lunedì 30 aprile 2018

Cardillac al Teatro del Maggio




Cardillac inaugura il 5 maggio l'81a edizione del Festival del Maggio Musicale
L'opera di Paul Hindemith, datata 1926, per il debutto come direttore musicale di Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra e del Coro del Maggio
Fabio Luisi -® Pietro Paolini-TerraProject-Contrasto Cardillac
di Paul Hindemith
Maestro concertatore e direttore Fabio Luisi
Regia Valerio Binasco
Festival del Maggio Fiorentino - LXXXI Maggio Musicale
Teatro del Maggio
Sabato 5 maggio 2018, ore 19 / Inaugurazione del Festival
Mercoledì 9 maggio, ore 20
Sabato 12 maggio, ore 15.30
Martedì 15 maggio, ore 20
Firenze,

 È Cardillac, l'opera di Paul Hindemith datata 1926, ad inaugurare il 5 maggio l'81ª edizione del Festival del Maggio Musicale. Un'occasione speciale, che segna il debutto come direttore musicale di Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra e del Coro del Maggio e che vede alla sua prima prova come regista di opera lirica Valerio Binasco.
L'opera, che verrà replicata mercoledì 9 (alle 20), sabato 12 (alle 15:30) e martedì 15 maggio (alle 20) fu composta da Hindemith in circa otto mesi tra l’ottobre 1925 e il maggio 1926. Cardillac, dopo tre atti unici, è la prima opera del compositore di dimensioni maggiori. Oltre un secolo separa quest’opera, che ebbe subito successo e ampia diffusione in Germania fino al 1933, dal racconto di Hoffmann cui liberamente si ispira il libretto di Ferdinand Lion, Das Fräulein von Scuderi (La signorina di Scudéry), pubblicato per la prima volta nel 1819. La scelta del soggetto, nato dalla fantasia di un protagonista del Romanticismo, poteva apparire “inattuale” nella Germania degli anni Venti, ma si legava ad un tema per Hindemith essenziale, la figura dell’artista nel suo rapporto con la società. Al centro della vicenda è René Cardillac, un orefice di prodigiosa bravura, interamente dedito alla sua arte a prezzo di una completa solitudine e dell’esclusione da ogni altro affetto.
“La libertà creativa dell’artista nel rapporto con la sua opera e con l’epoca in cui vive, e dunque con il senso di responsabilità nei riguardi della sua società, la necessità di essere liberi e la riflessione sulle circostanze che le si oppongono e sulle dialettiche che ne conseguono, sono tra i motivi ispiratori del LXXXI Festival del Maggio Musicale Fiorentino – spiega il sovrintendente Cristiano Chiarot -. In una situazione creata da un regime di globalizzazione della comunicazione e della espressione in generale, ci è parso importante soffermarci su questo rapporto di libertà che riguarda l’artista come le scelte di chi è il fruitore di questa espressione, e dunque individuare e proporre temi e opere che sembrano affermarne l’aspirazione o anche metterla in discussione. Da quest’ottica è l’individuazione del titolo del Festival “Dialoghi ai confini della libertà” e la scelta di inaugurare con Cardillac, dove queste tematiche si intrecciano sia nella vicenda stessa che nella storia del suo compositore Hindemith”.



Nicoletta Curradi

giovedì 26 aprile 2018

Il 3 maggio al via la 5/a edizione del Dragon Film Festival


Dal 3 all’8 maggio tra il cinema La Compagnia di Firenze e il Museo Pecci di Prato



14 titoli tra prime italiane ed europee per la 5/a edizione del festival dedicato al meglio della cinematografia di Cina continentale, Hong Kong e Taiwan

Eugenio Giani, Presidente del consiglio Regionale della Toscana: “Il lavoro del Dragon Film festival, giunto ormai alla sua quinta edizione, è molto importante poiché il cinema è uno degli strumenti di comunicazione più efficaci per la comprensione dei costumi, delle mode, della cultura e del modo di esprimersi dei giovani" 

I cambiamenti della società orientale, e le relative similitudini e differenze con la nostra realtà, tra stress da lavoro ed equilibri familiari complessi, sono al centro della 5/a edizione del Dragon Film Festival, la rassegna dedicata al meglio della cinematografia da Cina continentale, Hong Kong e Taiwan, che si terrà dal 3 all’8 maggio a Firenze tra il cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour, 50r) e il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (viale della Repubblica, 277). La manifestazione, che quest’anno propone un ricco cartellone con 14 titoli tra lavori premiati nei festival di tutto il mondo e pellicole campioni d’incassi, di cui molte in prima Italiana, si svolgerà in parallelo tra le due città toscane per continuare il fruttuoso dialogo già portato avanti durante le precedenti edizioni con una delle più importanti comunità cinesi in Italia. Il festival si suddivide in tre categorie con pellicole provenienti da Cina continentale, Hong Kong e Taiwan.

La rassegna, ideata e diretta da Riccardo Gelli di Florence Eurasia Association (FEAA), costituisce l’appuntamento conclusivo della settima edizione della Primavera Orientale, iniziativa che celebra il cinema d’Oriente organizzata da Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana.

Eugenio Giani, Presidente del consiglio Regionale della Toscana, ha detto oggi durante la conferenza stampa: “Il lavoro del Dragon Film Festival, giunto ormai alla sua quinta edizione, è molto importante poiché il cinema è uno degli strumenti di comunicazione più efficaci per la comprensione dei costumi, delle mode, della cultura e del modo di esprimersi dei giovani. Il Dragon Film Festival si colloca in un contesto più vasto di ciò che già la Fondazione Sistema Toscana sta facendo, con un lavoro attento e presente di relazioni sviluppate da Riccardo Gelli. Mi sento onorato del fatto che il Teatro della Compagnia, nostro luogo espositivo da un punto di vista sia cinematografico che teatrale per eccellenza, registri sempre maggiore successo anno dopo anno”.

APERTURA E CHIUSURA
Il festival si aprirà giovedì 3 maggio alle 20.30 al cinema La Compagnia con la commedia rosa “Love Off the Cuff” del regista e scrittore Pang Ho-cheung, che mette in scena le peripezie amorose della coppia composta da Jimmy Cheung e Cherie Yu, rispettivamente gli attori Shawn Yue e Miriam Yeung. Il film chiude la trilogia iniziata con “Love in a Puff” del 2010 e “Love in the Buff” del 2012. Al centro della storia le problematiche della coppia che sta ormai insieme da qualche anno: lei che aspetta una proposta di matrimonio che tarda ad arrivare, e lui al quale non dispiacerebbe avere un bambino. La loro è una storia destinata a durare oppure è arrivata al capolinea? Tra partenze e arrivi, amici strambi, genitori immaturi e alti e bassi della vita la coppia conoscerà il suo destino. La serata di chiusura, domenica 6 maggio alle 20.00 è invece affidata al dramma familiare “Mad World” di Wong Chun, premiato come miglior regista esordiente ai Golden Horse Awards del 2016, che, dopo il suo eccezionale debutto, viene già paragonato al nuovo Wong Kar-wai. Il film segue le vicende di Tung (interpretato da Shawn Yue) un tempo brillante uomo d’affari, e della sua battaglia contro il disturbo bipolare che lo affligge. Dimesso dall’ospedale psichiatrico dove è stato ricoverato in seguito a un momento di forte crisi, sarà suo padre a prendersi cura di lui per permettergli di riappropriarsi della sua vita malgrado i pregiudizi che la sua condizione suscita.

CINA POPOLARE
Selezionate in collaborazione con il Beijing International Film Festival, le opere in programma raccontano la Cina continentale attraverso i suoi migliori e più recenti lavori cinematografici, in una carrellata che attraversa una delle nazioni più affascinanti del mondo. Tra i titoli da segnalare, “Ghost in the Mountains” di Yang Heng (05/05), presentato nella sezione Panorama al 67esimo Festival di Berlino che racconta in un viaggio tra gli altipiani cinesi di Lao Liu, che dopo dieci anni fa ritorno nel suo villaggio natale sulle montagne della Provincia di Hunan. Qui, scopre che la comunità è quasi del tutto composta da adolescenti allo sbando e anziani e si imbatterà in una serie di persone che fanno parte del suo passato come la sua ex fidanzata, l’amico A Jie che si è messo a frequentare brutti giri legati alla malavita e un uomo, un tempo suo insegnante, divenuto monaco buddista. Spazio alla dark comedy con “Have a nice day” di Liu Jian 05/05), pellicola di animazione che ha esordito in competizione al 67mo Festival di Berlino, aggiudicandosi poi premio per il miglior film di animazione ai 54esimi Golden Horse Awards. In una cittadina nel Sud della Cina il giovane autista Xiao Zhang si è appropriato di una borsa piena di soldi appartenente al suo boss. La sua volontà è quella di aiutare la fidanzata a rimediare una operazione di chirurgia plastica andata male, ma il furto attirerà su Xiao Zhang le attenzioni di una serie di individui poco raccomandabili interessati al malloppo. Da non perdere sabato 5 maggio The Taste of Rice Flower” del regista Peng Fei, delicata pellicola sul rapporto madre-figlia presentato a Venezia nelle Giornate degli autori 2017. Dopo un periodo trascorso in città per lavoro, la giovane madre Ye Nan (Ying Ze) donna di etnia Dai torna nel villaggio natale dove vive la figlia Nan Hang (Ye Bule), ormai alle soglie dell’adolescenza. Il percorso per ricostruire il loro rapporto è pieno di ostacoli ma la riscoperta e la condivisione di antiche tradizioni potrebbero però aiutarla a riavvicinarsi alla figlia.

HONG KONG
Sono 7 le pellicole che rappresenteranno Hong Kong. Si parte venerdì 4 maggio con la proiezione in prima italiana di “29+1” di Kearen Pang, lungometraggio d’esordio della cineasta in nomination quale miglior regista e sceneggiatrice al prossimo Hong Kong Film Awards, che segue la vita, le aspettative e le delusioni di due ragazze alla soglia dei trentanni: Christy Lam, interpretata da Chrissie Chau, ha paura del futuro ed è intrappolata in un lavoro complesso e in una relazione d’amore apparentemente stabile ma stagnante; Wong Tin-Lok, l’attrice Joyce Cheng, non è mai stata innamorata e aspetta la grande occasione. Si continua con l’action “Chasing the dragon” del regista Wong Jing (04/05), incentrato sulla storia di un immigrato clandestino proveniente dalla Cina che si insinua nella Hong Kong colonizzata dagli inglesi nel 1963 che si trasforma in un spietato ed emergente signore della droga; sempre sui toni del noir è la pellicola “Color of the game” di Kam Ka Wai che racconta di Da Hua, Ah Chun e pochi altri che si ritrovano coinvolti in avventure selvagge e pericolose quando vengono scoperti in uno scontro tra la polizia della Cina continentale e i banditi di Hong Kong. E ancora una buona dose di adrenalina con “Paradox”, pellicola d’azione di Wilson Yip (06/05), che vede l’attore Louis Koo - vincitore del 12th Asian Film Awards come miglior attore - nei panni di un negoziatore della polizia che si reca a Bangkok per cercare sua figlia adolescente, aiutato dai detective locali interpretati da Tony Jaa e Wu Yue. La pellicola, che ha la direzione artistica di Sammo Hung, noto per il suo lavoro in molti film di arti marziali e cinema d'azione di Hong Kong e coreografo di combattimento, vanta un cast internazionale con quattro noti artisti del genere tra I quali Ken Lo, veterano stuntman del team di Jackie Chan. Spazio infine alle emozioni con la prima mondiale di “Adieu”, pellicola drammatica di Kenneth Lau (06/05), che presenta tre toccanti storie di vita, portando il pubblico in un viaggio di riflessione sulla vita e la morte. All’assistente sociale Yan-kiu vengono assegnati tre casi di persone affette da cancro: la prima è una bambina, Yan-yan; la seconda è Ka-shun, una giovane in procinto di sposarsi; la terza è un’anziana a cui resta solo un anno di vita. Ciascuno dei tre si approccia in modo diverso alla propria condizione, ma hanno una cosa in comune: il tempo per dire addio ai propri cari che si riduce inesorabilmente.

TAIWAN
A rappresentare il nuovo cinema di Taiwan è in programma il crime thriller “Who Killed Cock Robin” (04/05), scritto e diretto da Cheng Wei-hao, vincitore dei riconoscimenti per miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista al 54th Golden Horse. La pellicola segue le vicende del giornalista Hsiao-chi (Kaiser Chuang) mentre indaga su un incidente dimenticato da tempo. Tra gli interpreti, anche Ko Chia-yen, Christopher Lee e Mason Lee. È un intreccio di vite il film “Missing Johnny” di Xi Huang (04/05), dove le vite di tre sconosciuti si incrociano sullo sfondo della moderna Taipei. Hsu è una giovane donna che vive da sola in città, Lee è il figlio autistico della padrona di casa che cerca di liberarsi dalla madre protettiva e Feng è un timido costruttore che lotta con i costanti guasti della sua auto. Attraverso i suoi personaggi interconnessi e i momenti di intima solitudine, il film sottolinea l'importanza e la necessità di un semplice contatto umano.

PROIEZIONI AL MUSEO PECCI
Il Dragon Film Festival rinnova la sua presenza a Prato con due giornate al Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci. Oltre all’action da Hong Kong “Chasing the Dragon” in programma lunedì 7 maggio “Aftershock” il capolavoro del maestro cinese Feng Xiaogang. Nel 1976 la città di Tangshan viene colpita da un devastante terremoto e Li Yuanni, madre di due gemelli, Da Feng e la figlia Fang Deng, assiste alla morte del marito. Per di più i suoi bambini sono rimasti intrappolati sotto una lastra di cemento. I soccorritori comunicano a Li Yuanni che dovrò scegliere quale dei due salvare. Martedì 8 maggio sarà invece proiettata la commedia romantica “Love Off the Cuff” seguita da “Welcome to the Happy Days” del regista Gavin Lin, commedia taiwanese diventata un caso in patria. L'Happy Days” è un albergo di Taipei, caduto in disgrazia dopo che la sua anziana fondatrice è rimasta coinvolta in un incidente. Neanche la nipote della donna riesce a migliorare la situazione, fino all’arrivo del giovane americano Allen, che si offre come volontario per lavorare all’hotel. Potranno una ragazza taiwanese e uno straniero far rivivere l’Happy Days scoprendo il segreto nascosto al suo interno? 

EVENTI COLLATERALI
In occasione del festival, mercoledì 3 maggio alle 17.30 presso Le Murate. Progetti Arte Contemporanea  (piazza delle Murate Firenze) sarà presentata “The impossible Black Tulip” mostra a cura di Livia Dubon che esplora il concetto di appartenenza. Il titolo fa riferimento alla prima mappa del mondo cinese conosciuta nello stile europeo: stampata in Cina su richiesta dell'Imperatore Wanli nel 1602, che fu progettata dal missionario italiano Matteo Ricci, Zhong Wentao e dal traduttore Li Zhizao. È nominata “Impossible Black Tulip" per la sua “rarità, importanza ed esotismo". Attraverso l’esposizione delle opere dei tre artisti di Macao Eric Fok, Gue Jie CAI, Ka Long Wong l’esposizione mira a esplorare l'area grigia tra ciò che è cinese e ciò che è europeo, riconoscendo le continuità e le interruzioni tra le due culture, al fine di sfidare le idee di esotismo e stimolare la conoscenza dell’altro. La mostra sarà visitabile fino al 3 giugno (ingresso gratuito dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30, chiuso domenica e lunedì).

Il festival è organizzato grazie al contributo e al supporto di Repubblica Popolare Cinese; Hong Kong Special Admitistrative Region of the People Republic of China; Hong Kong Economic and Trade Office Bruxelles; Regione Toscana; Comune di Firenze; Comune di Prato; Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci; Associazione Generale dei Cinesi a Firenze; Associazione imprenditori cinesi, Yanhuang Culture Research; Compagnia artistica Huaxing di Firenze; Convitto Nazionale Statale Cicognini; Istituto Confucio presso l’Università di Firenze; Associazione Musicisti Cinesi in Italia; FST - Fondazione Sistema Toscana; Quelli della Compagnia. Media partner: Radio Italia Cina; Radio Toscana; Firenze Spettacolo; MyMovies; Asian World; Taxidrivers; Asian Fest; Long Take, Novaradio. In collaborazione con Beijing International Film Festival; Shanghai International Film Festival; International HK Film Festival; Taipei Film Festival.

Info: Dragon Film Festival, via Madonna della Pace 62, Firenze | 055 5048516 | info@dragonfilmfestival.com | www.dragonfilmfestival.com

I luoghi del festival: Cinema La Compagnia, via Cavour 50r, Firenze, 055 268451 | Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Viale della Repubblica, 277, Prato, 0574 5317

Ingresso: abbonamento intero del Festival 25€; biglietto proiezione pomeridiana 4€; biglietto proiezione serale 5€

Nicoletta Curradi

Romeo&Giulietta Ama e cambia il mondo al Teatro Verdi di Firenze

TEATRO VERDI di Firenze
dal 10 al 13 maggio
ROMEO&GIULIETTA.
Ama e Cambia Il Mondo
Il musical prodotto da
DAVID e CLEMENTE ZARD




Presentata in anteprima l’edizione 2018 del musical ROMEO &GIULIETTA.AMA E CAMBIA IL MONDO in scena al TEATRO VERDI dal 10 al 13 maggio.

Lo spettacolo vedrà due eccezionali repliche previste per GIOVEDI 10 Maggio ORE 20,45 e DOMENICA 13 Maggio ore 21,00

BIGLIETTI INTERI - 31/40,25/51,75/63/80
BIGLIETTI JUNIOR 6-12 anni - 25/32/41/51/54

LA PREVENDITA DEI BIGLIETTI E’ IN CORSO presso:
CASSA DEL TEATRO VERDI Via Ghibellina 97 055-212320
BOX OFFICE sede centrale 055-210804
Circuito Regionale Box Office  www.boxofficetoscana.it 
Vendita Telefonica 055-21.08.04
IL CAST CONFERMATO:
DAVIDE MERLINI (Romeo) GIULIA LUZI (Giulietta) LUCA GIACOMELLI FERRARINI (Mercuzio) RICCARDO MACCAFERRI (Benvolio) GIANLUCA MEROLLI (Tebaldo) LEONARDO DI MINNO (Principe Escalus) BARBARA COLA (Lady Capuleti) ROBERTA FACCANI (Lady Montecchi) GRAZIANO GALÀTONE (Conte Capuleti) SILVIA QUERCI (Nutrice) EMILIANO GEPPETTI (Frate Lorenzo) RENATO CRUDO secondo ruolo di Romeo
Nel giorno di San Valentino ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMBIA IL MONDO riprende le rappresentazioni in tutta Italia. Il musical – tratto dall’opera di William Shakespeare e prodotto da David e Clemente Zard – torna a calcare il palcoscenico dei principali teatri italiani a grande richiesta di pubblico, dopo due anni di assenza: la data prescelta per la partenza del nuovo tour non poteva che essere quella del 14 febbraio, approdando al Teatro Verdi di Firenze dove era stato rappresentato in apertura della stagione 2015-16 con enorme successo di pubblico durante ben 7 repliche. ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMBIA IL MONDO vede la partecipazione di 20 artisti tra ballerini e acrobati, vantando inoltre un’equipe di creatori internazionali, e una troupe di 30 persone tra tecnici e produzione. Ci sono 23 cambi di scena e 270 costumi; le proiezioni luci e video sono su volumetrie ed elementi mobili che compongono l’impianto scenico, consentendo molteplici configurazioni e spazialità differenti.
ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMBIA IL MONDO debuttava il 2 ottobre 2013 all’Arena di Verona, con la ripresa Tv del giorno dopo, in diretta su RaiDue. Ad oggi, in Italia lo spettacolo è stato visto da 850 mila spettatori ed è stato rappresentato in 20 diverse città (per complessive 33 tappe e 332 rappresentazioni, di cui 33 matinées per le scuole). Il musical è stato messo in scena con enorme successo anche in Turchia in lingua italiana: 18 mila spettatori hanno affollato lo “Zorlu Center” di Istanbul a febbraio 2015 e poi nuovamente a novembre dello stesso anno. ROMEO E GIULIETTA. AMA E CAMBIA IL MONDO ha anche avuto grandi riconoscimenti internazionali.

Fabrizio Del Bimbo

martedì 24 aprile 2018

The impossible black tulip per Le Murate Progetti Arte Contemporanea

Due mesi dedicati all'estremo oriente per Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, che con l'apertura della mostra curata da Livia Dubon e intitolata The Impossible Black Tulip. Investigating hybridity from Macao (3 maggio – 3 giugno 2018) dà il via al terzo appuntamento del ciclo Global identities. Postcolonial and cross-cultural Narrative, ideato e diretto da Valentina Gensini.

A fare da preludio alla mostra, un altro appuntamento che collega la Cina all'Italia e in particolar modo alla città di Firenze, con China Project, residenza artistica e performance dei tre artisti cinesi Li Na, Wang Xiaoshuang e Zhang Zengzeng (in collaborazione con l’Archivio dell’arte Contemporanea dello stato Cinese), che hanno lavorato negli spazi de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea per tutto il mese di aprile nell'ambito del Progetto Riva, realizzato grazie alla partnership e al contributo del progetto Sensi Contemporanei nell'ambito dell'accordo di programma quadro tra Regione Toscana, Mibact Direzione Generale Cinema e Agenzia per la Coesione Territoriale. A coronamento del periodo di residenza, i tre artisti hanno realizzato tre lavori, uno dei quali (Attraversamenti di Zhang Zengzeng) ha preso vita oggi nella sala Ketty La Rocca mentre le altre due (Suono sacro lontano di Li Na e la tela di Wang Xiaoshuang) verranno presentati open air giovedì 26 aprile alle 19 alla spiaggia sull'Arno sottostante piazza Poggi. 

L'esperienza degli artisti cinesi in residenza
Un mese di tempo, tanto hanno avuto a disposizione Li Na, Wang Xiaoshuang e Zhang Zengzeng per realizzare i loro progetti site specific, a cui i tre artisti hanno lavorato nelle celle dell'ex carcere fiorentino adibite a studio d'artista. Zhang Zengzeng, specializzato nelle installazioni effimere realizzate con le bolle di sapone, a Firenze ha creato “Attraversamenti”, un ponte lungo tre metri realizzato con materiali di riciclo e ricoperto di schiuma prodotta utilizzando l'acqua dell'Arno. Il lavoro di Wang Xiaoshuang invece si concretizza in una tela che rappresenta lo skyline di Firenze con collage e innesti che illustrano alcuni dettagli della storia della città, una sorta di “ritratto” della città come corpo organico strutturato intorno alla spina dorsale del fiume. Infine Li Na, ha dato vita a “Suono sacro lontano”, l'installazione che giovedì 26  alle 19 vedrà volare sull'Arno 50 aquiloni bianchi ognuno dei quali avrà un altoparlante che trasmette brani di musica sacra. 
Li Na, Wang Xiaoshuang e Zhang Zengzeng sono stati selezionati da una commissione presieduta da Valentina Gensini e composta da Francesco Giomi, presidente di Tempo Reale, Martino Marangoni, presidente della Fondazione Studio Marangoni e Xiuzhong Zhang, presidente dell'associazione Zhong Art International. La commissione, sulla base dei curricula e della qualità e originalità dei progetti proposti ha scelto i tre artisti – nell'ambito di progetto di scambio Italia-Cina – per offrire loro la possibilità di lavorare ai loro progetti all'interno degli spazi delle Murate. Progetti Arte Contemporanea.

La mostra: The impossible black tulip
Il 3 maggio alle 17:30 apre i battenti “The Impossible Black Tulip. Investigating hybridity from Macao”, a cura di Livia Dubon, progetto che trova la sua ragione nell'esplorazione del concetto di appartenenza. La mostra prende il nome dalla più antica mappa cinese che fonde concetti cartografici cinesi e occidentali. Mappe e identità hanno una correlazione profonda: trattandosi di rappresentazioni territoriali e di confini nazionali, l’azione di cartografare si collega alla politica identitaria nazionale di un paese. Questa mappa, simbolo di ibridità culturale, confonde però le nostre idee essenzialiste di identità e fu chiamata l’Impossibile Tulipano Nero per la sua rarità e esotismo. 

In mostra i lavori degli artisti Ka Long Wong, Eric Fok, Guo Jie Cai, che attraverso le loro opere  daranno modo di approfondire i dibattiti post-coloniali relativi a ibridità, decolonizzazione e identità fluida. Macao ne rappresenta un caso esemplare: colonia portoghese per 400 anni, dopo l’annessione alla Cina nel 1999 come regione speciale amministrativa (SAR), ha scelto di affrontare la problematica identitaria attraverso un processo di costruzione orientato alla aggregazione invece che alla repressione o all’emarginazione dell’“altro”. 
Il progetto The Impossible Black Tulip è stato realizzato con la partnership dell’Istituto Cultural do Governo da R.A.E. de Macau (I.C.M.), Istituto Confucio Università di Firenze, dell’Art Zone Macao Visual Students Art Zone, e il contributo dell’Istituto Camões di Lisbona, del Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali dell'Università degli Studi di Firenze, della Cattedra “Fernando Pessoa” afferente al medesimo dipartimento e con la collaborazione del Dragon Film Festival, dell'Associazione Chì-na e il Laboratorio Permanente per la Pace- Quartiere 5, Firenze. 

“Voglio avere il diritto di guardare”, ci dice Nicholas Mirzoeff. Come possiamo parlare di identità e nazionalismo oggi, senza porci delle domande sulla legittimità del concetto di “alterità”? E come parlare dell’altro senza cadere in stereotipi o sguardi coloniali? - dice la curatrice Livia Dubon -. Secondo Mirzoeff, importante teorico di visual culture, lo sguardo deve essere reciproco: tutti guardano, anche il cosiddetto “altro”. Lo sguardo deve essere autonomo ed espressione di soggettivismo politico. Nello spirito di questa idea la mostra vuole mettere in dubbio i meccanismi che hanno definito l’identità e l’alterità fino ad oggi. Partendo dal case study di Macao approfondiremo la tematica con la comunità italo-cinese della piana Fiorentina”.

“Questa primavera a Le Murate. Progetti Arte Contemporanea la Cina ha un ruolo protagonista – spiega Valentina Gensini - da un lato CHINA PROJECT con tre artisti in residenza per tutto il mese di aprile, presentati in una rosa di 15 artisti preselezionati da una commissione presieduta dal Direttore dell'Archivio dell'Arte Contemporanea dello Stato Cinese, quindi scelti da una Commissione riunita presso Le Murate; dall'altro il progetto MACAO: The impossible black tulip, mostra e residenza artistica centrata su un territorio ibrido ed esemplare rispetto alla dimensione Post coloniale. Un appuntamento importante del ciclo GLOBAL IDENTITIES con cui vogliamo indagare le affascinanti stratificazioni e contraddizioni del presente globale”.

The impossible black tulip: gli artisti

Ka Long Wong nato nella colonia portoghese di Macao, è cresciuto nell'ambiente culturale che vuole vedere questo luogo come un emblema dell’ibridismo. Quando venne territorialmente consegnato alla Cina, la narrativa identitaria si riappropriò dell’immagine della Macao coloniale, immagine propagandata dall’amministrazione portoghese fin dagli anni Ottanta. Secondo Wong, tuttavia, il governo della SAR riuscì a promuovere solo una parte della storia culturale del territorio, preservando maggiormente solo le arti tradizionali come l’architettura o le piastrelle bianche e blu; vennero, invece, trascurati la storia militare, le tensioni sociali, gli scontri, memorie queste che hanno certamente contribuito alla costruzione della storia di Macao e del suo patrimonio ibrido. Con l’installazione Love from the West (Amore dall'Occidente) - 24 elmi smaltati con decorazioni dipinte ad olio, la proiezione la Rivoluzione dei Garofani (1974) e alcune foto dei Motim 12.3  (tumulti macaensi del 1966) - l’artista crea un ‘rumore’ (McQuail 1975) tra il concetto di cultura e le azioni militari; Wong unisce e completa i due lati della storia di Macao, indagando le connessioni tra  militare e cultura, tra il Portogallo e la Cina. 

Il lavoro concettuale e performativo di Guo Jie Cai mette in discussione l'idea di "appartenenza" legata al concetto di proprietà privata. L’artista si ricollega così a tutta quella letteratura che, a partire da Deleuze e Guattari (1972), vede nelle società capitaliste l’imposizione di valori astratti del mercato contro esigenze più concrete. Allontanandoci da queste logiche, ossia “de-territorializzando”, lo stesso significato di ‘terreno’ può cambiare: esso non è più un’astrazione, un accordo su una carta, ma una serie di azioni, stimoli che noi compiamo in risposta a quello che ci circonda per necessità materiali.  Forse non è la terra ad appartenere a noi, ma noi a lei. Il concetto di “de-territorializzazione” come quello di “de-colonizzazione” vuole ricordarci la relatività di questi valori, che sono sempre il prodotto di una specifica mentalità prodotta dal Global North. Per Cai, l’Occidente ha una storia caratterizzata da continue mutilazioni, violenze e riunificazioni in nome di confini astratti e politici.  Con il suo lavoro vuole ricordarci lo stato ‘naturale’ e la necessità di de-territorializzazione considerando un territorio come un unicum, libero dal desiderio di possesso. Per questo Cai esplora le mappe catastali, ponendosi alla ricerca di iati di libera proprietà, che per quanto piccoli, simboleggiano un valore diverso. La virtuale vendita di questi spazi, reiterando il processo di “re-territorializzazione” del capitalismo, vuole al contempo parodiare e sfidare l’azione di chi incarna questo processo: stati e società immobiliari.

Il lavoro di Eric Fok analizza invece il vecchio territorio di Macao. Secondo Eugenio Turri (2011:67) partendo da Maurice Merleau-Ponty il visibile è tutto intessuto di non visibile: non è semplice lacuna, ma è ciò che sottende il visibile come sua possibilità ontologica. Qual è, quindi, la relazione tra memorie di un territorio e identità contemporanee in relazione a una storia così complessa come quella di Macao? L'Occidente e l'Oriente sono intrecciati; la città è legata al suo stile di vita moderno e alla sua architettura, ma ha secoli di patrimonio stratificato. Fok sembra rispondere a questa commistione inserendo edifici moderni in una mappa antica, come una nuova dimensione nello spazio-tempo. La cartografia melanconica di Fok pone mondi speculativi alternativi che rendono finzione e realtà, l'ovest e l'oriente, il passato e il presente, inseparabili. 

The impossible black tulip: gli eventi collaterali
A margine della mostra sono stati inoltre programmati una serie di appuntamenti - a Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e non solo – che vedranno protagonista Macao e le riflessioni sull'identità stimolate dalla mostra. Si parte con l'Artist talk e performance dell'artista Guo Jie Cai il 3 maggio alle 17:30 alle Murate, in occasione dell'opening di The impossible black tulip. Si prosegue il 5 e 6 maggio alle 10 con il laboratorio d'artista “Il viaggio verso ovest”, dedicato ai bambini dai 6 ai 12 anni. E ancora sabato 5 alle 14:30 al Circolo Arci-SMS Peretola il laboratorio d'artista per famiglie “Worldmap in (e) motion”. Domenica 6 alle 15:30, lo stesso laboratorio verrà replicato presso l'Associazione Chí-na. Il 9 a partire dalle 10, alle Murate. Progetti Arte Contemporanea, spazio alla talk “Ibriditá tra Italia e Cina” e infine, sempre il 9 maggio alle Murate, alle 14, il laboratorio d'artista “Decolonizzando la pratica scultorea”.
Nicoletta Curradi


The Student Hotel apre il 7 giugno con i Bed talks



The Student Hotel, la prima proprietà italiana, apre il 7 giugno 2018 con un festival del libero pensiero che porta la sua firma.

The Student Hotel Firenze Lavagnini apre le sue porte per la prima volta giovedí 7 giugno 2018 con i BedTalks, il suo festival del libero pensiero . Questo evento unico e gratuito è aperto a tutti; una celebrazione per presentare l'hotel a tutta la comunità e accoglierli.
BedTalks Firenze Lavagnini si concentrerà sulla moda, l'arte, l'educazione e l'imprenditorialità moderna, con relatori provenienti da tutto il mondo per condividere storie, esperienze e conoscenze; e impegnarsi in progetti che creano un mondo migliore per tutti.
Oltre a questo ci saranno una varietà di workshop, spettacoli musicali, performance artistiche, cibo e bevande, che si terranno tra le 15:00 e le 21:00.
BedTalks Firenze presenterá inoltre il primo BedTalks livestream per portare le conversazioni, le connessioni e l'ispirazione oltre il festival stesso. Con oltre 100 relatori giá confermati che parleranno all’evento, i primi 20 ad essere annunciati contengono nomi appartenenti alla moda, alla musica, al design, alla medicina, agli affari e al settore umanitario tra cui il direttore moda Daniele Cavalli, il dj Marco Faraone, l'imprenditore culturale Paolo Petrocelli, la politica Anna Paola Concia e la giornalista Consuelo Blocker. Una panoramica dei relatori annunciati é on line a BedTalks.it.
Durante i BedTalks, The Student Hotel cercherá di facilitare progetti pionieristici e stimolanti. La migliore idea sarà premiata con “Pacchetto 365”: 365 giorni di spazio ufficio gratuito, 365 ore di sale riunioni gratuite, 365 tazze di caffè, 365 graffette, 36,5% di sconto sulle camere d'albergo per realizzare la propria visione, realtà.
Il “Palazzo del Sogno” trasformato in un Hotel di punta
The Student Hotel è molto più di “semplici stanze per studenti”. L'ibrido modello di co-living e co-working di The Student Hotel apre la strada all'ospitalità degli "spazi indistinti" e porta questo vibrante format in Italia per la prima volta a Firenze Lavagnini.

Firenze è una miscela di creatività storica e forte tradizione locale, fino ad ora priva di un moderno centro per agli abitanti che amano la cultura e che faccia sentire gli ospiti come a casa. The Student Hotel Firenze Lavagnini colma il vuoto.
Il fondatore e CEO, Charlie MacGregor afferma: "Con ogni Student Hotel creiamo il miglior spazio in modo che gli ospiti possano scoprire le loro aspirazioni e cambiare il mondo. Firenze Lavagnini ha superato ogni aspettativa. È semplicemente squisito.”
"Questo è il miglior esempio della Completa Comunità Connessa di The Student Hotel, che offre servizi per tutti, con i più alti standard."
Lo stabile di 390 camere è molto più di un hotel, una residenza per studenti o uno spazio di co-working.
Dalla piscina sul tetto e skybar, con una vista eccezionale dello skyline della città, al cortile centrale con la sua installazione di graffiti di super-dimensione, The Student Hotel Firenze Lavagnini è una destinazione a sé stante.
In collaborazione con il ristorante locale, La Ménagère, gli ospiti di Firenze Lavagnini possono degustare cocktail sul tetto o nell'edificio principale.Gli spazi comuni saranno riempiti con una varietà di negozi e servizi, tra cui un ristorante tra i piú amati tra quelli locali.
Aziende locali, imprenditori, liberi professionisti, studenti e uomini d'affari in visita possono prendere una scrivania o una sala riunioni nello spazio di co-working, TSH Collab.
L’espansione in Italia e oltre
L'espansione in Italia è seconda solo al Paese di origine di The Student Hotel, l’Olanda.

Florence Lavagnini è il primo di quattro hotel nel Paese; Bologna e un secondo hotel a Firenze - Belfiore - apriranno nel 2019, con The Student Hotel Roma in programma di aprire le sue porte nel 2020. Ulteriori acquisizioni dovrebbero essere annunciate entro la fine dell'anno.
Il gruppo ha attualmente nove progetti nei Paesi Bassi, uno in Francia e due residenze studentesche sotto il marchio TSH Campus a Barcellona.
Entro il 2021 il gruppo guiderà lo spazio dell'ospitalità co-living e co-working con i progetti di una Complea Comunitá Connessa targata TSH in:
● Paesi Bassi - 9
● Italia - 13
● Spagna - 10
● Germania - 7
● Francia - 5
● UK - 3
● Portogallo - 2
● Nord America - 1
Numeri dell’Hotel:
● The Student Hotel Firenze Lavagnini: via s. Lavagnini 70-72, Firenze
● 390 camere: ci sono nove tipi di camere tra cui executive, camere per famiglie e suite.
● Servizi: biblioteca, aree studio, sale riunioni e conferenze, sala giochi, palestra, noleggio biciclette, piscina sul tetto, TSH Collab co-working e auditorium, cortile e piazza pubblica, caffetteria, ristorante, bar, negozio.
● Prenotazione: www.thestudenthotel.com.
Informazioni su The Student Hotel
Il modello di business co-living e co-working di The Student Hotel offre una destinazione ibrida unica per una comunità internazionale in rapida crescita. Lo sviluppatore, l'investitore e l'operatore ha 4.392 stanze in 10 località, tra cui: Rotterdam, Amsterdam (2 sedi: Città e Ovest), L'Aia, Groningen, Eindhoven, Maastricht e Parigi e due sedi TSH Campus a Barcellona; residenze riservate agli studenti del gruppo The Student Hotel.

The Student Hotel Firenze Lavagnini e Dresden apriranno nel 2018. Bologna, Madrid, Berlino, Utrecht e Delft apriranno nel 2019. Roma e Vienna apriranno nel 2020. Tolosa aprirà nel 2021. Il gruppo prevede di avere 41 proprietà (17.550 camere) in principali città europee entro il 2021.

thestudenthotel.com/florence

Nicoletta Curradi 


lunedì 23 aprile 2018

La 191/a Corsa dell'Arno il 25 aprile al Visarno

venerdì 20 aprile 2018

Gli Internati Militari Italiani nel nuovo studio di Francesco Venuti




La dolorosa vicenda degli Internati Militari Italiani è ancora poco nota al grande pubblico, nonostante le sofferenze che circa 650.000 nostri soldati patirono nei campi di prigionia tedesca, fra il 1943 e il 1945. A colmare le lacune di questa vicenda ancora poco studiata, il volume Memoria di guerra e di prigionia. L’internamento dei militari italiani attraverso le testimonianze, dello storico e scrittore Francesco Venuti, che da molti anni, in quanto dirigente della sezione pratese dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, svolge ricerche nell’ambito della conservazione della memoria delle vicende belliche.
Il volume sarà presentato venerdì 27 aprile alle ore 17,30, nel Salone Consiliare del Palazzo Comunale. Oltre all’autore, saranno presenti il sindaco Matteo Biffoni, Sergio Paolieri, presidente nazionale Associazione Combattenti e Reduci, e il presidente del Consiglio Regionale Toscano Eugenio Giani. Il volume è stato infatti finanziato dalla Regione, e la presentazione è patrocinata dal Comune di Prato.
La serata di venerdì sarà occasione per riflettere su quella coraggiosa resistenza senz’armi, sostenuta soltanto dal senso di coerenza e dignità di quelle decine di migliaia di militari italiani che vollero tener fede al giuramento prestato alla Corona, e rifiutarono l’offerta di arruolarsi nelle truppe della Repubblica Sociale. Andarono così incontro a sofferenze di qualsiasi tipo, fisiche e psicologiche, essendo arbitrariamente esclusi dalla Convenzione di Ginevra sui diritti dei prigionieri di guerra.

Venuti ha realizzato quest’opera avvalendosi delle dirette testimonianze degli ex internati toscani ancora in vita, e della documentazione ufficiale di molti archivi storici italiani; pertanto costituisce uno studio rigoroso e approfondito, anche in virtù di un ricco apparato iconografico. Il volume, edito dalla collana della Regione Toscana “Edizioni dell’Assemblea”, può essere richiesto gratuitamente alla Sezione di Prato dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (Piazza San Marco 29, tel. 0574-21352) oppure può essere scaricato al seguente indirizzo: www.consiglio.regione.toscana.it/EdA/default?idc=40

Fabrizio Del Bimbo