martedì 18 gennaio 2022

Il Ministro Bianchi ad un convegno all'istituto degli Innocenti

Da una parte richieste per i nidi superiori all'offerta, dall'altra posti vuoti nelle scuole dell'infanzia: la prospettiva è puntare all'integrazione dei due sistemi e rafforzare i poli 0-6. I nidi sono ancora pochi (23% della copertura in Italia) e l'accessibilità è peggiorata con la pandemia: le rinunce riguardano il 16% dei bambini, le dimissioni il 9% e l’irregolare pagamento della retta il 14,5%. 





E' quanto emerso durante il convegno nazionale “Educazione Zerosei. Diritti, qualità e accessibilità nel sistema integrato”, che si è svolto il 18 gennaio all'Istituto degli Innocenti di Firenze.

All'incontro hanno portato il loro saluto, oltre alla presidente dell’Istituto degli Innocenti Maria Grazia Giuffrida, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, Dario Nardella, sindaco di Firenze, Ernesto Pellecchia, direttore USR per la Toscana, Carla Garlatti, Autoritàgarante per l’infanzia e l’adolescenza.
nno partecipato alla tavola rotonda Sara Funaro, rappresentante Anci Toscana e Assessora Educazione e welfare Comune di Firenze, Gianluca Lombardo, Dirigente Ufficio II Direzione per gli ordinamenti scolastici del Ministero dell’istruzione, Ilaria Antonini, Capo del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, Antonio Mazzarotto, Direttore Area famiglia, minori e persone fragili Regione Lazio, Alessandra Nardini, Assessora Istruzione, formazione professionale, università e ricerca, impiego, relazioni internazionali e politiche di genere Regione Toscana. 

Fabrizio Del Bimbo


giovedì 13 gennaio 2022

Levi e Ragghianti, una mostra a Lucca

 





Un'amicizia fra pittura, politica e letteratura. È quella che unisce il critico e storico dell’arte lucchese Carlo Ludovico Ragghianti al pittore, scrittore e uomo politico Carlo Levi e che si mostra in tutta la sua interezza in San Micheletto. Un’esposizione inedita, frutto di un lungo lavoro di ricerca e collaborazione tra le due Fondazioni che si occupano di custodire la vita e le opere delle due importanti figure del Novecento e ora anche di portarne avanti nel tempo il legame.

La mostra, curata da Paolo Bolpagni, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna, attraverso quasi cento opere, racconta un Carlo Levi inedito, quello scelto e prediletto dall’amico Carlo Ludovico Ragghianti che nel 1948 ne propose la prima storicizzazione, attraverso una catalogazione dei dipinti realizzati dall’artista torinese tra il 1923 al 1947. Ma il rapporto tra i due nacque qualche anno prima, tra le comuni battaglie politiche che li videro combattere insieme, tra le fila del Partito d’Azione, durante la Resistenza. Fu questa, la guerra, il momento più forte della loro frequentazione.

“Le opere in mostra – ha sottolineato Bolpagni – sono quelle che Ragghianti selezionò ed espose durante la sua vita. L’esposizione, infatti, oltre a ricostruire gli eventi e le circostanze della loro amicizia, i nodi identitari del loro rapporto e i punti di interesse comune attraverso quadri, lettere e filmati che mettono in luce la loro formazione culturale comune. Tutte opere che siamo riusciti a portare qui grazie alla collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, al contributo del Gabinetto Vieusseux di Firenze e ad alcuni collezionisti privati”.

La parte iniziale della mostra è dedicato agli anni di formazione di Carlo Levi e alle prime amicizie, da Filippo Turati ai fratelli Rosselli passando per Leone Ginzburg. Amicizie che lasciano spazio alla seconda sezione, quella riservata alla lotta politica, alla clandestinità, al rifugio a Firenze e alla Resistenza. Tutte condizioni che si riversano nella pittura e nel racconto della guerra partigiana, arrivata dopo il confino di Levi in Lucania, raccontato in Cristo si è fermato a Eboli ed esposto nella terza sezione. Ma la mostra espone per la prima volta anche un nuovo aspetto, quello del comune interesse di Levi e Ragghianti per il cinema, dove il primo lavora come sceneggiatore e poi come ritrattista per diverse personalità di quel mondo, da Pasolini a Silvia Mangano. A chiudere l’allestimento la pittura di Levi raccontata dagli occhi di Ragghianti che nel 1977 dedicò la grande retrospettiva Levi si ferma a Firenze, all’amico artista scomparso due anni prima.


“Con questa mostra si prolunga uno storico sodalizio tra due figure importanti del Novecento – aggiungono Daniela Fonti e Antonella Lavorgna della Fondazione Carlo Levi di Roma -. Esposti ci sono anche i documenti, solo alcuni dell’immenso repertorio, che abbiamo studiato per ricostruire il rapporto tra i due e che ci auguriamo possano essere l’inizio di una ricerca che vada avanti nel tempo”.

Ad accompagnare la mostra anche un notevole catalogo. 

Sarà possibile vedere l’esposizione  fino al 20 marzo, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 18,30.


Nicoletta Currradi