discoveries il corto “You can’t get what you want but you can get me” di Samira Elagoz & Z Walsh, a cui segue “My sextortion diary” di Patricia Franquesa, presente in sala, storia personale della lotta di una giovane produttrice per avere una carriera professionale nell'industria cinematografica, che dopo il furto del suo computer si rende conto di essere vittima di sextortion, finisce per intraprendere una ricerca personale al fine di riavere controllo e potere della sua privacy.
Il festival è realizzato con il contributo di Europa Creativa Media, MiC - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Calliope Arts Foundation e Publiacqua. E’ organizzato nell’ambito della “50 Giorni di Cinema a Firenze” che fa parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo e delle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio.
Ufficio Stampa Festival dei Popoli: press@festivaldeipopoli.org
Antonio Pirozzi (3395238132) con Valentina Messina e Davide Ficarola
www.festivaldeipopoli.org
Tutti i materiali nella cartella stampa: https://bit.ly/FDP65
PROGRAMMA MARTEDÌ 5 NOVEMBRE
Cinema La Compagnia
15.00 - FEMINIST FRAMES
SILENCE OF REASON di Kumjana Novakova | 63 min
Alla presenza della regista
16:30 - CONCORSO INT. LUNGOMETRAGGI
TERRA INCOGNITA di Enrico Masi | 93 min
Alla presenza del regista
18:30 - Panel
Documentario italiano: verso la finzione
Con: Gabriele Genuino, Pietro Marcello, Alice Rohrwacher
Modera: Alba Mileto
21:30 - LET THE MUSIC PLAY
TWST – THINGS WE SAID TODAY di Andrei Ujică | 85 min
Alla presenza del regista
Strozzina, Palazzo Strozzi
17:00 - OMAGGIO AD ALBERT SERRA
THE LORD WORKED WONDERS IN ME di Albert Serra | 146 min
Alla presenza del regista | Ingresso libero
Cinema Astra
10:00 - FEMINIST FRAMES
NEWSREEL 242 - SUNNY RAILWAYS di Nika Autor | 31 min
REMANENCE di Sabine Groenewegen| 23 min
Ingresso libero
11:30 - DOC AT WORK – FUTURE CAMPUS
PETROLIA di Giulia Mancassola | 18 min
THAT TINY PLACE WHERE THE LIGHT COMES IN di Giulianna Camarena | 29 min
Alla presenza delle registe | Ingresso libero
15:00 - HABITAT
PERCEBES di A. Ramires (Xá), L. Gonçalves | 12 min
CORAL CITY di C. Ghekiere, C. De Cort | 20 min
LIKE WATER, STONE & FOAM di Diana Moreno | 26 min
In collaborazione con Publiacqua
16:30 - CONCORSO DISCOVERIES
EIGHTEEN MILL STREET di Josh Weissbach | 14 min
WHAT WE ASK OF A STATUE IS THAT IT DOESN’T MOVE di Daphné Hérétakis | 31 min
CITY MUSEUM di Boris Dewjatkin | 26 min
Alla presenza dei registi
18:30 - OMAGGIO A JUDIT ELEK
A COMMONPLACE STORY di Judit Elek | 100 min| copia restaurata
YOU CAN’T GET WHAT YOU WANT BUT YOU CAN GET ME di Samira Elagoz & Z Walsh | 13 min
MY SEXTORTION DIARY di Patricia Franquesa | 64 min
Alla presenza della regista
giovedì 31 ottobre 2024
A Firenze la seconda edizione del Forum Internazionale del Turismo
Il prossimo 8-9 novembre a Firenze, presso la Fortezza da Basso, si terrà il secondo Forum Internazionale del Turismo.
L’evento, organizzato dal Ministero del Turismo, è un’importante occasione di confronto tra istituzioni, associazioni e imprese, sulle sfide presenti e future del settore, e prevede una due giorni che inizierà l’8 novembre primo pomeriggio e terminerà sabato 9 all’ora di pranzo.
Un appuntamento per portare le priorità del comparto al centro del dibattito internazionale, specialmente in vista del primo G7 Turismo, che si terrà anch’esso nel capoluogo toscano dal 13 al 15 novembre.
Il programma includerà temi quali innovazione, intelligenza artificiale, sostenibilità, competenze, opportunità e accessibilità, è in fase di finalizzazione.
L’evento, giunto alla seconda edizione, riunirà il comparto – ministero, assessori, esperti e operatori –all’insegna del dialogo e del confronto per poter definire, al termine dei lavori, un “Patto per il Turismo” orientato alle sfide presenti e future del settore.
È proprio in considerazione dei banchi di prova che aspettano l’industria turistica che il programma del Forum è stato articolato in dieci panel, introdotti dalla dicitura “Open to”: Giubileo, Innovazione, Nuove Competenze, Sostenibilità, Qualità, Crescita, Accessibilità, Benessere, Blu, Montagna.
Si parte, quindi, dal Giubileo – con la partecipazione del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, del pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile del Giubileo 2025 monsignor Rino Fisichella e del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca –, il più grande evento nazionale e internazionale del 2025, non soltanto per la capitale ma per l’intera Nazione.
Si procederà, poi, affrontando una serie di tematiche di grande attualità e dall’alto potenziale in termini di opportunità. Dalle prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, di cui si parlerà all’interno del panel dedicato alla montagna, all’impatto che l’intelligenza artificiale può generare sull’innovazione, la sostenibilità, la qualità e lo sviluppo di domanda e offerta turistiche.
Nicoletta Curradi
Fabrizio Del Bimbo
Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole. Una grande mostra a Palazzo Strozzi
Fino al 26 gennaio 2025 Palazzo Strozzi ospita "Helen Frankenthaler: Dipingere senza regole", la più grande mostra mai realizzata in Italia, dedicata a una delle più importanti artiste americane del Novecento. Insieme a un'ampia selezione di opere realizzate tra il 1953 e il 2002, trenta grandi tele e sculture di Frankenthaler, provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e in prestito da importanti musei e collezioni private, la mostra permetterà di scoprire connessioni, influenze e amicizie dell'artista. Le opere di Frankenthaler saranno infatti a confronto con i lavori di artisti a lei contemporanei, alcuni parte dalla sua collezione personale, come Anthony Caro, Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith, Anne Truitt.
Figura chiave nella seconda generazione di pittori astratti americani del dopoguerra, Frankenthaler
(1928-2011) ha avuto un ruolo fondamentale nel passaggio dall'Espressionismo astratto alla cosiddetta Color Field Painting. In oltre sessant'anni di carriera Frankenthaler si è imposta sulla scena artistica americana tramite un approccio "senza regole", sfidando i limiti delle tecniche pittoriche ma anche le aspettative di genere dell'epoca, imponendosi come una delle principali artiste della sua generazione. Grazie all'eclettica immaginazione e alle capacità improvvisative ha esplorato una nuova relazione tra colore e forma, espandendo le possibilità della pittura astratta in un modo che ancora oggi ispira generazioni di artisti. Colore e spazio, astrazione e poesia: l'arte di Frankenthaler si distingue per una capacità unica nell'unire tecnica e immaginazione, ricerca e improvvisazione, andando oltre canoni, regole e convenzioni alla ricerca di una nuova libertà nella pittura.
Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, afferma: "Siamo entusiasti di presentare l'opera di Helen Frankenthaler in una grande mostra senza precedenti in Italia, permettendo al pubblico di scoprire un'artista fondamentale del XX secolo. Con il suo approccio innovativo e controcorrente, Frankenthaler si è distinta come figura pionieristica nel campo della pittura astratta, ampliandone le potenzialità in un modo che continua a ispirare ancora oggi nuove generazioni di artisti".
Organizzata cronologicamente, l'esposizione ripercorre lo sviluppo della pratica creativa di Frankenthaler con ogni sala dedicata a un decennio della sua produzione dagli anni '50 agli anni '90. Le sue innovazioni artistiche, accostate a dipinti, sculture e opere su carta di artisti a lei contemporanei, permetteranno di mettere in luce le sinergie e le affinità tra questi autori. La mostra mette così in scena la consolidata influenza di Jackson Pollock su Frankenthaler negli anni Cinquanta, con Number 14 (1951), un dipinto in bianco e nero a confronto con Mediterranean Thoughts di Frankenthaler (1960), un colorato lavoro a olio che presenta analoghi "elementi di realismo astratto o di Surrealismo", frase che Frankenthaler usò per descrivere l'opera di Pollock dopo averla vista di persona la prima volta. Tutti-Frutti (1966), un dipinto a "soak-stain" di nuvole colorate fluttuanti, trova un analogo tridimensionale in Untitled (1964), scultura in acciaio dipinto di David Smith, composta da forme geometriche impilate l'una sull'altra, appoggiate su quattro piccole ruote. Heart of London Map (1972), un assemblaggio in acciaio, si pone a confronto invece con Ascending the Stairs di Anthony Caro (1979-1983), nella sua costruzione pezzo per pezzo.
Nel percorso della mostra le opere degli anni Ottanta, Novanta e Duemila sono la testimonianza di un'artista che non ha mai smesso di infrangere le regole per esplorare nuovi modi di fare arte.
L'esposizione sarà arricchita da progetti educativi e apparati che consentono ai visitatori di conoscere e approfondire la vita e la pratica artistica di Frankenthaler anche attraverso documenti d'archivio, fotografie e corrispondenza con amici.
Helen Frankenthaler
Nata a New York, Helen Frankenthaler (1928-2011) compie i suoi studi artistici con Paul Feeley al Bennington College, prima di tornare a Manhattan, dove si avvicina all'arte astratta. All'inizio degli anni Cinquanta entra in contatto con gli esponenti della Scuola di New York e a figure chiave dell'arte americana del dopoguerra, sviluppando rapporti di amicizia e di lavoro. Presto Frankenthaler si trova circondata da artisti che condividono con lei un forte impegno nella sperimentazione. Alcuni diventano amici con cui condivide studio visit, intense corrispondenze e scambi di opinioni, oltre a collezionarne le opere, che espone nella sua casa di Manhattan. Tra queste, alcune saranno protagoniste della mostra a Palazzo Strozzi come il lavoro su carta Helen's Collage (1957) di Robert Motherwell, Aleph Series V (1960), dipinto di Morris Louis, o la scultura Ascending the Stairs (1979-1983) di Anthony Caro.
La mostra è co-organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze, e Helen Frankenthaler Foundation, New York, ed è curata da Douglas Dreishpoon, Direttore, Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné.
Fabrizio Del Bimbo