mercoledì 20 dicembre 2023

BigMat Italia chiude il 2023 con 156 soci e 240 punti vendita

 




Negli ultimi sei mesi altre sette aziende hanno scelto BigMat per rafforzare la propria presenza sul territorio e continuare a crescere.


Dalla Toscana alla Campania fino alla Sicilia, la crescita del network BigMat è stata continua e costante in questo 2023. Sono sette i nuovi aderenti al Consorzio, nell’ultimo semestre, che vanno a rafforzare la presenza di BigMat in tre aree strategiche nel Sud e Centro Italia.

 

BigMat in Sicilia copre tutte le aree strategiche dell’isola.

È, infatti, approdato anche a Termini Imerese con Edil Bova: primo punto vendita nella provincia di Palermo. L’azienda, fondata dai fratelli Bova, è attiva dal 1972 nella produzione di soluzioni in laterocemento, isolanti e movimentazione terra, a cui nel 1993 ha affiancato la vendita di materiali da costruzione. Guidato oggi dalla seconda generazione della famiglia, si sviluppa su una superficie complessiva di 5.150 mq, di cui 2mila mq di piazzale per l’edilizia pesante, ferro, tubi e legno lamellare; 250 mq di area ferramenta, due tintometri, idraulica, termoidraulica ed elettricità e 320 mq di showroom di ceramiche, sanitari, rubinetteria, porte e infissi. Sono 18 le persone dello staff a disposizione di artigiani, imprese e privati per i quali l’azienda rappresenta un punto di riferimento grazie a un vasto assortimento di prodotti e servizi offerti: assistenza pre e post-vendita, consegna in cantiere, progettazione e rendering. Una realtà in continua crescita come spiega Giovanni Bova, titolare del punto vendita: «Un progetto a cui tengo molto e che abbiamo abbracciato con entusiasmo e orgoglio; far parte della famiglia BigMat ci consente di proseguire e accelerare il nostro percorso di sviluppo, con il supporto del Gruppo saremo ancora più competitivi».

 

A Marsala è invece Mediedil Srl a fare il suo ingresso nel Gruppo. «Siamo molto entusiasti di essere entrati in BigMat – racconta l’amministratore unico Salvatore Galfano – e ancor più che il Gruppo si stia espandendo in Sicilia, a dimostrazione di una distribuzione edile a livello locale solida che con BigMat può crescere ulteriormente». Sul territorio dal 1965, BigMat Mediedil è un punto di riferimento per il mercato edile della zona: rivendita dal 1989 grazie alla capacità imprenditoriale del professore Pietro Galfano, padre di Salvatore che oggi è alla guida dell’azienda. Grazie alla posizione strategica la rivendita presidia l’area cittadina, il centro storico e tutta la provincia offrendo a imprese edili,

artigiani, professionisti ma anche privati le migliori soluzioni costruttive. Nella rivendita, con 1.500 mq di magazzino e punto vendita e 25mila mq di area scoperta, sono disponibili prodotti per l’edilizia e la ferramenta, un’area colore con tintometro e lo showroom di 70 mq dedicato alla resina. Sono 4 i membri dello staff amministrativo e 4 gli addetti alla vendita e logistica che offrono consulenza e assistenza specializzata.

Un’azienda in costante crescita e con un fatturato a +30% nell’ultimo anno: «Abbiamo scelto BigMat perché ammiriamo la sua filosofia. L’atmosfera di collaborazione che si respira è un incentivo a fare ancora meglio grazie anche ai molteplici servizi a disposizione, ai progetti importanti e alla formazione continua che ci aiuterà a sviluppare il nostro business».

 

Altra prima volta per BigMat in Sicilia è a Noto con La Nuova Commerciale, prima rivendita del Gruppo nel siracusano.

Dal 1971 la bottega della famiglia Carpino, a 16 km da Noto, ha ampliato la gamma di prodotti con ferramenta, idraulica ed elettroutensili fino a diventare, nel 1990 con il figlio Salvatore Carpino, La Nuova Commerciale: rivendita all’ingrosso di materiale edile che oggi, alla terza generazione, è un punto di riferimento per la zona di Noto, Siracusa e Ragusa. Il magazzino di circa 15mila mq offre materiali per l’edilizia, coperture, utensileria, attrezzature e antinfortunistica ma anche lavorazione del legno, colore e finiture per esterni. Sono dodici i dipendenti che mettono a disposizione una consulenza specializzata pre e post-vendita affiancata da una logistica evoluta. Per il responsabile commerciale Vittorio Aparo, BigMat è «una realtà nazionale ed europea che ci permette di aggiungere prodotti, servizi e come sempre qualità alla nostra attività». L’azienda netina ha scelto BigMat per sviluppare il business grazie ai servizi a disposizione. «Ci ha entusiasmato il confronto reciproco tra soci – spiega Federico Carpino –, condividere obiettivi e strategie è quello che cercavamo oltre alle vantaggiose politiche di acquisto, i progetti di digitalizzazione e di marketing ma anche, ad esempio, il programma fidelity BigCard». BigMat La Nuova Commerciale ha in serbo un ampliamento delle sedi per estendere l’area di business anche alle finiture d’interni e tra i progetti c’è un nuovo sito eCommerce.

 

Ad Agrigento la famiglia BigMat cresce con Iacolino Srl, azienda fondata da Antonio nel 2001 e ora guidata dai figli Calogero e Morena. Nel punto vendita di 1.500 mq trovano spazio prodotti e soluzioni dei migliori marchi per una progettazione a 360 gradi dalle nuove costruzioni alle ristrutturazioni, grazie all’offerta di soluzioni all’avanguardia del comparto elettrico, termoidraulico e utensileria ma anche edilizia tradizionale, colore e domotica.

Imprese, installatori e privati possono trovare tutto ciò di cui hanno bisogno supportati dal team di BigMat Iacolino, composto da 20 persone pronte a soddisfare ogni richiesta, dai sopralluoghi in cantiere allo sviluppo dei progetti, dalla consulenza tecnica pre e post-vendita alla consegna dei materiali.

Una struttura ben organizzata a cui si affianca uno spazio espositivo di 60 mq, inaugurato nel 2018 a Favara (AG), in cui si possono scoprire da vicino i sistemi e gli impianti di climatizzazione e domotica che BigMat Iacolino progetta.

L’ingresso nel Gruppo BigMat «ci consente di essere ancora più competitivi nel mercato dell’edilizia, in cui ci siamo affacciati da poco ma che ci sta dando grandi soddisfazioni. Scegliere BigMat rappresenta un importante investimento per la nostra crescita, grazie all’ampio ventaglio di marchi che collaborano con il Gruppo puntiamo, infatti, ad affermarci ancor più come partner strategico di professionisti e imprese, con il supporto della Centrale, i corsi di formazione organizzati dalla Scuola BigMat e la collaborazione e al confronto con gli altri soci potremo proseguire il percorso di sviluppo che abbiamo intrapreso nel ramo edile» racconta il titolare Calogero Iacolino.


Risalendo lo Stivale in Campania troviamo Edil Lamberti di Salerno che entra a far parte del Gruppo BigMat.  


L’azienda della famiglia Lamberti nasce a Cava De’ Tirreni (SA) nel 1997, dallo spirito imprenditoriale di Antonio Lamberti. Nella rivendita di 9mila mq, di cui 6mila scoperti e 3mila di coperto, è possibile trovare tutte le soluzioni costruttive e un’ampia gamma di prodotti di edilizia pesante e leggera, ma anche ferramenta e un’area colore con due tintometri. A questi si aggiunge il servizio di noleggio di attrezzature di piccola dimensione e grandi macchine da cantiere. Lo staff di nove persone, otto addetti alla vendita e un amministrativo, assiste con competenza la clientela nelle fasi di pre, post-vendita e consegna in cantiere. La forza di BigMat dal punto di vista commerciale, la visione strategica del mercato e i servizi messi a disposizione sono tra gli aspetti del Gruppo a cui Edil Lamberti guarda con interesse: «Grazie all’incremento del mercato della ristrutturazione degli ultimi anni siamo cresciuti e per proseguire questo sviluppo è importante oggi affidarsi a un brand noto, di caratura nazionale e internazionale, che può supportarci per ampliare il nostro business ed essere più competitivi. Non vediamo l’ora di confrontarci con altre realtà di tutta Italia e poter accedere alle molte iniziative del Gruppo» conclude Lamberti.



Infine, in Toscana sono due i nuovi associati BigMat.  


 

B&G Materiali Edili di Pistoia (PT) – attiva dal 1992 come centro per la vendita di materiali da costruzione, fa capo dal 2016 alla famiglia Niccolai. Nel punto vendita, sviluppato su una superficie di 12mila mq, trovano posto laterizi, cartongesso, profilati metallici, ferro da carpenteria oltre a legname e tutto il necessario per l'edilizia. Abbigliamento professionale, vernici e ferramenta, trovano posto nei 400 mq di showroom dove sono esposti anche pavimenti, rivestimenti e arredobagno «settori che abbiamo inserito nella nostra offerta in modo graduale e su cui punteremo per intercettare un numero maggiore di clienti privati» sottolinea Franco Niccolai. Il punto vendita BigMat B&G Materiali Edili offre consulenza pre e post-vendita, servizio tintometrico, taglio delle travi, sopralluoghi in cantiere sia per le imprese sia per i privati, inoltre fornisce un servizio di progettazione d’interni ed esterni, eseguito in showroom da uno staff altamente qualificato composto da geometri e architetti.


Un’azienda che guarda al futuro con fiducia ed entusiasmo grazie al progetto di ristrutturazione del fabbricato esistente e di una nuova costruzione di 1.000 mq che andranno ad ampliare l’area di stoccaggio dei materiali edili a cui si aggiungeranno altri 200 mq che saranno dedicati alla vendita di prodotti di ferramenta e vernici.


In questo scenario di grandi cambiamenti in atto, fondamentale per il punto vendita di Pistoia è l’ingresso in BigMat, «un grande Gruppo, il cui supporto nelle attività di comunicazione sarà cruciale per farci conoscere meglio e raggiungere in modo più capillare i professionisti del territorio. Tutto questo sarà possibile grazie agli investimenti fatti e al sostegno della centrale BigMat. Contiamo, inoltre, nei prossimi anni di ampliare ulteriormente la gamma prodotti del nostro showroom inserendo il segmento porte e finestre per completare la proposta di finiture».

 

Nella provincia di Lucca è lo storico magazzino COMID di Querceta, frazione di Seravezza (LU), a scegliere BigMat.

L’azienda versiliese COMID (acronimo di Commercio Materiale Idraulico) è nata nel 1965 su iniziativa di Silvano Croci ed è oggi guidata dal figlio, Paolo Croci. Nel magazzino di oltre 1200 mq coperti e 6mila mq di piazzale si trova tutto ciò che serve per costruire e ristrutturare: materiali edili, ferramenta, utensileria e anche finiture e arredobagno nello showroom di 600 mq dedicato ad architetti e privati. Grazie allo staff di 20 persone BigMat Comid offre un servizio completo dalla consulenza pre e post-vendita alla consegna in cantiere e anche la progettazione in 3D in showroom. «Soluzioni all’avanguardia, supporto a 360 gradi e sinergia tra magazzino edile e showroom sono i cardini con cui teniamo testa alla forte concorrenza nella nostra zona – racconta il titolare di BigMat Comid –. Abbiamo scelto BigMat per essere ancora più competitivi e capillari, è una realtà ben strutturata che ci supporterà dal punto di vista comunicativo e pubblicitario per aumentare la nostra visibilità e dal punto di vista commerciale. Esser parte del Gruppo è per la nostra azienda un importante biglietto da visita, una conferma della nostra affidabilità e professionalità».

Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 6 dicembre 2023

Al Congresso SIMIT si è parlato anche di vaccini "Fondamentali per fragili e over 65"

 





Lo dicono gli esperti della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) riuniti a Firenze al Palaffari per il XXII Congresso nazionale


I soggetti fragili sono in aumento: tra questi, non solo gli anziani, ma anche i pazienti oncologici, immunocompromessi o con gravi malattie respiratorie e cardiovascolari. Per proteggere queste persone dalle complicanze delle infezioni sono disponibili coperture vaccinali sicure ed efficaci contro influenza, Covid, pneumococco, Herpes zoster, virus respiratorio sinciziale (Rsv). Così dicono gli esperti della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), riuniti a Firenze per il XXII Congresso nazionale che si è concluso oggi.


"Da un po' di tempo si sta parlando di virus respiratorio sinciziale negli anziani e nei soggetti fragili - osserva Roberto Parrella, neo presidente Simit - Il virus respiratorio sinciziale è ben noto soprattutto per le problematiche collegate alle bronchioliti dei bambini, ma è evidente che nella popolazione anziana è in grado di determinare situazioni a rischio, fino anche a provocare il decesso. Ci sono dati americani che indicano fino a 120mila ricoveri con alcune migliaia di decessi collegati al virus. Nei Paesi industrializzati, negli adulti, provoca oltre 420mila ricoveri ogni anno e 29mila decessi. Finora non sono state disponibili terapie e vaccinazioni, ma è da poco disponibile in Italia il primo vaccino per gli adulti, con straordinaria efficacia nei soggetti con patologie concomitanti: nello studio cardine ha mostrato una riduzione del 94,1% della malattia grave da Rsv e un'efficacia complessiva del vaccino dell'82,6%".


Il virus respiratorio sinciziale si manifesta in maniera differente, che varia da persona a persona, con sintomi che possono essere curati generalmente dai 7 ai 15 giorni. Nell'adulto e nell'anziano sfocia in forme che somigliano all'influenza, con sintomatologia respiratoria come febbre elevata, dolori muscolari, sintomi respiratori e con relative complicanze, ad esempio, le polmoniti. "Il vaccino - evidenzia l'esperto - è fondamentale per la prevenzione e la profilassi".


"I soggetti fragili che contraggono il virus respiratorio sinciziale - continua Parrella - sono ad alto rischio di malattie gravi a causa del declino dell'immunità correlato all'età e delle condizioni sottostanti. Se infatti la maggior parte delle persone guarisce entro una o due settimane, il virus può assumere una forma grave nelle persone vulnerabili, come gli anziani e coloro che hanno malattie polmonari o cardiache e diabete. L'Rsv può esacerbare condizioni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), l'asma e l'insufficienza cardiaca cronica e può portare a esiti gravi come polmonite, ospedalizzazione e morte".


In generale, "chi ha patologie pregresse rischia un aggravamento delle proprie condizioni e va incontro a tassi di ospedalizzazione più elevati. Recenti studi americani rilevano come ogni anno ci siano da 60mila a 120mila ricoveri dovuti all'Rsv, di cui circa 6-8mila decessi. Altri mostrano che 20-25% di anziani ricoverati con problematiche di infezioni respiratorie acute del tratto inferiore risultano positive al virus respiratorio sinciziale. Da questi dati si evince l'importanza che può rivestire uno strumento preventivo come il vaccino".


Altro tema trattato:

HIV ed Epatite C, l’impegno sul territorio in Toscana. Serve una proroga all'impiego dei fondi per l’HCV e un ampliamento delle classi d’età


“In Toscana dovrebbero essere oltre 800mila le persone da sottoporre allo screening per HCV e solo in 12mila vi si sono sottoposti. Ampliando le coorti d’età coinvolte ed estendendolo al 2024 potremo rilevare l’1% di HCV positivi probabilmente presenti nella popolazione” sottolinea Danilo Tacconi, copresidente Congresso SIMIT


 


Si rinnova l’impegno della Regione Toscana nella lotta all’Epatite C e all’HIV. Per l’Epatite C ripartono le iniziative per favorire l’emersione del sommerso, ma l’appello della comunità scientifica è di allargare gli screening alle fasce più fragili, in particolare anziani e pazienti a rischio, utilizzando i fondi già disponibili e pronti, con l'auspicio che possano essere estesi sino alla fine del 2024. Un altro canale fondamentale è quello dell’intervento sulle popolazioni speciali. A questo proposito, nel XXII Congresso della Società italiana di Malattie Infettive - SIMIT in corso a Firenze è stata presentata una survey sulla casa circondariale di Sollicciano, dove si è osservato, al momento, un aumento del numero di persone con Hiv seguite nel 2023.


REGIONE TOSCANA ATTIVA SUGLI SCREENING, MA RESTA MOLTO DA FARE – Grazie ai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta, che consentono di eradicare l’HCV definitivamente, senza effetti collaterali e in poche settimane, è possibile eliminare l’Epatite C dal nostro Paese entro il 2030 come prospettato dall’OMS, ma occorre favorire l’emersione del sommerso. La Toscana è una delle regioni cui sono partiti i programmi di screening dell’Epatite C per le coorti di pazienti nati tra il 1969 e il 1989, oltre che per popolazioni speciali come detenuti e tossicodipendenti. La Regione ha elaborato una proposta su tre punti: organizzare un sistema di offerta attiva per gli screening; consolidare il sistema di linkage-to-care per la presa in carico dei soggetti con HCV attivo; informatizzare i dati provenienti dall’attività di screening con l’utilizzo della piattaforma “#insalute” già attiva sul territorio regionale.


“La Toscana ha iniziato molto bene l’impiego dei trattamenti antivirali dal 2015, trattando circa 18mila casi, ma questo nuovo programma volto a far emergere il sommerso con screening gratuiti è partito solo dal 4 settembre presso le Aziende Usl e le Associazioni di volontariato e i numeri non sono ancora soddisfacenti – sottolinea Danilo Tacconi, Responsabile Area Dipartimentale Malattie Infettive Azienda Usl Toscana sud est – Affinché questo programma di screening dia risultati, occorre che vi partecipi la maggior parte della popolazione. Ampliando le coorti d’età coinvolte ed estendendolo al 2024 potremo ottenere dei risultati che metteranno in evidenza l’1% di HCV positivi che probabilmente sono presenti nella popolazione generale. In Toscana dovrebbero essere oltre 800mila le persone da sottoporre a screening e solo in 12mila vi si sono sottoposti. Serve pertanto una maggiore sensibilizzazione della popolazione e il supporto dei Medici di Medicina Generale”.


IL RUOLO DEL MMG NELLA LOTTA ALL’HCV E GLI STRUMENTI DI SIMG - “In questo quadro in cui numerose regioni sono partite con i programmi di screening finanziati dal Ministero e rallentati a più riprese dal Covid, il ruolo del medico di famiglia diventa ancora più importante per analizzare le coorti a maggiore rischio – sottolinea Alessandro Rossi, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – Il ruolo dei Medici di Medicina Generale deve essere pertanto implementato. La SIMG è impegnata in un’operazione di supporto offrendo a tutta la rete dei medici di famiglia sistemi informatici, corsi di formazione, alert nelle cartelle cliniche a cui siamo al lavoro da tempo e che in questa fase costituiranno un punto di riferimento per agevolare questo compito”.


IL LAVORO NEL CARCERE DI SOLLICCIANO: EFFICACI GLI SCREENING PER HCV, AUMENTA IL NUMERO DI DETENUTI SEGUITI PER HIV – Tra le popolazioni speciali su cui si incentrano i test per l’Epatite C e per l’HIV vi sono i detenuti. In carcere, infatti, lo screening è fondamentale, in quanto questo luogo è concentratore di malattie infettive, nonché fonte di opportunità perché permette di coinvolgere persone non facilmente raggiungibili sul territorio. Le malattie infettive in carcere sono la seconda classe di patologie subito dopo quelle psichiatriche. Le più frequenti sono HCV, HBV, HIV e tubercolosi. Secondo il Report ARS Toscana del 2017 (il più recente, visti i limiti che il Covid ha provocato sulle successive indagini) le malattie infettive e parassitarie nella regione caratterizzando il 16,2% della popolazione carceraria. Da questo quadro è partito il lavoro presso la Casa Circondariale di Solliciano.


“Il progetto di microeliminazione ha previsto l’effettuazione di oltre 150 trattamenti totali per l’Epatite C dal 2016, di cui 55 dal 2020, ottenendo una significativa riduzione della circolazione del virus – sottolinea la dott.ssa Elena Salomoni, Ospedale Santa Maria Annunziata, Firenze – Infatti, nei detenuti che erano risultati negativi allo screening HCV di ingresso e che sono stati ritestati grazie alla delibera regionale, non si è osservata nessuna nuova infezione durante il periodo detentivo. Negli ultimi 5 anni a fronte di una consistente riduzione del numero dei detenuti (dovuta alla lotta al sovraffollamento richiesta dal covid), non si è abbassata la percentuale di detenuti HIV presenti: negli anni 2019-2022 era rimasta intorno al 3-4%, mentre nel 2023 si è registrato un aumento della percentuale dei pazienti HIV, pari al 6.6%. Per queste persone difficili da trattare il carcere è anche opportunità di cura: il 10% delle persone che vivono con HIV di Sollicciano, infatti, ha avuto la prima diagnosi proprio in detenzione e probabilmente non avrebbe mai fatto il test. Dei pazienti rilevati con HIV, il 93.4% è stato messo in terapia, con ottimo impatto sulla carica virale. Pertanto la presenza dell’infettivologo in carcere si rivela fondamentale per la presa in carico di una popolazione che poi rientrerà in comunità. Il carcere rappresenta anche una grande opportunità di screening per l'infezione tubercolare latente, ovvero per l'identificazione di quelle persone che sono entrate in contatto con il batterio della tubercolosi e hanno l'indicazione a iniziare un trattamento che evita la progressione verso la malattia attiva. La popolazione carceraria ha caratteristicamente un'elevata prevalenza di infezione tubercolare latente, per questo nel carcere di Sollicciano lo screening è proposto in maniera sistematica a tutti i nuovi giunti in istituto. Pur nella difficoltà di mantenere la continuità di cura a causa delle possibili improvvise scarcerazioni, abbiamo osservato che dei pazienti che hanno iniziano il trattamento una buona percentuale riesce a completarlo all'interno dell'istituto”.


GLI APPUNTAMENTI ONLINE E IN PRESENZA A FIRENZE – I temi della lotta ad HIV e HCV sono stati al centro di recenti iniziative in presenza e online organizzate dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG e della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT. Dopo la tavola rotonda online congiunta delle due società, il tema è stato ripreso in occasione del 40° Congresso SIMG e nel XXII Congresso SIMIT, entrambi a Firenze. Presidenti del Congresso SIMIT sono il Prof. Alessandro Bartoloni, Professore Ordinario Malattie Infettive,Università Firenze; Massimo Antonio Di Pietro, direttore della struttura operativa complessa Malattie infettive 1 dell'Ausl Toscana centro; il Prof. Marco Falcone, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università Pisa; Danilo Tacconi, Responsabile Area Dipartimentale Malattie Infettive Azienda Usl Toscana sud est.


Nicoletta Curradi 


venerdì 1 dicembre 2023

Ad ALPHA General Contractor di Firenze il Premio Le Fonti Awards per l’Innovazione




 

Un riconoscimento prestigioso per un’azienda fiorentina leader nel comparto dell’edilizia come contraente unico. ALPHA GC si è aggiudicato la XIII edizione del Premio Le Fonti Awards per l’Innovazione come Eccellenza dell’anno per il Settore General Contractor, consegnato durante la serata di gala ospitata presso la sede di Borsa Italiana in Piazza Affari a Milano.

Premio assegnato “per la capacità di garantire un alto livello di qualità, efficienza ed efficacia nella gestione del processo costruttivo, grazie all’utilizzo di metodi flessibili in grado di ottimizzare risorse e ridurre tempi e costi ed avvalendosi dei prodotti più innovativi presenti sul mercato. Per rispondere tempestivamente a qualsiasi criticità, preservando il cliente dagli imprevisti burocratico/economici del settore”.

“Una bella soddisfazione per una realtà come la nostra che in pochi anni - commenta Asmaa Gacem, amministratrice unica di ALPHA - è cresciuta tantissimo, espandendo i propri orizzonti e spaziando dall’edilizia residenziale a quella commerciale e industriale, per proporsi come partner per la realizzazione di grandi progetti grazie a standard qualitativi sempre elevati e a una progettazione integrata che garantisce efficienza”.

Fabrizio Del Bimbo 

martedì 14 novembre 2023

A Firenze mille scienziati contro le frane

 





A Firenze il Forum Mondiale.

Da martedì 14 novembre al Palazzo dei Congressi

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Università di Firenze

 

 Una piattaforma comune di interventi e priorità, attraverso la condivisione delle conoscenze che la ricerca e la tecnologia più avanzate mettono a disposizione a livello mondiale. Punta a questo risultato il Forum Mondiale sulle Frane (6° World Landslide Forum - WLF6) che si apre a Firenze 

 martedì 14 novembre (Palazzo dei Congressi di Firenze, Piazza Adua 1).

Oltre 1100 i partecipanti da 69 Paesi, con un programma di lavoro molto intenso focalizzato su come ridurre il rischio di frana a livello globale attraverso il monitoraggio e l’allerta rapida, la modellizzazione, la valutazione del rischio e le tecniche di mitigazione, lo studio della relazione con i cambiamenti climatici.

 

Il Forum è organizzato congiuntamente dalla Cattedra UNESCO sulla Prevenzione e gestione sostenibile dei rischi idrogeologici dell’Università di Firenze e dal Consorzio Internazionale sulle Frane nell’ambito del Programma Internazionale sulle Frane, con il supporto di cinque organizzazioni delle Nazioni Unite (UNESCO, WMO, FAO, UNDRR, UNU) e di quattro organizzazioni scientifiche sovranazionali (ISC, WFEO, IUGS e IUGG).

A sottolineare l’importanza di questo evento, al VI Forum Mondiale sulle Frane di Firenze è stata assegnata la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana, oltre al patrocinio di cinque Ministeri e di tre dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

A capo del comitato organizzatore è Nicola Casagli, docente di Geologia applicata e presidente del Centro per la Protezione Civile dell’Ateneo fiorentino, affiancato da Paolo Canuti, titolare della Cattedra UNESCO e da Veronica Tofani, docente dell'Università di Firenze, segretario generale del congresso.

 

Domani martedì 14 novembre i lavori prenderanno avvio con la cerimonia di apertura (ore 9), con i saluti istituzionali e videomessaggi di rappresentanti delle organizzazioni delle Nazioni Unite e dei Ministri dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e della Protezione Civile Nello Musumeci.

A seguire la tavola rotonda alla quale parteciperanno rappresentanti di FAO, UNESCO, UNDRR (United Nations Office for Disaster Risk Reduction) e delle organizzazioni scientifiche internazionali. A rappresentare l’Italia saranno il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio e il Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) Stefano Laporta.

Al termine della mattina il Forum adotterà la Dichiarazione di Firenze per la Riduzione del Rischio di Frana.

“Si tratta di un documento di intenti, che indica un’importante direzione di lavoro – spiega Nicola Casagli che è anche presidente dell’International Consortium on Landslides (ICL), uno degli organismi promotori del Forum –. La Dichiarazione chiede a istituzioni ed entità a livello globale di aderire all’Impegno di Kyoto 2020 nell’ambito del Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030 e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. Ma contiene anche la richiesta di impegno a tutti coloro che, come scienziati o tecnici, si occupano di frane a contribuire a una serie di pubblicazioni ad accesso aperto, perché le conoscenze possano diffondersi e favorire la collaborazione tra i governi, la società civile e le comunità scientifiche per ridurre i rischi connessi a queste catastrofi”.

  

 

 

 Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 10 novembre 2023

Si alza il sipario sul nuovo Teatro Cinema Italia

 



A 30 anni dalla chiusura, il 12 novembre grazie alla Fondazione San Michele Arcangelo riapre al pubblico lo spazio culturale che ha fatto la storia di Pontassieve. 



Dal 12 novembre si apre il sipario sul Teatro Cinema Italia di Pontassieve. Questo il nome dello spazio che raccoglie l’eredità dell’ex Cinema Italia di Pontassieve, conosciuto anche come “Pro Familia”: nato come Circolo Cattolico nel primo decennio del Novecento, l’edificio è situato in Via Tanzini, nel centro storico del paese tra la Porta Fiorentina e il palazzo Comunale, e ha accompagnato per oltre un secolo la vita del territorio. Ideato come casa dell’attivismo popolare, dell’associazionismo e della cooperazione cattolica, ospitò alcune aule scolastiche durante la Prima guerra mondiale (la scuola, infatti, era stata convertita in ospedale militare). Negli anni ’30 subì la repressione del regime fascista, negli anni ’40 fu colpito dai bombardamenti, fu poi ricostruito e tornò a essere un centro di aggregazione per il territorio. Una presenza costante attraverso i decenni, fino all’inizio degli anni ’90, quando l’edificio, ormai strutturalmente inadeguato, chiuse i battenti.


Oggi il Teatro Cinema Italia completamente rinnovato torna a essere un punto di riferimento per Pontassieve e per tutto il territorio che dal Valdarno arriva alle porte di Firenze. A 30 anni dalla chiusura il recupero del Teatro Cinema Italia è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto di numerose professionalità: Gruppo Parrini & Partners - Progetto architettonico, progettazione acustica, impianti elettrici e speciali; Studio Tecnico Associato di Pontassieve - Progetto strutturale, progetto impianti meccanici, sicurezza e direzione dei lavori e infine grazie alla supervisione artistica dello Studio ARCHEA dell’architetto Marco Casamonti.



Il Teatro Cinema Italia è oggi uno spazio culturale polivalente, pensato per ospitare proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali e concerti. Gli spettatori, accedendo da Via Tanzini, trovano all’ingresso un’area bistrot, adiacente alla biglietteria. La struttura è dotata di due ambienti destinati alle attività culturali: in primis, una grande sala cinematografica e teatrale da 350 posti, con un palco di 11 metri, capace di accogliere spettacoli di ogni genere. Sotto il palco trovano spazio i camerini per gli artisti, mentre al piano superiore della struttura si trova l’accesso a una seconda sala. Uno spazio da 100 posti a sedere, pensato sia per proiezioni che per incontri, convegni e conferenze. Le due sale sono totalmente indipendenti e capaci di operare in contemporanea, oltre che pensate per garantire l’accessibilità a tutti.


La programmazione del Teatro Cinema Italia prenderà avvio dal primo dicembre e vedrà, tra i primi artisti a calcare il palcoscenico, Alessandro Benvenuti, Stefano Fresi e Anna Meacci. 


Le soluzioni progettuali sono improntate al confort, alla versatilità, alla modernità tecnologica e alla sostenibilità ambientale. L’intervento, inoltre, ha mantenuto la facciata originale, che presenta tratti riconducibili alla stagione fiorentina dello stile liberty.


La riapertura è stata promossa dalla Fondazione San Michele, che ha visto unite la Parrocchia di San Michele Arcangelo e la Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve.


Il recupero dell’edificio e la riapertura del Teatro Cinema Italia sono stati resi possibili grazie a un investimento totale di 5,5 milioni di euro, dei quali 4 milioni di euro erogati dalla Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve e 1,5 contributo del MIBAC, e grazie alla Parrocchia dei SS. Michele Arcangelo e Giovanni Gualberto che ha concesso in uso l’edificio. 


“A questo imponente lavoro di recupero edilizio ne seguirà uno, ancora più importante, di valorizzazione culturale” - afferma il presidente della Fondazione San Michele Arcangelo Andrea Bulli. “Il Nuovo Teatro Cinema Italia sarà, per la comunità di oggi e di domani, un luogo ricco di significato, come lo è stato per le generazioni passate”.


“Il simbolo di Pontassieve è un ponte” – commenta Don Luciano Santini, parroco di Pontassieve – “Il ponte è struttura che lega e unisce realtà diverse, in un paese che si trova tra il Valdarno e la Valdisieve, tra Firenze e la campagna, tra la moderna tecnologia di casa e i saperi antichi dell’orto sotto casa... Il progetto propone di ‘legare’ le persone, le associazioni e le forze creative, ben sapendo che per ‘legare’ si parte dall’accoglienza, perché da questa nasce l’incontro, dall’incontro la conoscenza, dalla conoscenza l’approfondimento”.



“Lo spazio che stiamo per inaugurare non è soltanto un cinema o un teatro, una sala da concerto o un centro congressi ma è molto di più” - spiega il presidente della BCC di Pontas sieve Matteo Spanò. “Tra queste mura, per 50 anni, ha avuto sede la nostra banca e adesso, come Banca di Credito Cooperativo abbiamo scelto, assieme alla parrocchia di San Michele Arcangelo, di dare vita qui alla Fondazione San Michele. In questo luogo abbiamo le radici più profonde. Crediamo che la nostra comunità abbia ancora voglia di riscoprire la bellezza dell’incontro, della relazione, dello scambio. In un’epoca di individualismi e chiusure, di ansie e di paure, riscopriamo la bellezza del tempo passato insieme. Questo spazio può ospitare il futuro”.




La Fondazione San Michele Arcangelo nasce con lo scopo di promuovere la cultura, l’arte e lo spettacolo. Ispirata dai principi della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, la Fondazione si rivolge a tutti, a prescindere dalla condizione fisica, sociale, religiosa o economica, favorendo così la crescita e lo sviluppo integrale dell’individuo.  



La Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, fondata nel 1903, compie quest’anno 120 anni di vita. È presente sul territorio tra la Valdisieve e Firenze con 14 presidi tra agenzie e ‘punti in banca’, conta 18.000 clienti e 2000 soci. La banca si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. È parte del Gruppo BCC Iccrea.

Nicoletta Curradi 

martedì 7 novembre 2023

Malattie neuromuscolari: serve più attenzione alla transizione del paziente all’età adulta

 





Gli esperti: “I pazienti diventati adulti o diagnosticati in età adulta in setting pediatrici, necessitano di una presa in carico in un setting assistenziale idoneo alle necessità del paziente adulto, anche in considerazione delle possibili comorbidità che il pediatra potrebbe non essere in grado di gestire”.


 


 Le malattie neuromuscolari geneticamente determinate sono patologie rare, ereditarie, ad alta complessità diagnostica, eterogenee sia in termini di età di esordio che di severità/livello di disabilità. La diagnosi sempre più precoce, grazie alla maggiore sensibilizzazione, alle migliori tecniche diagnostiche, all’esistenza per alcune di esse di programmi di screening (vedi SMA, Malattia di Pompe), nonché la disponibilità di nuove terapie e il miglioramento degli standard di cura ne hanno modificato in modo significativo la storia naturale, consentendo sempre più frequentemente il raggiungimento dell’età adulta, spesso con buona o soddisfacente qualità di vita.


Si è parlato di questo durante l’evento “Lo snodo chiave della transizione nelle Malattie rare neuromuscolari - Toscana”, promosso da Motore Sanità in collaborazione con Roche.


 


PRESA IN CARICO COORDINATA E APPROPRIATA


“I pazienti diventati adulti o diagnosticati in età adulta in setting pediatrici, necessitano di una presa in carico in un setting assistenziale idoneo alle necessità del paziente adulto, anche in considerazione delle possibili comorbidità che il pediatra potrebbe non essere in grado di gestire”, ha precisato Elena Procopio, Responsabile f.f. SOC Malattie Metaboliche e Muscolari Ereditarie AOU Meyer Firenze. “Da queste premesse è nata l’esigenza di creare un percorso strutturato di transizione che assicuri un continuum assistenziale che risponda alle esigenze dei pazienti, nell’ottica di promozione di un’assistenza di alta qualità. Il Percorso si realizza attraverso l’istituzione di un ambulatorio congiunto di transizione tra specialisti del Meyer e dell’AOU Pisana, con expertise in tale ambito di patologia, per una presa in carico globale, coordinata, appropriata e psicologicamente adeguata, con la consapevolezza che la “transitional care” costituisce un passaggio delicato all’interno del percorso di cura che indubbiamente influirà sulla compliance terapeutica e sulla salute globale del paziente”. 


 


RETE DI CURE PIÙ CAPILLARE


“Anche in rappresentanza di Parent Project aps, sottolineo la centralità del tema individuato nell'incontro che è quello delle cure di transizione dall'età pediatrica a quella adulta, passaggio nel quale è necessario mantenere l'approccio clinico multidisciplinare presso i centri ospedalieri anche per gli adulti, così come avviene per i bambini”, ribadisce Daniela Argilli, Coordinatrice Consulta e Membro Direttivo di Parent Project aps.“Accanto a questo è necessario migliorare altri aspetti quali, ad esempio, l'attenzione a che l'assistenza ai pazienti neuromuscolari sia garantita anche nel territorio di residenza, sia in termini di continuità di cicli di fisioterapie (l'attuale situazione Toscana è disomogenea tra Asl, ma anche all'interno delle stesse), sia per la presenza di medici formati su malattie neuromuscolari anche presso i centri ospedalieri più periferici, tanto per l'effettuazione dei controlli, quanto per la gestione di eventuali emergenze. I pazienti infatti, grazie alla ricerca scientifica, hanno aspettative di vita più alte e questo porta con sé la necessità di garantire una rete di cure più capillare e più complessa”.


 


L’ACCESSO AI PERCORSI DIAGNOSTICI E AI NUOVI PROTOCOLLI TERAPEUTICI


“Anche nelle malattie neuromuscolari la transizione nella presa in carico dai centri di riferimento pediatrici a quelli dell’adulto coinvolge pazienti e famiglie in una fase di malattia e di crescita fisica, psicologica e sociale particolarmente delicata, che necessita di essere accompagnata in modo strutturato e delineato”, spiega Gabriele Siciliano, Centro Malattie Rare Neuromuscolari AOU Pisa. “I Percorsi Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali (PDTA) per le Distrofinopatie e le Atrofie Muscolari Spinali recentemente approvati in Regione Toscana recepiscono queste istanze, favorendo lo sviluppo e l’implementazione di programmi per la transizione tra centri di riferimento pediatrici (Ospedale Meyer e IRCCS Stella Maris) e la Neurologia Universitaria della Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. È stato pertanto costituito un ambulatorio condiviso fra neurologi pediatrici e dell’adulto, con l’identificazione di figure di “case manager” che possano facilitare il percorso per i ragazzi e le famiglie. Sarà parallelamente identificato il network delle altre figure specialistiche coinvolte nella presa in carico e follow up del paziente. A cadenza semestrale verranno organizzati incontri fra gli specialisti coinvolti nella transizione per la discussione dei casi clinici e delle problematiche/criticità e le soluzioni intraprese, anche prevedendo un coinvolgimento attivo delle associazioni dei pazienti. Come obiettivo secondario, saranno valutati e implementati strumenti informatici per permettere la digitalizzazione del percorso. Alla luce anche delle nuove e promettenti terapie che stanno emergendo nelle malattie neuromuscolari che spesso esordiscono appunto in epoca infantile e progrediscono nel tempo nell’età adulta, siamo convinti che affrontare congiuntamente l’importante tema della transizione faciliterà ai giovani pazienti l’accesso ai percorsi diagnostici e ai nuovi protocolli terapeutici”.


 


MAGGIOR COINVOLGIMENTO DA PARTE DEL PAZIENTE


Alla mattina di lavori è intervenuta anche Cecilia Berni, Responsabile organizzativo Rete Malattie Rare Regione Toscana, che ha voluto ringraziare gli organizzatori dell’evento “che ci consente di avere attorno a un tavolo tutti i principali soggetti (professionisti, associazioni) dedicati all’assistenza nell’ambito delle malattie neuromuscolari, insieme ai rappresentanti degli enti e delle istituzioni. Sono occasioni preziose - continua Berni - che ci consentono di fare il punto su quello che finora, con l’impegno di tutti, è stato fatto e di verificare quelle che sono le opportunità per un miglioramento nei percorsi. Sicuramente la transizione è una delle sfide importanti nell’ambito delle malattie rare, che implicano però uno sforzo organizzativo per facilitare i professionisti nell’attivazione di quanto necessario per questo tipo di percorso, come per esempio gli strumenti formativi e di aggiornamento del personale, le soluzioni operative per costituire ambulatori congiunti, per monitorare l’andamento del paziente e continuare ad offrire un supporto a 360 gradi al giovane adulto. Il passaggio all'assistenza del giovane adulto implica un maggior coinvolgimento anche da parte del paziente e questo deve essere valutato sotto tanti punti di vista, anche considerando quelle che sono o dovrebbero essere le opportunità offerte nei vari percorsi sociosanitari, in particolare quelli rivolti alla disabilità e della non autosufficienza. Credo quindi che una prima sfida sia di carattere organizzativo – per poter supportare la rete dei professionisti nell’organizzare quelli che sono operativamente i percorsi di transizione – altra sfida è rappresentata dall’integrazione di reti e di opportunità. Anche per questo occorre il contributo di tutti e, soprattutto, il confronto continuo con le associazioni dei pazienti, insieme ai professionisti e le realtà aziendali”.


Nicoletta Curradi 

venerdì 27 ottobre 2023

Al via a Firenze il primo corso per Tecnico superiore per l’Innovazione delle costruzioni organizzato da Accademia Tecnologica Edilizia ITS ATE con ANCE Firenze.

 



Un lavoro qualificato nel comparto dell’edilizia. 

Edilizia alla ricerca di figure qualificate da inserire nel mondo del lavoro e negli organici delle imprese. E’ in partenza a Firenze il primo corso per Tecnico superiore per l’innovazione delle costruzioni, con indice di occupazione elevatissimo, organizzato dalla Accademia Tecnologica Edilizia ITS ATE con ANCE Firenze.


Il corso, rivolto a un massimo di 25 allievi tra i 18 e i 35 anni in possesso di diploma di istruzione secondaria di II grado, è cofinanziato dal POR FSE TOSCANA 2021-2027 ed è inserito nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. L’obiettivo è formare tecnici superiori con conoscenze e competenze tecniche e tecnologiche altamente specialistiche e con elevato livello professionale nell'area delle tecnologie innovative per la qualità delle abitazioni, tali da consentire un efficace e rapido inserimento nel mercato del lavoro.


Il percorso didattico sarà strutturato in 2 annualità (4 semestri) per un totale di 1800 ore tra lezioni frontali, attività laboratoriali e stage. Il corso si terrà principalmente presso la sede della Scuola Professionale Edile CPT Firenze in via Lorenzo il Magnifico, 8/10 Firenze. Parte delle attività potranno tuttavia tenersi occasionalmente presso strutture di interesse didattico o scientifico situate altrove.


“Il sistema ANCE con le sue imprese crede e ha deciso di investire nei corsi ITS anche per dare una risposta al bisogno di manodopera e tecnici qualificati, oltre che per contribuire al rafforzamento dei livelli occupazionali in un comparto che da sempre è una leva importante per il nostro Paese in questo senso”, commenta il presidente di ANCE Firenze Pierluigi Banchetti.


Il termine per la presentazione delle domande è fissato per il 20 novembre 2023. Per informazioni info@scuolaedile.fi.it.


 

Fabrizio Del Bimbo 

martedì 24 ottobre 2023

ECCO I FINALISTI DEL BIGMAT INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD ’23

 



Svelati i progetti finalisti alla 6a edizione del Premio Internazionale di Architettura BigMat:

l’award europeo dedicato all’eccellenza dell’architettura di grande e piccola scala con un montepremi complessivo totale di 79.500 euro.



Sono oltre 850 le opere architettoniche che si sono candidate al BigMat International Architecture Award 2023 per partecipare alla sfida europea all’insegna del buon costruire e del comfort abitativo.

La giuria internazionale - guidata dal presidente Jesús Aparicio (architetto e cattedratico dell’Università Politecnica di Madrid) - si è riunita a Madrid il 7 luglio e ha selezionato 14 finalisti che si contenderanno i due Gran Premi di Architettura, ognuno del valore di 30.000 euro, per le categorie “Architettura residenziale su piccola scala” e “Grandi opere di architettura”.

 

Al bando si sono state candidate 450 opere residenziali su piccola scala e 408 grandi opere di architetture, tutte realizzate tra il primo gennaio 2019 e il primo gennaio 2023 in Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna, i sette Paesi dove è presente il marchio BigMat.


La rosa dei 14 finalisti è composta da 7 progetti di architettura residenziale su piccola scala e altri 7 appartenenti alle grandi opere architettoniche, tra questi il 17 novembre, a Siviglia, verranno decretati il Gran Premio Internazionale BMIAA ’23 per Architettura residenziale su piccola scala e il Gran Premio Internazionale BMIAA ’23 per le Grandi opere di architettura.

Durante la cerimonia di premiazione verranno anche assegnati i 6 Premi Nazionali di Architettura residenziale su piccola scala e i 6 Premi Nazionali di Grandi opere di architettura, ognuno del valore di 1.500 euro. Verrà, inoltre, conferita una Menzione Speciale per giovani architetti under 40 da 1.500 euro.


Questi i 14 finalisti per ogni categoria e Paese:



GRANDI OPERE DI ARCHITETTURA


- BELGIO: ECAM (Ecole Centrale des Arts et Métiers) di Agwa, Bruxelles (2023)

- FRANCIA: Trasformazione di un palazzo di uffici in 52 appartamenti di DATA Architectes, Parigi (2022)

- ITALIA: Bicocca SUPERLAB di Balance Architettura, Milano (2022)

- PORTOGALLO: Adega Azores Wine Company di SAMI-arquitectos, Ilha do Pico - Açoresv (2020)

- REPUBBLICA CECA: PLATO Contemporary Art Gallery di KWK Promes, Ostrava (2022)

- SLOVACCHIA: Jelšava Cabins di 2021 Architekti, Jelšava (2022)

- SPAGNA: Fish Market and South Area Remodeling di Estudio ACTA, Roquetas de Mar (2022)

 

ARCHITETTURA RESIDENZIALE SU PICCOLA SCALA


- BELGIO: jtB House di BLAF architecten, Blanden (2022)

- FRANCIA: M26 di BAST, Tolosa (2020)

- ITALIA: Bivouac Fanton di DEMOGO studio di architettura, Auronzo di Cadore (2021)

- PORTOGALLO: Casa no Tamega di NMS Nuno Melo Sousa Architecture, Marco de Canaveses (2020)

- REPUBBLICA CECA: Suburban villa di Nacházel architekti, Praga (2022)

- SLOVACCHIA: Pernek Family House di ksa _ studeny, Pernek (2022)

- SPAGNA: Ca na Catalina I en Joan di TEd'A arquitectes, Maiorca (2022)


Grande la partecipazione da tutta Europa con l’Italia tra le nazioni più attive con 147 studi di architettura partecipanti e un totale di 224 opere candiate: 133 opere residenziali su piccola scala e 91 grandi opere di architettura. L’Italia è, infatti, sempre nelle prime posizioni per numero di canditure al BMIAA: l’alto coinvolgimento degli architetti italiani nell’iniziativa è la prova dell’ottimo rapporto di partnership instaurato tra BigMat e i professionisti della progettazione.

 

Il Premio biennale di Architettura è l’iniziativa di respiro europeo con cui BigMat vuole premiare i progetti di architettura più meritevoli che abbiano contribuito a ridisegnare il paesaggio urbano con spazi che trasmettono i valori di innovazione, sostenibilità, comfort, benessere abitativo ed efficienza energetica.

Il BMIAA, giunto al suo decimo anno, ha quindi rinnovato il suo format promuovendo l’eccellenza architettonica delle grandi opere e dei progetti che contraddistinguono la nostra quotidianità.

Il Gruppo si propone come partner delle opere costruttive di scala più imponente e dell’edilizia di “tutti i giorni” a cui la rivendita BigMat è strettamente connessa.


IL PREMIO IN BREVE

PARTECIPANTI:

tutti gli architetti il cui domicilio professionale si trovi in uno dei sette Paesi dove è presente il marchio BigMat: Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna.


CATEGORIE:


- per la categoria Architettura residenziale su piccola scala: abitazioni unifamiliari nuove, ampliate, ristrutturate e/o riabilitate o progetti residenziali su piccola scala con fino a un massimo di 12 unità residenziali e/o un massimo di 1.200 m2 costruiti totali;

- per la categoria Grandi opere di Architettura: tutti gli interventi architettonici realizzati in ambiti diversi da quello dell’architettura residenziale su piccola scala.



PREMI ASSEGNATI valore complessivo totale di 79.500 euro, così suddivisi:

Categoria Architettura residenziale su piccola scala

- 1 Premio Internazionale BMIAA ’23. Valore: 30.000 euro;

- 6 Premi Nazionali BMIAA ’23. Valore: 1.500 euro.

Categoria Grandi opere di architettura

- 1 Premio Internazionale BMIAA ’23. Valore: 30.000 euro;

- 6 Premi Nazionali BMIAA ’23. Valore: 1.500 euro.

Premio Giovani

- Menzione Speciale Giovani Architetti BMIAA’23. Valore: 1.500 euro.


La giuria

Le opere sono state valutate da una giuria internazionale formata da figure di spicco del panorama architettonico di ciascuno dei Paesi partecipanti. Alla guida dei giurati il presidente di giuria Jesús Aparicio, architetto e cattedratico dell’Università Politecnica di Madrid, e il segretario Jesús Donaire, architetto e professore associato dell’Università Politecnica di Madrid.

I giurati, che hanno avuto il compito di selezionare i vincitori, sono:


- Enrico Molteni (Italia), architetto e professore del dipartimento Architettura e Design Università degli Studi di Genova;

- David Van Severen (Belgio), architetto e fondatore di OFFICE Kersten Geers David Van Severen;

- Petr Janda (Repubblica Ceca e Slovacchia), architetto e fondatore di Brainwork;

- Gilles Delalex (Francia), architetto e dirigente di Muoto Architecture Studio;

- Nuno Brandão Costa (Portogallo), architetto e professore;

- Ángela García de Paredes (Spagna), architetto e fondatrice di Paredes Pedrosa Arquitectos, professoressa del dipartimento di Project Design dell’ETSAM di Madrid.


Tutte le informazioni: www.architectureaward.bigmat.com


BigMat e HABIMAT sono marchi di BigMat Italia S.c.p.a. | Via Roma, 74 - 20060 Cassina de' Pecchi (MI)

T. +39 02 95344836 | info@bigmat.it | www.bigmat.it | www.habimat.it


Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 29 settembre 2023

La Toscana del tennis si presenta nella serie A 2023 con 8 squadre





La Toscana tennistica si presenta alla serie A con otto squadre. Al Match Ball Firenze, come tradizione, i dirigenti, capitani e giocatori dei club toscani si sono ritrovati insieme al presidente della Fitp Toscana Luigi Brunetti, al Sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, all’assessore allo sport di Bagno a Ripoli Enrico Minelli e all’assessore allo sport del comune di Firenze Cosimo Guccione  per lanciare la nuova stagione del tennis nazionale che inizierà domenica 1 ottobre e avrà le finali domenica 10 dicembre.


Saranno cinque le formazioni della nostra regione che giocheranno la serie A1 maschile: i campioni d’Italia del Tc Sinalunga, Tc Pistoia, Tc Italia, Tc Bisenzio Prato e Match Ball Firenze, due tra le donne: Tc Italia in A1 e Tc Prato in A2 e una maschile in A2, la neo promossa Ct Giotto Arezzo



Il campionato degli affiliati 2023 sarà l'edizione numero 101 del massimo evento italiano a squadre del tennis e scatterà per la serie A1 domenica 8 ottobre: i campioni in carica sono il TC Sinalunga nel torneo maschile e la Canottieri Casale in quello femminile. La serie A2 inizierà invece domenica 1 ottobre 2023.


La Toscana oltre ai campioni in carica del Tc Sinalunga avrà altre quattro formazioni in serie A1 maschile con Tc Pistoia Girone 2 con Tc Parioli, Le Vele Messina e Selva Alta Vigevano. Il Tc Italia di Forte dei Marmi che è stato inserito nel girone 1 con Park Genova, Tc Crema e Match Ball Siracusa. Il neo promosso Tc Bisenzio Manteco Prato è stato sorteggiato con Sporting Sassuolo, Junior Perugia e Ct Palermo nel raggruppamento 4 mentre l'altra neo promossa Match Ball Firenze giocherà il derby con il Tc Sinalunga e sempre nel girone 3 ci saranno il Tc Rungg e Tc Massalombarda.



Sempre in A1 ma a livello femminile saranno protagoniste le ragazze del Tc Italia di Forte dei Marmi (girone 2: Tc Padova, Casale e Tc Rungg) mentre in A2 il team del Tc Prato avrà come avversarie il Tc Baratoff Pesaro, Tc Cagliari. Tennis Training Foligno, Stampa Sporting Torino, Ct Ceriano e Park Genova.



In A2 maschile farà il suo esordio il Ct Giotto Arezzo che è stato inserito nel girone 4 con Ferratella Sporting Club dove a Roma romperà il ghiaccio e poi giocherà in casa con il Tennis Club Genova 1893 poi Ronchiverdi, Sporting Sassuolo, St Bassano e Canottieri Casale.


Tra l'altro proprio il circolo aretino del Ct Giotto è riuscito con la formazione femminile a salire in serie A2 dopo aver superato nella finale playoff il Circolo Tennis Degli Ulivi. Dopo il 2-2 dell'andata le giocatrici toscane hanno espugnato il campo pugliese per 3-1 e hanno così festeggiato la promozione in serie A.


“Per la Toscana è un onore e una grande soddisfazione poter schierare otto formazioni nella serie A a squadre a testimonianza di un movimento in crescita – spiega Luigi Brunetti, presidente Fitp Toscana – che unisce la parte agonistica dei club e quella sociale perché la caratteristica delle formazioni è quella di far giocare i vivai quindi i giocatori nati e cresciuti nel circolo insieme ai campioni”


“E’ tradizione iniziare la stagione dei campionati con la presentazione delle squadre toscane di serie A al Match Ball Firenze – mette in luce Leonardo Casamonti vice presidente Match Ball Firenze - e anche quest’anno, tra l’altro nostro 50esimo anniversario parteciperemo alla serie A1 maschile dopo 30 anni. Un momento bello per il nostro circolo e per il tennis della nostra regione che è molto unito”.


“Bagno a Ripoli è sempre più casa dello sport e soprattutto del tennis – spiegano Francesco Casini ed Enrico Minelli Sindaco e assessore dello sport del Comune di Bagno a Ripoli -  con l’organizzazione di grandi eventi e la partecipazione al massimo campionato a squadre”


“Il simbolo di Firenze è un valore aggiunto per i club e sono sicuro che il Match Ball Firenze – dice Cosimo Guccione assessore allo sport del Comune di Firenze -  capace di raccogliere tutte le formazioni toscane tennistiche saprà rappresentare al meglio il Giglio della nostra città”.  


Nicoletta Curradi 

Foto di Piero Camel


giovedì 28 settembre 2023

Una mostra per i 50 anni di Unicoop Firenze




Alla Stazione Leopolda di Firenze, inaugurata la mostra che celebra il cinquantesimo della cooperativa. 


La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile fino al 12 ottobre dalle 9.30 alle 20.30: un'occasione aperta a tutti, per ripercorrere la storia di Unicoop Firenze, della Toscana e dell'Italia, e per festeggiare insieme l'importante traguardo dei cinquanta anni


50 anni di Unicoop Firenze: una storia di persone: questo il titolo della mostra che celebra il cinquantesimo della cooperativa e che è stata inaugurata questa mattina, alla Stazione Leopolda di Firenze, alla presenza di Daniela Mori, Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Dario Nardella, Sindaco di Firenze, Matteo Biffoni, Presidente Anci e Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana. La mostra, con patrocinio del Comune di Firenze e Regione Toscana, è aperta al pubblico fino al 12 ottobre, dalle 9.30 alle 20.30, ad ingresso libero e con possibilità di prenotare l'ingresso nella fascia oraria di preferenza. La mostra, che occupa interamente lo spazio della Stazione Leopolda, è allestita con spazi a tema, installazioni video, un'area dedicata alla Fondazione Il Cuore si scioglie, uno spazio Bibliocoop, un Coop.fi temporaneo e un punto ristoro: in calendario, un ricco programma di eventi, alcuni riservati ai dipendenti della cooperativa, alle scuole e alle sezioni soci Coop, e altri aperti a tutti e sempre gratuiti. La mostra è l'occasione per festeggiare con soci, clienti e cittadini l'importante traguardo dei cinquanta anni, raccontando la storia della cooperativa, della Toscana e un po’ anche dell’Italia. Un racconto, quello che si può rivivere alla Stazione Leopolda, che è soprattutto una storia di persone, quelle che hanno contribuito a portare avanti il lavoro e a far crescere la cooperativa fino a contare un milione e centomila soci, oltre ottomila dipendenti e un indotto che dà lavoro in Toscana a circa 13mila persone. È grazie al contributo di tutti, lavoratori della cooperativa, fornitori, soci e clienti, se oggi la cooperativa può continuare a svolgere il compito per cui è nata: offrire prodotti sani e di qualità a prezzi equi e sostenibili.


La mostra


Nella mostra la storia della cooperativa è rappresentata come un albero: il percorso immersivo parte dalle radici, che rappresentano le origini della cooperativa, attraversa il fusto, dove immagini e disegni catapultano il visitatore direttamente dai primi anni ’70 agli inizi del terzo millennio, per arrivare alla chioma dell'albero. Una metafora, quella dell’albero, che vuole rappresentare passato, presente e futuro di Unicoop Firenze. Così Unicoop Firenze è quella che è oggi grazie al movimento di uomini e donne che tanti anni fa hanno intravisto il futuro e hanno lavorato insieme per costruirlo. Lungo l’albero immagini, foto, testi, video che raccontano al visitatore come si è evoluta la società e come è cambiata Unicoop Firenze in questi anni fino a diventare, con il contributo di tutti, la cooperativa che conosciamo oggi. La storia raccontata nella mostra si compone di eventi epocali a livello internazionale, nazionale e locale, ma anche di vittorie sportive, di canzoni che hanno segnato un’estate, di cambiamenti nel costume. Tutti questi momenti, insieme a quelli rilevanti della cooperativa, compongono un panorama della storia italiana in cui le persone che visiteranno la mostra potranno ritrovarsi e riconoscersi.


Dichiarazione Daniela Mori, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze


«Quando, qualche anno fa, cominciammo a pensare come celebrare l’importante traguardo dei cinquant’anni che Unicoop Firenze avrebbe raggiunto nel 2023, l’idea di una grande mostra aperta alla popolazione ci sembrò il modo migliore per festeggiare insieme. Attraverso la mostra vogliamo raccontare una storia corale, quella di tutte le persone che hanno creduto nella cooperativa, contribuendo, non solo al raggiungimento dei risultati economici, ma anche al perseguimento di una società più equa. Quello di oggi è un taglio del nastro speciale e davvero emozionante che sigla una tappa e, insieme, ci proietta in un futuro tutto da scrivere, ancora una volta insieme. La storia, quella di domani, ha ancora bisogno di una cooperativa che faccia la propria parte e noi ci proveremo».


Le tappe della storia


Il 28 aprile 1973 segna l’inizio della storia della cooperativa: in quella data, al Circolo Rinascita di Sesto Fiorentino viene eletto il consiglio di amministrazione della nascente realtà che metteva insieme (l’atto ufficiale di fusione avverrà il 25 luglio 1973) le due maggiori cooperative di consumo allora esistenti nell’area della Toscana centrale. Toscocoop e Unicoop Empoli negli anni erano cresciute grazie a numerosi accorpamenti e la decisione di diventare tutt’uno, era già cosa nota dagli inizi del 1972. Quel 28 aprile viene eletto presidente Turiddo Campaini, che resterà alla guida della cooperativa per oltre 40 anni, contribuendo alla crescita progressiva e inarrestabile di Unicoop Firenze. Da quella data in poi la mostra narra le tappe, grandi e piccole, della storia della cooperativa: la crescita degli anni '80 e lo sviluppo di una rete di vendita moderna e strutturata, le grandi campagne consumeriste e le prime battaglie di stampo ecologico, il passaggio ai punti vendita di grandi dimensioni e la successiva marcia indietro a favore di modelli di supermercato più contenuti, passando per la nascita della carta socio che, nel 1996, sostituisce il libretto con i buoni-sconto e la sperimentazione del Salvatempo, a partire dal 1998. Se dai primi anni del 2000 la cooperativa acquista una dimensione globale, con missioni solidali e attività di sostegno all'estero, nei Paesi in via di sviluppo, gli anni dal 2008 in poi raccontano una cooperativa e un mondo alle prese con gli shock delle crisi a livello globale, la recessione prima, la pandemia poi e infine la crisi energetica: anni durante I quali nel 2014, alla presidenza di Unicoop Firenze viene eletta Daniela Mori, e la cooperativa segna la storia della Toscana con grandi iniziative popolari, come i crowdfunding culturali a favore di beni artistici, un impegno crescente in campo ambientale con iniziative come Arcipelago pulito, Liberi dai rifiuti e la nascita del Bosco di Montopoli. Una storia che arriva fino ai giorni d'oggi, con gli ultimi eventi come l’incendio del punto vendita di Ponte a Greve, a Firenze, nel 2021, e la sua riapertura a marzo 2022. 



Il libro


Mezzo secolo di Unicoop Firenze è il libro firmato da Andrea Giuntini, realizzato per raccontare i primi 50 anni della cooperativa e che verrà presentato domani, 29 settembre, alle 17, presso lo spazio eventi della Stazione Leopolda. Con l'autore, alla presentazione interverranno Roberto Negrini, Presidente Legacoop Toscana e Luca Bagnoli, Presidente dell'Opera del Duomo. Nel libro Andrea Giuntini, già professore di storia economica all’Università di Modena e Reggio Emilia, ha ricostruito le tappe della storia della cooperativa con rigoroso criterio scientifico, andando a spulciare i libri sociali e i tanti documenti di valore storico conservati nell’Archivio di Unicoop Firenze, una miniera ricca di testimonianze, libri, fotografie, oggetti, che trova spazio nella sede istituzionale di via Santa Reparata 43 a Firenze. Il libro racconta l'evoluzione, dalla miriade di spacci e botteghe, allo sviluppo di una capillare e variegata rete di vendita, fino a una delle più grandi cooperative del nostro Paese, che, ancora oggi, continua ad avere come riferimento per le proprie scelte i principi fondativi della cooperativa. Quella che emerge dal volume è la fotografia di una cooperativa che ha attraversato i cambiamenti della società, cercando di interpretarli al meglio, senza mai adattarsi a qualunque condizione o modello dominante, ma ancorandosi al principio della difesa del consumatore come pilastro imprescindibile del proprio scopo. Nel periodo della mostra il libro Mezzo secolo di Unicoop Firenze è disponibile gratuitamente presso lo Spazio Informatore all’interno della Stazione Leopolda. Successivamente sarà disponibile presso le sezioni soci Coop.


Info e eventi in calendario


La mostra è visitabile fino al 12 ottobre, tutti i giorni, dalle 9:30 alle 20:30. Durante i giorni infrasettimanali, dalle ore 16:30 alle 20:30, è consigliata la prenotazione al link www.coopfi.info/eventi per garantire l’orario di ingresso. I principali eventi in calendario:


- 29 settembre - ore 17:00 Presentazione del libro “Mezzo secolo di Unicoop Firenze” di Andrea Giuntini


- 30 settembre - ore 17:00 – Presentazione dei progetti della Fondazione Il Cuore si scioglie


- 1 ottobre – dalle ore 10:00 alle ore 19.00 – Firenzegioca Off


- 7 ottobre - ore 10:30 – Storia di un supermercato inclusivo

- 8 ottobre - ore 17:00 – Un’altra vita è possibile, Carlo Sorrentino intervista Turiddo Campaini


- 9 ottobre - ore 17:00 – Crisi e prospettive della globalizzazione, Marco Tarquinio intervista Romano Prodi


- 11 ottobre – ore 11.00– Incontro sulla cultura cooperativa, con Emanuele Felice e Stefano Mancuso


- 12 ottobre - ore 18:30 – Festa di chiusura, letture e musica con Gaia Nanni



Fabriz seio Del Bimbo 


mercoledì 27 settembre 2023

Zoè Gruni espone alla Galleria Il Ponte

 



La Galleria Il Ponte riparte con 


ZOÈ GRUNI


Motherboard



28 settembre - 17 novembre

2023


inaugurazione

giovedì 28 settembre h 18.30

in occasione di:



Presentazione del libro 


Zoè Gruni. Segunda pele, Ed. Metilene, Pistoia 2023





Il Ponte riapre la stagione espositiva - dopo la pausa estiva - con la personale dedicata a Zoè Gruni in

occasione della seconda edizione della “Florence Art Week” (settimana dell’arte che si svolge a Firenze

dal 28 settembre all’8 ottobre), che pone la città al centro della produzione artistica contemporanea.


La mostra si articola attraverso tre diversi progetti presentati mediante video-installazioni, video-performance, stampe lambda su alluminio e tecniche miste su stampa fotografica: Segunda pele, Fromoso, Motherboard.


“La mia ricerca artistica nasce dal bisogno di esorcizzare la paura del diverso. A partire da una riflessione intima che tende a una dimensione collettiva, il mio corpo è l’elemento catalizzatore che si

estende verso gli altri attraverso interazioni di vario genere. Il filo conduttore dei miei progetti è la

performance ma le azioni non sono pensate in forma di spettacolo bensì come un processo in costante

evoluzione…


L

La multimedialità delle performance, la fotografia, il disegno, la scultura, il video e le installazioni mia

permettono di spaziare fra i vari mezzi espressivi lasciando che questi si sovrappongano. Prediligo ia

lavori manuali e artigianali che mi connettono a una dimensione popolare. La ricerca antropologica ea

socio-culturale è diventata per me un elemento sempre più importante. Anche la partecipazione deglia

altri nel mio lavoro è fondamentale. Accolgo l’altro nel progetto e lo invito a interagire, talvolta come

protagonista, altre volte come partner con cui creare una temporanea collettività. È molto complesso

lavorare con il proprio ego ma nonostante le difficoltà è esattamente quello che voglio: sperimentare la

vita attraverso l’arte” (Zoè Gruni).


SEGUNDA PELE


Segunda pele; 2017/2019, video-installazione a due canali, 8'42''. Zoè Gruni e Alexis Zelensky. Performance: Anis

Yaguar, Iah Bahia, Kaete Terra, Lucas Roberto, Felipe Vasconcellos, Isabella Duvivier Souza, Lucas Wollker,

Junior Ferreira, Tati Villela.


Il progetto “Segunda pele” sorge dalla necessità di ampliare il mio universo di ricerca artistica individuale verso una

dimensione collettiva. Ormai da diversi anni progetto e produco lavori basati sull’interazione fra corpo e oggetto,

performance e scultura. Oggetti performativi pensati come protesi del corpo, sculture che possono essere vestite o

abitate, usando materiali di riciclaggio. Queste “seconde pelli” diventano una sorta di filtro fra il mio proprio corpo e

il mondo aiutandomi ad affrontare territori sconosciuti e ad esorcizzare le difficoltà. La necessità di riflettere sulla

società contemporanea solleva inevitabilmente temi quali: memoria, identità, paura…e l’obiettivo è diventato

trasformare questo dialogo in azione performativa e politica. Ho deciso allora di lanciare questa stessa proposta ad

altri artisti, attraverso un corso chiamato “Seconda pelle: ibrido, memoria, riciclaggio” che ho amministrato presso la


EAV (Escola Artes Visuais) del Parque Lage, a Rio de Janeiro, durante due anni fra il 2017 e il 2019. Gli incontri sono avvenuti in un ambiente di scambio e convivenza ed il progetto ha aggregato spontaneamente giovani artisti e attivisti che usano il corpo come linguaggio. Trattasi di esperienze contemporanee nell’era della comunicazione.


Identità mutanti che hanno bisogno di urlare contro l’oppressione e imporsi in una città estremamente violenta e

transfobica, in un paese colonizzato che continua razzista, in una società globalizzata ogni giorno più malata.

Trattandosi di immagini in movimento è stato necessario ricorrere al mezzo audio-visuale, così è nato il desiderio di

una collaborazione con il cineasta Alexis Zelensky per produrre video tratti da questo lavoro. Il set delle azioni dei

performers è la foresta del Parque Lage (foresta urbana di Rio de Janeiro), anch’esso un elemento pulsante e vivo

che lotta per sopravvivere nel contesto urbano della città. Ogni performance è un lavoro autoriale sviluppato a

partire dalle pulsioni del proprio individuo ma il mosaico di tutte queste azioni diventa un lavoro collettivo. Le differenze soggettive si incontrano, si rafforzano e si uniscono nella lotta contro questa “paura liquida” che permea la società contemporanea e che ci vuole divisi per controllarci. Nonostante le difficoltà esiste ancora speranza per

chi crede nell’arte, e nella cultura in generale, come veicolo di resistenza. 



FROMOSO


Fromoso; 2019/2020, video-performance, 2'33''. Riprese e montaggio: Lyana Peck, Naiara Azevedo; performance:

Ana Kavalis; musica: Jeff Gburek. 


“Fromoso” è una video-performance ispirata al concetto di antropofagia. L’azione è stata realizzata in una discarica

di carri del carnevale nell’area portuaria di Rio de Janeiro. Il corpo della ballerina cubana Ana Kavalis si abbandona

ad un rituale esoterico nel quale viene assorbita fino a scomparire. La colonna sonora, realizzata appositamente

per il progetto, è del musicista polacco Jeff Gburek.



MOTHERBOARD


La “scheda madre” è responsabile della trasmissione e temporizzazione corretta di centinaia di segnali diversi, tutti

ad alta frequenza e sensibile ai disturbi tra processori, schede di espansione e periferiche esterne. La sua buona

realizzazione è quindi un fattore chiave per le prestazioni e l'affidabilità dell'intero circuito. “Motherboard” è un

progetto sulla maternità. Si tratta di una una serie di immagini fotografiche realizzate con l'autoscatto durante

momenti di gioco con mio figlio. La “maschera pittorica” attuata su di esse porta alla continua trasformazione dei

personaggi e talvolta all'inversione del ruolo madre-figlio. Ironia e drammaticità si confondono come anche gli

elementi simbolici presi in prestito dalla memoria collettiva: antichità, mitologia, cultura pop, tecnologia digitale e temi sociali. 



Zoè Gruni (Pistoia, 1982) attualmente vive e lavora a Pistoia dopo aver trascorso un lungo periodo fra la California e il Brasile.


Diplomata presso l’Istituto d’arte di Pistoia e laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, si dedica alla pratica


artistica dal 2001. Ha esposto in numerose esposizioni individuali e collettive in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Inghilterra,Bulgaria, Belgio, Germania, Brasile e Stati Uniti. Fra le altre: Biennale Giovani Monza (IT); 54° Esposizione d’arte Internazionale


la Biennale di Venezia - Lo stato dell’arte (IT); Yourope In Progress - Durante la Biennale, Officina delle Zattere, Venezia (IT);


MexiCali Biennial, Vincent Price Museum, Los Angeles (US-CA); Sur Biennial, Torrance Art Museum, CA (US-CA); Metropolitan


Legend, Raid Projects, Los Angeles (US-CA), LA ArtCore, Los Angeles (US-CA), O.C.C.C.A., Santa Ana (US-CA); Boitatà,


FAAP, São Paulo (BR), Kunsthalle, São Paulo (BR), Progetti, Rio de Janeiro (BR); Premio Fondazione VAF - Posizioni attuali


dell’arte italiana, Palazzo della Penna, Perugia (IT), Schauwerk, Sindelfingen (DE), Stadtgalerie, Kiel (DE); Follow me, IIC, San Francisco (US-CA); La torre di Babele, Centro Pecci, Prato (IT); Intervencoes Bradesco ArtRio, Museu da Republica, Rio deJaneiro (BR); Percorsi migranti, Fabbrica del vapore, Milano (IT); Sustainable Views, Espronceda Institute of Art and culture,


Barcelona (ES), Sonic Matter, Zurigo (CH). Ha collaborato con vari enti di ricerca come l'Università FAAP (Fudaçao ArmandoAlvares Penteado) di San Paolo in Brasile e la San Francisco Art Institute in California. Il suo lavoro è rappresentato in Italia


dalla Galleria Il Ponte di Firenze e alcune opere fanno parte di collezioni private e museali fra cui la Fondazione VAF in Germania e la EAV Parque Lage di Rio de Janeiro in Brasile. In Italia le sue opere fanno parte della collezione del Novecento di Pistoia Musei. 


Nicoletta Curradi