Dal 20 ottobre 2017 al 21 gennaio 2018 gli spazi della Strozzina a Palazzo Strozzi a Firenze ospitano Utopie Radicali. Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976, una
mostra, curata da Pino Brugellis, Gianni Pettena, Alberto Salvadoricon
la collaborazione di Elisabetta Trincherini per le ricerche e il
coordinamento dei materiali d’archivio, che celebra la straordinaria stagione creativa fiorentina del movimento radicale tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
In un caleidoscopico dialogo tra oggetti di design, video, installazioni, performance e narrazioni, la mostra riunisce per la prima volta in un’unica mostra le opere visionarie di gruppi e personalità come Archizoom, Superstudio, Lapo Binazzi e Ufo, Gianni Pettena, Remo Buti, 9999 e Zziggurat, capaci
di rendere Firenze il centro di una rivoluzione creativa che ha segnato
lo sviluppo delle arti a livello internazionale.
Questa
generazione di artisti, inizialmente studenti legati principalmente alla
facoltà di Architettura di Firenze, è la prima in Italia a portare
avanti in maniera originale la profonda revisione della disciplina
architettonica, alla ricerca di un inedito connubio tra l’utopia architettonica e la ricerca basata sulle tecnologie più avanzate,
già in atto a livello internazionale con gruppi e autori come Hollein e
Pichler a Vienna, Cedric Price e gli Archigram a Londra, i Metabolisti
in Giappone, Yona Friedman in Francia, Buckminster Fuller negli Stati
Uniti, Frei Otto in Germania, il movimento situazionista di Costant e
Debord in Francia e Olanda.
Definito inizialmente come
“Superarchitettura”, “controdesign”, “architettura concettuale” o
“utopia”, il movimento architettonico radicale a Firenze si
contraddistingue per l’originale e proficuo scambio tra la ricerca architettonica e le arti visive,
andando appunto oltre l’architettura. Caratteristica del ruolo
“radicale” dei ricercatori fiorentini è quella di innovare profondamente
strategie progettuali e piattaforme concettuali, manifestandosi anche
attraverso performance urbane e cortocircuiti operativi, con
teorizzazioni globali e contributi concettuali che si trascrivono sia
nelle architetture per gli interni che negli spazi urbani.
La
mostra si pone l'obiettivo di far conoscere allo spettatore gli anni in
cui il movimento si è formato e ha operato, ed esplicita sia il contesto
internazionale, sull’onda del quale le ricerche radicali sono fiorite,
sia la grande eredità che queste hanno lasciato alle generazioni
successive, per celebri architetti come Bernard Tschumi, Zaha Hadid, Rem Koolhaas o Frank Gehry.
Non a caso la maggior parte delle opere e dei materiali dei
protagonisti radicali sono raccolti ed esposti in musei come MoMA di New
York, il Centre Pompidou di Parigi, il Canadian Center for Architecture
di Montreal, il FRAC Centre di Orleans, il MAXXI di Roma.
La
mostra è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi,
Fondazione CR Firenze con l'Osservatorio per le Arti Contemporanee ed ha
il supporto di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze,
Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana.
Nicoletta Curradi
Nessun commento:
Posta un commento