mercoledì 18 ottobre 2017

Per l'Oltrarno una nuova guida ed una app

ulla riva sinistra dell’Arno si svela una Firenze tutta da scoprire, ricca di botteghe artigiane, di piccoli locali e trattorie, di fiorentini che vivono ancora la città lontani dai flussi classici del turismo. Oltrarno su misura è la prima guida tutta dedicata all’Oltrarno: una guida cartacea ma anche una App per localizzare dal proprio cellulare strade, palazzi, musei, botteghe artigiane e curiosità di questo quartiere che recentemente Lonely Planet ha definito come uno dei quartieri più ‘cool’ del mondo.







La guida nasce da un lavoro lungo due anni ad opera del Comune di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, Oltrarno Promuove 2.0 e le associazioni di categoria, con il contributo della Fondazione CR Firenze. Nella guida, 280 pagine con immagini del gruppo di lavoro guidato dal fotografo Dario Garofalo, curato dalla casa editrice Gruppo Editoriale, ci sono la storia e le curiosità di San Frediano, Porta Romana, Santo Spirito e San Niccolò, il cibo e il teatro, le chiese, i giardini e non ultime, le più di 800 botteghe che danno all’Oltrarno, un vero e proprio censimento che troverete all’interno della guida.
La nuova app rientra nel Progetto Oltrarno triennale messo a punto da Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Oltrarno Promuove 2.0 e le associazioni di categoria, con il contributo della Fondazione CR Firenze. Dal 2015 il progetto ha messo in atto una serie di azioni di valorizzazione del quartiere: fra queste, la risistemazione di sette aree verdi, la ripulitura di 182 bandoni, due chioschi e 650 metri quadri di muri grazie all’accordo con la Fondazione Angeli del Bello, l’organizzazione di eventi e appuntamenti. Il prossimo passo sarà la realizzazione dell’Oltrarno Point con il recupero della chiesa sconsacrata di San Carlo dei Barnabiti in via Sant'Agostino. L'edificio, che fu costruito da Gherardo Silvani nel 1636 per l'ordine dei Barnabiti, ospiterà il cuore della promozione integrata dell’Oltrarno.
«E’ un piccolo tesoro la guida che avete tra le mani - sottolinea il sindaco Dario Nardella - perché racconta in maniera esemplare una Firenze diversa. Questa guida parla dell’Oltrarno e delle sue mille sfaccettature. Gli storici rioni, le chiese, i giardini, le attività artigianali. Una guida avvincente per chi non si accontenta di una Firenze usuale».
«Finalmente - dichiara Simone Calcinai, presidente di Oltrarno Promuove 2.0 - il quartiere più bello del mondo ha una guida che lo racconta».
«Sappiamo di avere in pieno centro un quartiere fantastico dove le lavorazioni artistiche e artigianali si alternano a rinomati antiquari e a locali di tendenza - aggiunge Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze - con questa App abbiamo l’ambizione di spostare i flussi turistici e creare un sentiero virtuale che da luoghi come gli Uffizi e da Ponte Vecchio, ammirati da milioni di persone nel mondo, arrivi direttamente nelle strade e nelle piazze dell’Oltrarno».
Per Umberto Tombari, presidente della Fondazione CR Firenze, si tratta di «una guida che contribuisce a far conoscere questa parte antica e operosa della città nelle cui botteghe ancora si tramandano antichi saperi».
Per Alessandro Vittorio Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze «questa è la strada giusta per valorizzare un’area che parla della vera Firenze».
«Dare più visibilità alle imprese d’Oltrarno deviando parte dei flussi turistici dalle solite mete – sottolinea Stefano Guerri, vicedirettore Confcommercio Firenze – è un modo per decongestionare il centro e distribuire meglio le risorse che vengono dal turismo».
«Vogliamo far conoscere ai tanti visitatori stranieri e italiani - sottolinea Giacomo Cioni, presidente CNA Firenze - l’Oltrarno come uno dei luoghi dove il nostro artigianato artistico raggiunge livelli di eccellenza e dove i nostri artigiani sono capaci di trasformare in manufatti la storia e la cultura che pervade il nostro territorio».
«In qualità di Presidente Confesercenti - aggiunge Claudio Bianchi - posso assicurare che continueremo a lavorare alacremente all’interno di Oltrarno 2.0 per rendere questo strumento un punto di riferimento sempre più importante per tutti coloro che hanno a cuore la crescita del quartiere».

Nicoletta Curradi

Vetri pregiati in mostra al Museo Archeologico di Firenze

La mostra "Pretiosa vitrea. L’arte vetraria antica nei musei e nelle collezioni private della Toscana", che nel titolo si ispira ad un passo del Satyricon di Petronio, si propone di offrire all’attenzione del pubblico e degli studiosi una panoramica sul patrimonio vitreo antico conservato nei principali musei archeologici e in alcune importanti collezioni private della Toscana.
Attraverso ben 314 vasi e frammenti in vetro, di cui 12 faraonici, 11 etruschi 73 greci e 218 romani di varia epoca e provenienza, e lungo un percorso che si sviluppa in 13 vetrine, sarà offerta ai visitatori la possibilità di conoscere e apprezzare un patrimonio dell’arte antica ad oggi pressoché ignoto, nonostante l’assoluta eccellenza delle opere in mostra e il fascino delle loro infinite forme, dei colori variegati, del luccichio dei loro riflessi dorati.




L’esposizione prende avvio dall’Egitto faraonico con una selezione di intarsi, collane e unguentari vitrei delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, databili dal II millennio a.C. in poi, che consentono di ripercorrere le fasi più antiche della lavorazione di un materiale che non mancò di affascinare ben presto le altre culture del Mediterraneo antico.
Sarà proprio l’Etruria, prima fra le culture dell’Italia antica, a recepire, sin dall’VIII secolo a.C., il fascino di un materiale nato in Oriente. Fusuerole e fusi in vetro su nucleo friabile, tecnica antichissima, insieme a contenitori per oli profumati, provenienti dalle tombe di Marsiliana, Vetulonia e Tuscania, illustreranno la fortuna del vetro nella cultura dei principi etruschi, per i quali divenne prezioso simbolo di appartenenza ad uno status sociale elitario.
Le importazioni dal Mediterraneo orientale, infatti, sono una presenza costante nei corredi più ricchi del mondo etrusco dal VI sino al III secolo a.C. e grazie ad opere conservate nel Museo Archeologico fiorentino, ma provenienti dai corredi funerari delle più diverse località dell’Etruria interna e costiera, la mostra offre una panoramica estremamente completa ed esaustiva delle più preziose produzioni siro-palestinesi dell’epoca, note anche in numerosi relitti, come quello del Pozzino a Populonia.
Ai nuclei di materiali da Empoli, Luni, Volterra, dalla Siria, da Cipro e dall’Iraq, si aggiungono reperti da contesti come quello delle navi pisane, che offrono un colpo d’occhio spettacolare sulle mille varietà dell’arte del vetro nel mondo romano. Vetri soffiati liberamente o a matrice, coppe a reticelli, nastri, millefiori, bicchieri intagliati a favo d’ape e persino un raro esempio di vetro cammeo, come quello da Torrita di Siena, testimonieranno al visitatore – nel modo più eloquente – quella che è stata la stagione più creativa e innovativa dell’arte vetraria del mondo antico.
La mostra “Pretiosa vitrea”, prima nel suo genere realizzata in Toscana e curata da un gruppo di lavoro che annovera esperti di riconosciuta fama nei diversi settori di competenza, si caratterizza come un’iniziativa di assoluta originalità nel panorama espositivo fiorentino, proponendosi, al contempo, come punto di avvio per una più adeguata valorizzazione del patrimonio vetrario antico nel sistema museale della regione.

Nicoletta Curradi

lunedì 16 ottobre 2017

Alla Strozzina la nuova mostra Utopie radicali

Dal 20 ottobre 2017 al 21 gennaio 2018 gli spazi della Strozzina a Palazzo Strozzi a Firenze ospitano Utopie Radicali. Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976, una mostra, curata da Pino Brugellis, Gianni Pettena, Alberto Salvadoricon la collaborazione di Elisabetta Trincherini per le ricerche e il coordinamento dei materiali d’archivio, che celebra la straordinaria stagione creativa fiorentina del movimento radicale tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
 In un caleidoscopico dialogo tra oggetti di design, video, installazioni, performance e narrazioni, la mostra riunisce per la prima volta in un’unica mostra le opere visionarie di gruppi e personalità come Archizoom, Superstudio, Lapo Binazzi e Ufo, Gianni Pettena, Remo Buti, 9999 e Zziggurat, capaci di rendere Firenze il centro di una rivoluzione creativa che ha segnato lo sviluppo delle arti a livello internazionale.

Questa generazione di artisti, inizialmente studenti legati principalmente alla facoltà di Architettura di Firenze, è la prima in Italia a portare avanti in maniera originale la profonda revisione della disciplina architettonica, alla ricerca di un inedito connubio tra l’utopia architettonica e la ricerca basata sulle tecnologie più avanzate, già in atto a livello internazionale con gruppi e autori come Hollein e Pichler a Vienna, Cedric Price e gli Archigram a Londra, i Metabolisti in Giappone, Yona Friedman in Francia, Buckminster Fuller negli Stati Uniti, Frei Otto in Germania, il movimento situazionista di Costant e Debord in Francia e Olanda.

Definito inizialmente come “Superarchitettura”, “controdesign”, “architettura concettuale” o “utopia”, il movimento architettonico radicale a Firenze si contraddistingue per l’originale e proficuo scambio tra la ricerca architettonica e le arti visive, andando appunto oltre l’architettura. Caratteristica del ruolo “radicale” dei ricercatori fiorentini è quella di innovare profondamente strategie progettuali e piattaforme concettuali, manifestandosi anche attraverso performance urbane e cortocircuiti operativi, con teorizzazioni globali e contributi concettuali che si trascrivono sia nelle architetture per gli interni che negli spazi urbani.

La mostra si pone l'obiettivo di far conoscere allo spettatore gli anni in cui il movimento si è formato e ha operato, ed esplicita sia il contesto internazionale, sull’onda del quale le ricerche radicali sono fiorite, sia la grande eredità che queste hanno lasciato alle generazioni successive, per celebri architetti come Bernard Tschumi, Zaha Hadid, Rem Koolhaas o Frank Gehry. Non a caso la maggior parte delle opere e dei materiali dei protagonisti radicali sono raccolti ed esposti in musei come MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Canadian Center for Architecture di Montreal, il FRAC Centre di Orleans, il MAXXI di Roma.

La mostra è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Fondazione CR Firenze con l'Osservatorio per le Arti Contemporanee ed ha il supporto di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana.

Nicoletta Curradi



lunedì 9 ottobre 2017

Restaurato lo splendido Palazzo Pucci





Finalmente, dopo circa quarant’anni, riaprono a Firenze, a due passi dal Duomo, le sale riccamente affrescate dello storico palazzo di via de’ Pucci. L’ala che fa angolo con via de’ Servi, di proprietà dell’Arcidiocesi di Firenze, è stata accuratamente restaurata negli ultimi cinque anni, grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Con la nuova gestione da parte di PALAZZO PUCCI EVENTS&ACADEMY, neonata realtà per l’organizzazione di eventi a Firenze, il salone restaurato, che ha accolto in passato anche un cinema per ragazzi, torna a risplendere. Un nuovo indirizzo a cui fare riferimento anche per corsi di formazione di alto artigianato, moda e arte orafa. Dopo un importante restauro durato cinque anni e dopo essere state chiuse per circa quarant’anni, alcune delle più preziose sale di Palazzo Pucci vengono finalmente restituite alla città. Firenze può così vedere nel loro splendore luoghi che per tanti anni hanno accolto l’associazionismo e la stampa cattolica. Palazzo Pucci è stato per decenni sede di Toscana Oggi, organo di informazione della Diocesi, al quale è stato assegnato un posto adeguato nel cuore della città. È tuttora sede di Radio Toscana e Radio Firenze. Forse non tutti sanno che il “Salone di Apollo” - così è stato denominato l’antico Salone delle Feste - fino a quaranta anni fa ospitava il cinema “ABC dei ragazzi”, che è stato a lungo punto di riferimento per le famiglie fiorentine, e che nello stesso palazzo si trovano la Caritas Diocesana, l’Agesci e il Ceis-Centro di Solidarietà Firenze Onlus.
All'inaugurazione del palazzo restaurato sono intervenuti il Cardinale Giuseppe Betori e la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi.


Nicoletta Curradi

Capolavori del Cinquecento a Palazzo Strozzi

A Palazzo Strozzi i capolavori di Pontormo, Rosso e Bronzino, terzo capitolo della trilogia espositiva dedicata al secolo della "Maniera" curata da Antonio Natali e Carlo Falciani iniziata nel 2010 con "Bronzino" e proseguita nel 2014 con "Pontormo e Rosso Fiorentino", 





"Il Cinquecento a Firenze", visitabile fino  al 21 gennaio a Palazzo Strozzi ripercorre la grande arte del XVI secolo attraverso settanta opere di 41 artisti diversi, molte delle quali restaurate per l'occasione o provenienti da importanti prestiti internazionali. Attrazione principe lungo il percorso espositivo il confronto, inedito, fra la "Deposizione" di Santa Felicita del Pontormo, reduce da uno straordinario restauro condotto da Daniele Rossi e finanziato dai Friends of Florence, la "Deposizione della croce" di Volterra di Rosso Fiorentino e il "Cristo deposto" concesso in via eccezionale dal Musée des Beaux-Arts di Besançon, in Francia. Fra i gioielli da ammirare anche la celebre "Pietà di Luco" di Andrea del Sarto e il "Dio fluviale" di Michelangelo. La mostra, accompagnata da un imponente catalogo edito da Mandragora,         è visitabile tutti i giorni in orario 10-20, il giovedì dalle 10 alle 23, con un biglietto di ingresso da 12 euro.

Nicoletta Curradi

mercoledì 4 ottobre 2017

Un convegno sulla figura di Giuseppe Raddi, botanico fiorentino di fama internazionale

Convegno organizzato dal Centro studi erbario tropicale, dal Dipartimento di Biologia
e dall’Università di Firenze, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.
 
 

 
Giovedì 5 ottobre, ore 09.00 – Ingresso libero
Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (via Folco Portinari 6 rosso).



  
Ricordare un italiano celebrato all’estero, ma poco nel nostro Paese, e dare un contributo alla ricerca scientifica. È lo scopo del convegno “1817-2017: bicentenario del viaggio di Giuseppe Raddi in Brasile” che si svolgerà giovedì 5 ottobre alle ore 09.00 all’Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, in via Folco Portinari (Ingresso libero). Un incontro per riscoprire la figura del fiorentino Giuseppe Raddi, botanico di fama internazionale, nato nel 1778 e deceduto nel 1836, che è stato organizzato dal Centro studi erbario tropicale, dal Dipartimento di Biologia e dall’Università di Firenze, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

‘’Sarà una occasione importante – spiega Riccardo Baldini, direttore del Centro Studi, professore di botanica sistematica e promotore dell’evento insieme alla dottoressa Lia Pignotti – per far conoscere un personaggio che ha dato lustro alla città di Firenze e per ricordare i suoi viaggi tra cui quello in Brasile, le sue conoscenze e sottolineare il valore del suo archivio conservato presso la Biblioteca di biologia vegetale di Firenze. Ma il convegno vuole anche dare rinnovata visibilità al patrimonio conservato presso il nostro centro, unico in Italia e forse in Europa per la sua specializzazione tematica in questo settore”.

Si intende, naturalmente, anche riscoprire una figura poco nota, ma punto di riferimento imprescindibile per la botanica neotropicale, specialmente di quella brasiliana, di cui Raddi fu il primo studioso italiano. La sua vita fu molto sfortunata. Di origini umili e povere e in difficoltà politiche durante il regime napoleonico, lo studioso fiorentino si riscattò con il primo viaggio in Brasile del 1817 che gli diede occasione di scrivere le sue opere e raccogliere il suo erbario specializzato. Rientrato a malincuore in Italia nel 1818 per la mancanza di finanziamenti, accolto dall’invidia e dall’ostilità dei colleghi, morì povero e misconosciuto nel 1829, a soli 59 anni. La sua famiglia fu persino costretta a vendere parte delle collezioni originali dello scomparso per fronteggiare le ristrettezze economiche seguite alla morte del capofamiglia.
 
Tra gli autorevoli relatori al convegno figurano Sir Ghillean Prance, socio della Royal Society e precedente direttore dei prestigiosi Royal Botanic Gardens di Kew; Paulo Windisch, professore di botanica all’Università Federal do Rio Grande do Sul e presidente della società botanica brasiliana; Piero Delprete, curatore dell’erbario di Cayenne, nella Guyana francese, su incarico dell’Institut de Recherche pour le Developpement di Marsiglia; il giovane Orlando Ortiz, laureatosi all’Università di Panama e collaboratore nella cura dell’erbario di Raddi all’Università di Firenze; Hugh Harries, socio associato dei Royal Botanical Gardens di Kew; Annalisa Managlia, conservatrice dell’erbario dell’Università di Bologna; Renzo Nelli, bibliotecario presso la sezione di botanica dell’Università di Firenze.

Di particolare interesse sarà l’intervento e la testimonianza di Josè Rafael Raddi, discendente del botanico, che guida un’associazione impegnata nella celebrazione del bicentenario dell’indipendenza brasiliana che avverrà nel 2022. In rappresentanza delle istituzioni saranno presenti Donatella Carmi, Vice Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze; Giuseppe De Micheli, segretario dell’Opera di Santa Croce; Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili; Franco Scaramuzzi, professore emerito ed ex rettore dell’Ateneo di Firenze; David Caramelli, direttore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. 

Nicoletta Curradi
 

martedì 3 ottobre 2017

Visittuscany.com è il nuovo sito del turismo in Toscana

Presentato il 3 ottobre all'Istiruto degli Innocenti, debutta il nuovo portale del turismo della Regione Toscana, Visittuscany.com. Un progetto che parla della storia dei diversi Comuni della regione che hanno aderito all’iniziativa, ma anche di innovazione, grazie alla possibilità di scaricare sul proprio smartphone 9.300 contenuti dedicati alla grande ricchezza culturale e ambientale della Toscana.








All'interno del nuovo sito, frutto del lavoro di squadra tra Regione Toscana, Toscana Promozione e Fondazione Sistema Toscana, sono presenti itinerari consigliati e “adatti a qualsiasi tipo di motivazione turistica” come ha specificato Paolo Chiappini, Direttore della Fondazione Sistema Toscana: si possono trovare proposte di viaggio, ma anche spunti e approfondimenti tematici riguardanti 310 località e ancora, attrazioni (circa 1700), specialità enogastronomiche e artigianali, eventi. Un vero e proprio contenitore di informazioni per chi desidera visitare una delle regioni più famose d’Italia. 

La particolarità della piattaforma sta nel suo essere in continua evoluzione, nella sua dinamicità. Infatti Visittuscany.com si apre al contributo degli utenti che, grazie all’opzione “MAKE”, avranno a disposizione un back-office digitale. Così i Comuni, gli enti e le associazioni di promozione turistica e culturale avranno l’opportunità di promuovere i loro eventi.

“Condivisione, collaborazione e integrazione sono le parole chiave quando si parla di social” ha affermato la responsabile E-Gov Anci Toscana Benedetta Squitteri. L’obiettivo, viene spiegato, è quello di far rivivere il “Tuscany life style” cercando un’interazione tra il visitatore e tutti coloro che vivono i luoghi più da vicino.

Questo nuovo processo di scoperta, facile e veloce, lascia spazio anche alle storie e lo fa con “Toscana Ovunque Bella”, il progetto di storytelling partecipativo. Ogni Comune può raccontare fino ad un massimo di 5 storie per svelare aneddoti, curiosità e motivi di interesse del proprio territorio. Una bacheca digitale che ha il potere di innescare l’emozione del viaggio ancor prima della partenza.

Nicoletta Curradi

Mediterri-amo, un progetto di Maurizio Scaparro al Teatro della Pergola


Con l'obiettivo di raccontare le storie del nostro mare, per raccoglierne le voci e le immagini, per riscoprirlo come luogo privilegiato di nostalgia, Maurizio Scaparro lancia Mediterri-amo, una rassegna itinerante che, dopo Roma (27 settembre) e prima di Venezia (5 dicembre), toccherà il Teatro della Pergola di Firenze il 12 e 13 ottobre per tentare, insieme a Alaa Arsheed, Eugenio Bennato, Ugo De Siervo, Izzedin Elzir, Stefano Fresi, Lino Guanciale, Enzo Moscato, l’Orchestra Almar’à, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Mario Primicerio, Alessandro Preziosi, Claudio Romano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, i Solis String Quartet, i Diplomati della Scuola per attori “Orazio Costa”, di recuperare l’immagine di quella mitica età dell’oro in cui il nostro mare era il centro del mondo, crocevia di culture, di lingue e di conoscenze.



Shahrazād, per non morire, raccontava storie. E forse, oggi più che mai, è questo il compito dell’arte e degli artisti: raccontare storie, per comprendere l’altro e per ricordare il nostro passato.

Un progetto che, sotto la guida di uno dei Maestri del grande Teatro Italiano, diventa una finestra aperta sulle tante sponde del Mediterraneo, per tracciare le coordinate di un viaggio fatto di immagini, suoni, parole.

Il nostro Mediterraneo non è un mare di confine, ultimo avamposto di un’Europa distratta che ha dimenticato le radici del suo passato; non vuole ridursi a campo di battaglia in cui trionfano populismi, paure ed egoismi; ma vuole essere un luogo di riferimento e incontro in cui riconoscersi, avvicinando prima di tutto gli artisti rifugiati, in collaborazione con l’UNHCR, e grandi ospiti italiani tra istituzioni e mondo della cultura, per cercare di riabbracciare quei valori comuni di un vivere civile che le tragedie umanitarie sembrano aver spazzato via.

Anche per questo motivo, il nostro Mediterraneo non è un mare di confine, ultimo avamposto di un’Europa distratta che ha dimenticato le radici del suo passato; non vuole ridursi a campo di battaglia in cui trionfano populismi, paure ed egoismi; ma vuole essere un luogo di rilancio in cui riconoscersi, avvicinando prima di tutto gli artisti rifugiati, in collaborazione con l’UNHCR, e grandi ospiti italiani tra istituzioni e mondo della cultura per cercare di riabbracciare quei valori comuni di un vivere civile che le tragedie umanitarie sembrano aver spazzato via.

“L’idea di Mediterri-amo nasce la sera del 13 novembre 2015”, ha affermato Maurizio Scaparro, “quando, sgomento, guardavo in televisione il succedersi tragico degli attentati di Parigi. Qualche giorno dopo avevo in programma un incontro pubblico a Parigi, con il poeta siriano Adonis per parlare di “Dialogo” e di “Mediterraneo”. L’incontro venne ovviamente annullato lasciando in me un profondo senso di impotenza. Ed è proprio per reagire che ho deciso di riunire, in una serie di incontri ed eventi, artisti, poeti, economisti, politici, istituzioni pubbliche e private per riaffermare la necessità umana di esprimersi contro l’odio, l’intolleranza, i muri e i reticolati che tornano a dividerci e a dividere la nostra Europa. Viviamo un periodo storico, artistico e civile nel quale noi Europei del Mediterraneo sentiamo il bisogno di guardare di nuovo a Oriente per arrivare, attraverso questo sguardo, a nuove conoscenze, nuove scoperte, nuove alterità, nuove illusioni, anche attraverso questo progetto. Per farlo dobbiamo sforzarci”, ha proseguito il regista, “di guardare, oltre i conflitti di interesse economico o di religione, a quell’ Oriente che è più vicino a noi rapportandoci a quel sogno utopico di convivenza sofferta, ma felice, che solo l’esercizio illimitato della fantasia suggerisce e consente. Voltando le spalle al Mediterraneo l’Italia e l’Europa taglierebbero i ponti con le proprie fonti intellettuali, morali, spirituali, ma anche con il proprio futuro, perché è nel Mediterraneo che l’Europa della Cultura potrà riconquistare la sua prosperità, la sua sicurezza e lo slancio che i suoi padri fondatori le avevano dato. Il mio è un appello per ricostruire un senso civile del vivere insieme che abbia le sue fondamenta nella Cultura e nelle sue vitalissime diversità”.

“Siamo lieti di essere partner di Mediterri-amo” ha dichiarato Carlotta Sami, Portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, “un progetto che si propone - attraverso la musica, le immagini e le parole - di raccontare il Mar Mediterraneo come essenziale ponte tra culture e che vuole provare a contrastare una visione che assegna al mediterraneo il ruolo di zona di confine, di separazione. Purtroppo, la probabilità di morire nel mare mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa rimane a livelli estremamente allarmanti. Quest’anno 2.421 persone sono morte o disperse in mare. In assenza di vie legali alternative, molti rifugiati e migranti continuano a ricorrere a trafficanti senza scrupoli e a reti criminali rischiando di subire abusi. Crediamo sia fondamentale rafforzare le azioni volte allo sviluppo, alla pace e soprattutto garantire canali sicuri per raggiungere l’Europa”.

La centralità di Firenze nel progetto nasce da due collaborazioni importanti: lo stretto rapporto di Maurizio Scaparro con la Fondazione Teatro della Toscana e la collaborazione con la Fondazione La Pira. Negli anni Cinquanta Giorgio La Pira aveva colto in pieno il ruolo geopolitico dello spazio “Mediteraneo” come punto nevralgico della pace mondiale. Per questo diede vita, negli anni Cinquanta, a quei “dialoghi del Mediterraneo” che, oggi, scegliamo come fonte d’ispirazione per il nostro progetto artistico.

È possibile passare dal sogno alla re-invenzione della cultura e della vita stessa mediterranea? Passare dallo scontro alla collaborazione? È possibile che Ulisse, Sinbad, Marco Polo, Saladino e Don Chisciotte abbiano una discendenza feconda, un avvenire comune e pacifico?
Sono queste alcune delle domande che guideranno le giornate di Mediterri-amo.

con il patrocinio di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; con il sostegno di SIAE, Fondazione Teatro della Toscana; con il patrocinio di MigrArti, Comune di Firenze, Università LUISS ‘Guido Carli’; in collaborazione con Agiscuola, Compagnia Italiana, Ex Novo, Fondazione Giorgio Cini, Fondazione Giorgio La Pira, Istituto Luce-Cinecittà.

12 ottobre, ore 17 | Saloncino ‘Paolo Poli’, Teatro della Pergola
ONNI Srl
in collaborazione con Fondazione Giorgio La Pira di Firenze, Fondazione Teatro della Toscana
GIORGIO LA PIRA E I DIALOGHI DEL MEDITERRANEO
Racconti e testimonianze intorno a una grande utopia
con Ugo De Siervo (giurista e accademico italiano), Mario Primicerio (Presidente Fondazione Giorgio La Pira), Maurizio Scaparro (regista), Izzedin Elzir (Imam di Firenze)
proiezione del documentario Giorgio La Pira, La fantasia al potere di Giovanni Minoli
letture a cura dei Diplomati della Scuola per attori “Orazio Costa”

In occasione dei 40 anni dalla sua morte, Maurizio Scaparro e Mario Primicerio vogliono ricordare la storia e la lungimiranza di una delle figure di spicco della storia contemporanea della città di Firenze e italiana, Giorgio La Pira, che già a partire dagli anni Cinquanta aveva colto in pieno il ruolo geopolitico dello “spazio mediterraneo” come punto nevralgico della pace mondiale. Da questa sua intuizione presero forma, tra il 1958 e il 1964, “i Colloqui mediterranei”. Quattro incontri internazionali focalizzati inizialmente sul dialogo tra le tre famiglie religiose di Abramo (ebrei, cristiani, musulmani) ma che allargarono, ben presto, i loro orizzonti allo storico fenomeno della decolonizzazione — soprattutto nell’Africa sub-sahariana — alla vicenda arabo-israeliana e alla questione razziale nel Sud Africa.
Testimonianze, letture e proiezioni (il significativo ritratto che Giovanni Minoli dedicò su RaiEducational a Giorgio La Pira) ne racconteranno la storia per ribadire con forza come sia necessario “riscoprire” le virtù del dialogo e dell’accoglienza per il futuro del nostro Mediterraneo.
“I popoli rivieraschi del Mediterraneo hanno, infatti, che lo vogliano o meno, un comune destino. Essi hanno esercitato una influenza decisiva nel passato della storia dell'umanità.”
Giorgio La Pira

Ingresso libero

13 ottobre, ore 21 | Sala Grande, Teatro della Pergola
ONNI Srl
in collaborazione con l’UNHCR
MEDITERRI-AMO
Immagini, parole e musiche del nostro mare
con Alaa Arsheed, Eugenio Bennato, Stefano Fresi, Lino Guanciale, Enzo Moscato, l’Orchestra Almar’à, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Alessandro Preziosi, Claudio Romano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, i Solis String Quartet
allestimento e regia Ferdinando Ceriani
Il Mediterraneo come culla dell'arte, come crocevia di lingue e di suoni, di dialetti e di colori, di sogni e di speranze, verrà raccontato dalla voce e dalla musica di alcuni grandi protagonisti della scena italiana e non solo, attraverso un vero e proprio viaggio di immagini, parole e suoni per riaffermare che l’Europa non deve voltare le spalle al Mediterraneo. Così facendo taglierebbe i ponti con le proprie fonti intellettuali, morali e spirituali.
La serata, di cui parte dell’incasso sarà devoluto al progetto “Educate a child” dell’UNHCR, inizierà con un omaggio alla storia artistica di Maurizio Scaparro, da sempre attento promotore della cultura mediterranea, e a un suo grande compagno di viaggio, Giorgio Albertazzi, ricordando le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, spettacolo-cult che ha girato l’Italia e l’Europa.
“L’imperatore Adriano era nato in Spagna, ha parlato latino a Roma, in greco ha studiato e pensato e sulle rive dell’Eufrate ha conosciuto il potere.” Da queste parole della Yourcenar si partirà per raccontare il nostro Mediterraneo. Tante partecipazioni prestigiose che hanno nella contaminazione linguistica e musicale il loro fil rouge: la musica multietnica dell’Orchestra di Piazza Vittorio a cui si uniranno anche Pasquale Scialò e Enzo Moscato, la grande tradizione musicale partenopea reinterpretata da Peppe Servillo accompagnato dai virtuosi Solis String Quartet, la musica mediorientale che s’impasta con il sound della musica popolare del Sud Italia con Eugenio Bennato e i suoi Taranta Power, i suoni del deserto e delle medine che si affacciano sul mare nei canti dell’orchestra Almar’à, la prima orchestra di donne arabe nata in Italia, un progetto della Fondazione Fabbrica Europa sostenuto da MigrArti e poi le voci dei poeti di un tempo e dei migranti di oggi che vedono le interpretazioni di Lino Guanciale, di Alessandro Preziosi e di Stefano Fresi, capace di farci sorridere, con leggerezza, anche quando si parla di rifugiati. Tutto questo è Mediterri-amo, una serata spettacolo emozionante dove la musica e le parole abbattono i muri che oggi sembrano separare i tanti popoli che si affacciano sul nostro mare.
Scaparro ricorda che “passeggiando per le strade di Siviglia, quando ero responsabile del settore teatro dell’Expo, avevo chiesto a un giovane andaluso che profumo fosse quello che avvolgeva le vie e i giardini. Mi rispose: “azahar”. Sembrava, ed era, una parola araba. Il ragazzo sorrise e mi spiegò: “azahar da voi in Sicilia si dice zagara. Il profumo del fiore d’arancio”.
Ecco, è anche questo profumo, declinato in tante lingue diverse, che Mediterri-amo vuole ricreare sul palcoscenico della Pergola.

Nicoletta Curradi

lunedì 2 ottobre 2017

Pregiati paraventi giapponesi antichi agli Uffizi

 La mostra "Rinascimento giapponese" presenta dipinti su paravento dal XV al XVII secolo, a cura di Rossella Menegazzo,  intende evidenziare il periodo d’oro della produzione artistica giapponese, concentrata tra l’epoca Muromachi e l’inizio dell’epoca Edo (XV – XVII secolo).  In esposizione circa 40 pitture, riproducenti paesaggi o scorci naturali, di grande formato realizzate su paraventi di dimensioni importanti.


Due le tendenze che hanno segnato l’intera produzione pittorica nipponica:da una parte la pittura monocroma ed evocativa, fatta di vuoti e linee essenziali e veloci, vicina alla tradizione cinese e legata alla filosofia zen; dall’altra la pittura autoctona, con fondi oro e campiture di colore piatte, più esplicita e di facile intendimento, adatta a decorare grandi spazi abitativi come residenze aristocratiche e borghesi e castelli. 

Da una parte quindi opere di paesaggio legate a nomi come quello di Hasegawa Tōhaku, Kaihō Yūshō, Unkoku Tōgan, caratterizzate da atmosfere rarefatte e simboliche, dall’altra nomi della tradizione Kanō e Tosa con soggetti di fiori e uccelli, delle quattro stagioni, di luoghi divenuti celebri grazie alla letteratura e alla poesia, rappresentati con colori brillanti secondo le modalità dello yamatoe. 

Fino al 7 gennaio 2018, Uffizi - Aula Magliabechiana
www.uffizi.it

Nicoletta Curradi