martedì 14 novembre 2023

A Firenze mille scienziati contro le frane

 





A Firenze il Forum Mondiale.

Da martedì 14 novembre al Palazzo dei Congressi

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Università di Firenze

 

 Una piattaforma comune di interventi e priorità, attraverso la condivisione delle conoscenze che la ricerca e la tecnologia più avanzate mettono a disposizione a livello mondiale. Punta a questo risultato il Forum Mondiale sulle Frane (6° World Landslide Forum - WLF6) che si apre a Firenze 

 martedì 14 novembre (Palazzo dei Congressi di Firenze, Piazza Adua 1).

Oltre 1100 i partecipanti da 69 Paesi, con un programma di lavoro molto intenso focalizzato su come ridurre il rischio di frana a livello globale attraverso il monitoraggio e l’allerta rapida, la modellizzazione, la valutazione del rischio e le tecniche di mitigazione, lo studio della relazione con i cambiamenti climatici.

 

Il Forum è organizzato congiuntamente dalla Cattedra UNESCO sulla Prevenzione e gestione sostenibile dei rischi idrogeologici dell’Università di Firenze e dal Consorzio Internazionale sulle Frane nell’ambito del Programma Internazionale sulle Frane, con il supporto di cinque organizzazioni delle Nazioni Unite (UNESCO, WMO, FAO, UNDRR, UNU) e di quattro organizzazioni scientifiche sovranazionali (ISC, WFEO, IUGS e IUGG).

A sottolineare l’importanza di questo evento, al VI Forum Mondiale sulle Frane di Firenze è stata assegnata la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana, oltre al patrocinio di cinque Ministeri e di tre dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

A capo del comitato organizzatore è Nicola Casagli, docente di Geologia applicata e presidente del Centro per la Protezione Civile dell’Ateneo fiorentino, affiancato da Paolo Canuti, titolare della Cattedra UNESCO e da Veronica Tofani, docente dell'Università di Firenze, segretario generale del congresso.

 

Domani martedì 14 novembre i lavori prenderanno avvio con la cerimonia di apertura (ore 9), con i saluti istituzionali e videomessaggi di rappresentanti delle organizzazioni delle Nazioni Unite e dei Ministri dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e della Protezione Civile Nello Musumeci.

A seguire la tavola rotonda alla quale parteciperanno rappresentanti di FAO, UNESCO, UNDRR (United Nations Office for Disaster Risk Reduction) e delle organizzazioni scientifiche internazionali. A rappresentare l’Italia saranno il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio e il Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) Stefano Laporta.

Al termine della mattina il Forum adotterà la Dichiarazione di Firenze per la Riduzione del Rischio di Frana.

“Si tratta di un documento di intenti, che indica un’importante direzione di lavoro – spiega Nicola Casagli che è anche presidente dell’International Consortium on Landslides (ICL), uno degli organismi promotori del Forum –. La Dichiarazione chiede a istituzioni ed entità a livello globale di aderire all’Impegno di Kyoto 2020 nell’ambito del Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030 e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. Ma contiene anche la richiesta di impegno a tutti coloro che, come scienziati o tecnici, si occupano di frane a contribuire a una serie di pubblicazioni ad accesso aperto, perché le conoscenze possano diffondersi e favorire la collaborazione tra i governi, la società civile e le comunità scientifiche per ridurre i rischi connessi a queste catastrofi”.

  

 

 

 Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 10 novembre 2023

Si alza il sipario sul nuovo Teatro Cinema Italia

 



A 30 anni dalla chiusura, il 12 novembre grazie alla Fondazione San Michele Arcangelo riapre al pubblico lo spazio culturale che ha fatto la storia di Pontassieve. 



Dal 12 novembre si apre il sipario sul Teatro Cinema Italia di Pontassieve. Questo il nome dello spazio che raccoglie l’eredità dell’ex Cinema Italia di Pontassieve, conosciuto anche come “Pro Familia”: nato come Circolo Cattolico nel primo decennio del Novecento, l’edificio è situato in Via Tanzini, nel centro storico del paese tra la Porta Fiorentina e il palazzo Comunale, e ha accompagnato per oltre un secolo la vita del territorio. Ideato come casa dell’attivismo popolare, dell’associazionismo e della cooperazione cattolica, ospitò alcune aule scolastiche durante la Prima guerra mondiale (la scuola, infatti, era stata convertita in ospedale militare). Negli anni ’30 subì la repressione del regime fascista, negli anni ’40 fu colpito dai bombardamenti, fu poi ricostruito e tornò a essere un centro di aggregazione per il territorio. Una presenza costante attraverso i decenni, fino all’inizio degli anni ’90, quando l’edificio, ormai strutturalmente inadeguato, chiuse i battenti.


Oggi il Teatro Cinema Italia completamente rinnovato torna a essere un punto di riferimento per Pontassieve e per tutto il territorio che dal Valdarno arriva alle porte di Firenze. A 30 anni dalla chiusura il recupero del Teatro Cinema Italia è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto di numerose professionalità: Gruppo Parrini & Partners - Progetto architettonico, progettazione acustica, impianti elettrici e speciali; Studio Tecnico Associato di Pontassieve - Progetto strutturale, progetto impianti meccanici, sicurezza e direzione dei lavori e infine grazie alla supervisione artistica dello Studio ARCHEA dell’architetto Marco Casamonti.



Il Teatro Cinema Italia è oggi uno spazio culturale polivalente, pensato per ospitare proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali e concerti. Gli spettatori, accedendo da Via Tanzini, trovano all’ingresso un’area bistrot, adiacente alla biglietteria. La struttura è dotata di due ambienti destinati alle attività culturali: in primis, una grande sala cinematografica e teatrale da 350 posti, con un palco di 11 metri, capace di accogliere spettacoli di ogni genere. Sotto il palco trovano spazio i camerini per gli artisti, mentre al piano superiore della struttura si trova l’accesso a una seconda sala. Uno spazio da 100 posti a sedere, pensato sia per proiezioni che per incontri, convegni e conferenze. Le due sale sono totalmente indipendenti e capaci di operare in contemporanea, oltre che pensate per garantire l’accessibilità a tutti.


La programmazione del Teatro Cinema Italia prenderà avvio dal primo dicembre e vedrà, tra i primi artisti a calcare il palcoscenico, Alessandro Benvenuti, Stefano Fresi e Anna Meacci. 


Le soluzioni progettuali sono improntate al confort, alla versatilità, alla modernità tecnologica e alla sostenibilità ambientale. L’intervento, inoltre, ha mantenuto la facciata originale, che presenta tratti riconducibili alla stagione fiorentina dello stile liberty.


La riapertura è stata promossa dalla Fondazione San Michele, che ha visto unite la Parrocchia di San Michele Arcangelo e la Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve.


Il recupero dell’edificio e la riapertura del Teatro Cinema Italia sono stati resi possibili grazie a un investimento totale di 5,5 milioni di euro, dei quali 4 milioni di euro erogati dalla Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve e 1,5 contributo del MIBAC, e grazie alla Parrocchia dei SS. Michele Arcangelo e Giovanni Gualberto che ha concesso in uso l’edificio. 


“A questo imponente lavoro di recupero edilizio ne seguirà uno, ancora più importante, di valorizzazione culturale” - afferma il presidente della Fondazione San Michele Arcangelo Andrea Bulli. “Il Nuovo Teatro Cinema Italia sarà, per la comunità di oggi e di domani, un luogo ricco di significato, come lo è stato per le generazioni passate”.


“Il simbolo di Pontassieve è un ponte” – commenta Don Luciano Santini, parroco di Pontassieve – “Il ponte è struttura che lega e unisce realtà diverse, in un paese che si trova tra il Valdarno e la Valdisieve, tra Firenze e la campagna, tra la moderna tecnologia di casa e i saperi antichi dell’orto sotto casa... Il progetto propone di ‘legare’ le persone, le associazioni e le forze creative, ben sapendo che per ‘legare’ si parte dall’accoglienza, perché da questa nasce l’incontro, dall’incontro la conoscenza, dalla conoscenza l’approfondimento”.



“Lo spazio che stiamo per inaugurare non è soltanto un cinema o un teatro, una sala da concerto o un centro congressi ma è molto di più” - spiega il presidente della BCC di Pontas sieve Matteo Spanò. “Tra queste mura, per 50 anni, ha avuto sede la nostra banca e adesso, come Banca di Credito Cooperativo abbiamo scelto, assieme alla parrocchia di San Michele Arcangelo, di dare vita qui alla Fondazione San Michele. In questo luogo abbiamo le radici più profonde. Crediamo che la nostra comunità abbia ancora voglia di riscoprire la bellezza dell’incontro, della relazione, dello scambio. In un’epoca di individualismi e chiusure, di ansie e di paure, riscopriamo la bellezza del tempo passato insieme. Questo spazio può ospitare il futuro”.




La Fondazione San Michele Arcangelo nasce con lo scopo di promuovere la cultura, l’arte e lo spettacolo. Ispirata dai principi della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, la Fondazione si rivolge a tutti, a prescindere dalla condizione fisica, sociale, religiosa o economica, favorendo così la crescita e lo sviluppo integrale dell’individuo.  



La Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, fondata nel 1903, compie quest’anno 120 anni di vita. È presente sul territorio tra la Valdisieve e Firenze con 14 presidi tra agenzie e ‘punti in banca’, conta 18.000 clienti e 2000 soci. La banca si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. È parte del Gruppo BCC Iccrea.

Nicoletta Curradi 

martedì 7 novembre 2023

Malattie neuromuscolari: serve più attenzione alla transizione del paziente all’età adulta

 





Gli esperti: “I pazienti diventati adulti o diagnosticati in età adulta in setting pediatrici, necessitano di una presa in carico in un setting assistenziale idoneo alle necessità del paziente adulto, anche in considerazione delle possibili comorbidità che il pediatra potrebbe non essere in grado di gestire”.


 


 Le malattie neuromuscolari geneticamente determinate sono patologie rare, ereditarie, ad alta complessità diagnostica, eterogenee sia in termini di età di esordio che di severità/livello di disabilità. La diagnosi sempre più precoce, grazie alla maggiore sensibilizzazione, alle migliori tecniche diagnostiche, all’esistenza per alcune di esse di programmi di screening (vedi SMA, Malattia di Pompe), nonché la disponibilità di nuove terapie e il miglioramento degli standard di cura ne hanno modificato in modo significativo la storia naturale, consentendo sempre più frequentemente il raggiungimento dell’età adulta, spesso con buona o soddisfacente qualità di vita.


Si è parlato di questo durante l’evento “Lo snodo chiave della transizione nelle Malattie rare neuromuscolari - Toscana”, promosso da Motore Sanità in collaborazione con Roche.


 


PRESA IN CARICO COORDINATA E APPROPRIATA


“I pazienti diventati adulti o diagnosticati in età adulta in setting pediatrici, necessitano di una presa in carico in un setting assistenziale idoneo alle necessità del paziente adulto, anche in considerazione delle possibili comorbidità che il pediatra potrebbe non essere in grado di gestire”, ha precisato Elena Procopio, Responsabile f.f. SOC Malattie Metaboliche e Muscolari Ereditarie AOU Meyer Firenze. “Da queste premesse è nata l’esigenza di creare un percorso strutturato di transizione che assicuri un continuum assistenziale che risponda alle esigenze dei pazienti, nell’ottica di promozione di un’assistenza di alta qualità. Il Percorso si realizza attraverso l’istituzione di un ambulatorio congiunto di transizione tra specialisti del Meyer e dell’AOU Pisana, con expertise in tale ambito di patologia, per una presa in carico globale, coordinata, appropriata e psicologicamente adeguata, con la consapevolezza che la “transitional care” costituisce un passaggio delicato all’interno del percorso di cura che indubbiamente influirà sulla compliance terapeutica e sulla salute globale del paziente”. 


 


RETE DI CURE PIÙ CAPILLARE


“Anche in rappresentanza di Parent Project aps, sottolineo la centralità del tema individuato nell'incontro che è quello delle cure di transizione dall'età pediatrica a quella adulta, passaggio nel quale è necessario mantenere l'approccio clinico multidisciplinare presso i centri ospedalieri anche per gli adulti, così come avviene per i bambini”, ribadisce Daniela Argilli, Coordinatrice Consulta e Membro Direttivo di Parent Project aps.“Accanto a questo è necessario migliorare altri aspetti quali, ad esempio, l'attenzione a che l'assistenza ai pazienti neuromuscolari sia garantita anche nel territorio di residenza, sia in termini di continuità di cicli di fisioterapie (l'attuale situazione Toscana è disomogenea tra Asl, ma anche all'interno delle stesse), sia per la presenza di medici formati su malattie neuromuscolari anche presso i centri ospedalieri più periferici, tanto per l'effettuazione dei controlli, quanto per la gestione di eventuali emergenze. I pazienti infatti, grazie alla ricerca scientifica, hanno aspettative di vita più alte e questo porta con sé la necessità di garantire una rete di cure più capillare e più complessa”.


 


L’ACCESSO AI PERCORSI DIAGNOSTICI E AI NUOVI PROTOCOLLI TERAPEUTICI


“Anche nelle malattie neuromuscolari la transizione nella presa in carico dai centri di riferimento pediatrici a quelli dell’adulto coinvolge pazienti e famiglie in una fase di malattia e di crescita fisica, psicologica e sociale particolarmente delicata, che necessita di essere accompagnata in modo strutturato e delineato”, spiega Gabriele Siciliano, Centro Malattie Rare Neuromuscolari AOU Pisa. “I Percorsi Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali (PDTA) per le Distrofinopatie e le Atrofie Muscolari Spinali recentemente approvati in Regione Toscana recepiscono queste istanze, favorendo lo sviluppo e l’implementazione di programmi per la transizione tra centri di riferimento pediatrici (Ospedale Meyer e IRCCS Stella Maris) e la Neurologia Universitaria della Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. È stato pertanto costituito un ambulatorio condiviso fra neurologi pediatrici e dell’adulto, con l’identificazione di figure di “case manager” che possano facilitare il percorso per i ragazzi e le famiglie. Sarà parallelamente identificato il network delle altre figure specialistiche coinvolte nella presa in carico e follow up del paziente. A cadenza semestrale verranno organizzati incontri fra gli specialisti coinvolti nella transizione per la discussione dei casi clinici e delle problematiche/criticità e le soluzioni intraprese, anche prevedendo un coinvolgimento attivo delle associazioni dei pazienti. Come obiettivo secondario, saranno valutati e implementati strumenti informatici per permettere la digitalizzazione del percorso. Alla luce anche delle nuove e promettenti terapie che stanno emergendo nelle malattie neuromuscolari che spesso esordiscono appunto in epoca infantile e progrediscono nel tempo nell’età adulta, siamo convinti che affrontare congiuntamente l’importante tema della transizione faciliterà ai giovani pazienti l’accesso ai percorsi diagnostici e ai nuovi protocolli terapeutici”.


 


MAGGIOR COINVOLGIMENTO DA PARTE DEL PAZIENTE


Alla mattina di lavori è intervenuta anche Cecilia Berni, Responsabile organizzativo Rete Malattie Rare Regione Toscana, che ha voluto ringraziare gli organizzatori dell’evento “che ci consente di avere attorno a un tavolo tutti i principali soggetti (professionisti, associazioni) dedicati all’assistenza nell’ambito delle malattie neuromuscolari, insieme ai rappresentanti degli enti e delle istituzioni. Sono occasioni preziose - continua Berni - che ci consentono di fare il punto su quello che finora, con l’impegno di tutti, è stato fatto e di verificare quelle che sono le opportunità per un miglioramento nei percorsi. Sicuramente la transizione è una delle sfide importanti nell’ambito delle malattie rare, che implicano però uno sforzo organizzativo per facilitare i professionisti nell’attivazione di quanto necessario per questo tipo di percorso, come per esempio gli strumenti formativi e di aggiornamento del personale, le soluzioni operative per costituire ambulatori congiunti, per monitorare l’andamento del paziente e continuare ad offrire un supporto a 360 gradi al giovane adulto. Il passaggio all'assistenza del giovane adulto implica un maggior coinvolgimento anche da parte del paziente e questo deve essere valutato sotto tanti punti di vista, anche considerando quelle che sono o dovrebbero essere le opportunità offerte nei vari percorsi sociosanitari, in particolare quelli rivolti alla disabilità e della non autosufficienza. Credo quindi che una prima sfida sia di carattere organizzativo – per poter supportare la rete dei professionisti nell’organizzare quelli che sono operativamente i percorsi di transizione – altra sfida è rappresentata dall’integrazione di reti e di opportunità. Anche per questo occorre il contributo di tutti e, soprattutto, il confronto continuo con le associazioni dei pazienti, insieme ai professionisti e le realtà aziendali”.


Nicoletta Curradi