mercoledì 16 settembre 2020

Al via la XXVI edizione di Artigianato e Palazzo

 Si apre nel ricordo di Giorgiana Corsini, a poco più di un mese dalla sua improvvisa scomparsa, la XXVI edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO, voluta con grande impegno e tenacia, nonostante le difficoltà del momento, da colei che aveva fatto della tutela del settore artigiano una vera missione. Sarà da quest’anno a suo nome il Premio destinato al migliore stand.




Unico appuntamento 2020 del settore fieristico italiano, la XXVI edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO porta al Giardino Corsini di Firenze, dal 17 al 20 settembre, una nuova selezione di maestri artigiani proponendo un viaggio inedito, alla scoperta di arti e mestieri ma anche di quanti della sperimentazione hanno fatto il loro cavallo di battaglia.

“In un periodo così incerto la sfida che ci siamo posti con donna Giorgiana è stata quella di non lasciare soli gli artigiani, di continuare ad essere a loro fianco, sostenerli e promuoverli, nel desiderio di aiutarli a ripartire perché, come sempre sosteneva, l’artigianato rappresenta un valore identitario”, ricorda Neri Torrigiani che insieme a lei ha organizzato ventisei edizioni della Mostra con un format che non c’era, guidati da un concreto principio di mecenatismo pioneristico.

“Questa è la Mostra immaginata e che avrebbe voluto mia madre. Consapevole del privilegio di avere avuto il suo grande esempio, prendo oggi il timone e, con l’aiuto di Neri Torrigiani, farò ricorso a quello che lei ci ha insegnato, per mantenere il suo impegno verso l’artigianato che amava e che tutelava con entusiasmo, sempre curiosa verso i giovani. Aiutateci a sostenerli perché, oggi ancora di più hanno bisogno di uno sforzo congiunto”, afferma Sabina Corsini.

Per quattro giorni 70 artigiani, custodi di un sapere senza tempo in diversi settori, interagiranno con i visitatori mentre sono a lavoro nei loro piccoli angoli di bottega, ricostruiti per l’occasione nelle limonaie e tra i parterre del giardino all’italiana.

Ma ci saranno anche le “Mostre nella Mostra”, allestite sotto la Loggia del Buontalenti e nella Salone da Ballo di Palazzo Corsini, aperto per la prima volta al pubblico, sede della Fondazione Mascarade Opera; gli appuntamenti gastronomici pomeridiani di RICETTE DI FAMIGLIA e tante altre iniziative culturali, legate alla campagna di raccolta fondi “GIAMBOLOGNA E LA FATA MORGANA” rivolta al prezioso complesso monumentale della Fonte della Fata Morgana nelle colline toscane.

Le mostre nel Salone da Ballo sono legate alla raccolta fondi e interpretano la leggenda legata alla Casetta delle Fate in chiave contemporanea. Entrando si potrà ammirare la copia della statua della Fata Morgana, commissionata da ARTIGIANATO E PALAZZO al restauratore Filippo Tattini per essere, poi, collocata alla Fonte della Fata Morgana; le 10 opere su carta Nicola Toffolini per il progetto “MEDUSA FONTE” ispirati ad alcune sculture del Giambologna, sottratte nei secoli all’edificio; e, in anteprima mondiale, la Vasca Holiday di Devon&Devon.

A sostegno della campagna fondi, in Mostra sarà, inoltre, in vendita il bracciale realizzato del maestro orafo Paolo Penko con i figli Alessandro e Riccardo, copia della fascia che il Giambologna scolpì sul braccio della Fata Morgana. Madrina dell’operazione la “morgana contemporanea” Angela Rafanelli.

Sotto la Loggia, invece, saranno esposte le Carte da parati realizzate a mano dai laboratori artigianali della Comunità di San Patrignano e la mostra "CITYNG” del giovane artigiano-designer Cosimo De Vita con le 16 sedute artistiche ispirate ai monumenti simbolo del mondo, realizzate in collaborazione con l’azienda Savio Firmino.

Tra le altre iniziative di ARTIGIANATO E PALAZZO 2020, gli incontri pomeridiani (ore 18) di “Ricette di Famiglia” a cura della giornalista Annamaria Tossani, in collaborazione con Riccardo Barthel, dedicati alla cultura gastronomica e alle tradizioni familiari del nostro Paese.

Il Premio Perseo all’espositore più apprezzato dal pubblico e - dal Comitato Promotore - e il Premio “Giorgiana Corsini” per lo stand più bello che offre al vincitore uno stand omaggio per la Mostra del 2021.

Nicoletta Curradi

domenica 13 settembre 2020

Alla Festa di Rifondazione Comunista presentato il libro "Il falso mito degli Italiani brava gente"

 


Nell'ambito di Imagine. Festa di Rifondazione Comunista al TuscanyHall di Firenze, in programma dal 10 al 15 settembre, si è svolta la presentazione del libro  "Il falso mito degli Italiani brava gente" di Giuseppe Scuto, edito da Left.

Sessanta anni fa, nel 1960, 17 Paesi africani, in gran parte colonie francesi, alcuni ancora in mano al Belgio e al Regno Unito raggiunsero, almeno formalmente l’indipendenza. Si era nella fase di transizione che attraversò gran parte del mondo ancora dominato dalle potenze europee, laddove in ogni singolo Paese si affermavano diversi approcci che portavano alla decolonizzazione – si era in un pianeta diviso in due blocchi e da numerose parti giungevano i riflessi di istanze socialiste – ma si trattò di un percorso lungo e formidabile i cui riflessi giunsero presto anche in Europa. Fu una fase importante per l’intero continente, i popoli e le forze intellettuali, più che i governi, in Francia, Gran Bretagna e Belgio, si ritrovarono a mettere in discussione, a volte in maniera profonda, l’ordine precostituito.

Le successive vicende che portarono anche ai grandi movimenti sociali risentirono in maniera più o meno consapevole di questi eventi, era mutata la composizione del mondo anche se, dal punto di vista prettamente economico, i rapporti non ne uscivano ancora realmente modificati. Nulla o quasi di tutto questo accadde in Italia. Le avventure coloniali italiane, terminate con la sconfitta del nazifascismo dal punto di vista politico, per decenni non intaccarono una costruzione del ruolo italiano palesemente falsa e artefatta. La Libia, la cosiddetta “quarta sponda” prima del periodo liberale e poi del Ventennio, nel 1969 si scrollò di dosso ogni forma di dominio con la rivoluzione del giovane militare Mu’ammar Gheddafi, rimasto poi al potere fino al 2011 e uno dei primi atti compiuti dopo la presa del potere fu la cacciata degli italiani rimasti. Senza provare alcuna nostalgia per il dittatore libico – personaggio controverso e resosi responsabile non solo di crimini ma anche dei primi accordi con i governi italiani per fermare in campi di concentramento chi fuggiva dall’Africa Sub Sahariana – c’è da dire che una parte del consenso di cui ha goduto per tanti anni è dipeso dalle malefatte impunite perpetrate durante la dominazione italiana.

L' interessante libro, , pubblicato da Left, è un prezioso testo per tornare alla radice dei crimini compiuti soprattutto ma non solo dal regime fascista in particolare in Cirenaica, ma anche nelle altre colonie.

Ancora negli anni Cinquanta e Sessanta si affermava, non solo nella destra estrema fascista e post fascista, il diritto ad avere le colonie, ancora prevaleva una visione profondamente razzista della storia secondo cui il dominio italiano fu realizzato appunto da “brava gente” che andava a compiere una missione civilizzatrice, a costruire strade e infrastrutture per persone altrimenti non in grado di provvedere a se stesse. Scuto analizza le fasi principali del conflitto in Cirenaica che assunse le caratteristiche del genocidio verso le popolazioni civili, ricostruisce passaggi poco noti, culminati con l’uccisione del leader della resistenza Omar Al Mouktar. Ci sono voluti decenni per far ammettere la primazia italiana nell’uso dei gas come arma di guerra, la realizzazione di regimi di apartheid, in Libia come nei domini della cosiddetta Africa Orientale Italiana fino al delirio dell’impero. Del resto chi doveva pronunciarsi rispetto alle prime denunce in merito erano gli stessi funzionari di regime che, cambiata casacca, hanno ricoperto a lungo cariche importanti nelle istituzioni repubblicane. Nella seconda parte il libro, passando per la mancata decolonizzazione della storia, nelle omissioni dei libri di testo scolastici, nel tentativo di preservare, in nome del pericolo dell’egemonia culturale della sinistra, la sacralità delle istituzioni che sostennero il regime fascista anche nelle colonie, dalla magistratura, all’esercito, all’onnipresente chiesa, si giunge all’attualità.

Scuto utilizza come fonti i più importanti storici, libici e italiani che hanno portato avanti questa ricerca.

Nicoletta Curradi

Foto di Fabrizio Del Bimbo

lunedì 7 settembre 2020

Un tesoro ritrovato a Palazzo Niccolini a Firenze


La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato è lieta di annunciare il ritrovamento dell’importante ciclo di affreschi eseguito nella seconda metà del XVII secolo dal noto pittore Angelo Michele Colonna per Palazzo Niccolini in via dei
Servi a Firenze, attuale sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche.



Si tratta di quadrature, ovvero architetture dipinte che ricoprivano pareti e soffitti degli ambienti della Galleria realizzata all'interno di Palazzo Niccolini
nell'ambito dei lavori di ammodernamento commissionati da Filippo, primo marchese di Ponsacco e Camugliano, allora proprietario del palazzo. Il Colonna, pittore celebrato
dalle corti italiane e straniere, aveva qualche anno prima affrescato per i Medici alcune
sale dell’appartamento estivo del Granduca a Palazzo Pitti (ora Museo del Tesoro dei Granduchi). 
Nel 1956, allorquando fu intrapreso il restauro del Palazzo per destinarlo a sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche, poiché la Galleria si presentava già allora ridotta
a circa un terzo della sua estensione originale, a seguito della decisione di modificare gli ambienti per ricreare una loggia aperta, gli affreschi furono strappati e
trasportati su tela. Purtroppo essi non furono mai riposizionati e ad oltre sessant’anni dalla loro rimozione non risultavano più noti agli studi.  Le recenti ricerche effettuate dall'architetto Clausi, funzionario della Soprintendenza,
all'interno dell'archivio Niccolini hanno riportato alla luce i pagamenti ad Angiolo Michele Colonna confermando l’importanza e la magnificenza del ciclo, stimolandone
la ricerca all'interno dei depositi della Soprintendenza, tra i materiali di provenienza ignota. 
È stata quindi avviata una ricognizione all’interno dei depositi, a cura dell’architetto Clausi in collaborazione con la dottoressa Vanessa Gavioli, responsabile dei depositi, e
con l'architetto Hosea Scelza, funzionario competente per territorio, conclusasi con il ritrovamento del suddetto ciclo decorativo così come si presentava al momento
della rimozione. 
Gli affreschi, ad oggi, presentano diverse alterazioni della cromia originale, alcune parti sono meglio leggibili di altre, secondo una ovvia discontinuità conservativa
causata dal trauma dello strappo e dell’arrotolamento, nonché dalla giacenza nei depositi per oltre sessant’anni. Nonostante l’apparente opacizzazione dei colori e lo
strato di sedimentazioni diffuse sulle superfici, il potenziale di recupero dell’originario splendore è piuttosto elevato, pertanto la Soprintendenza del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MiBACT) ne ha caldeggiato il restauro presso il Provveditorato alle Opere Pubbliche che in questi giorni ha emanato la determina per l’affidamento dell'incarico.
Considerata la natura degli affreschi in questione, progettati e realizzati in stretta correlazione con l'involucro architettonico, sono state svolte indagini preventive al fine
di verificare la possibilità di ricollocazione nella sede originaria. L'operazione, seppur complessa, è risultata possibile e sarà oggetto di un apposito progetto da attuarsi in
collaborazione tra Soprintendenza e Provveditorato, al fine di restituire alla città di Firenze un brano fondamentale per la storia dell’arte e dell’architettura. 

Nicoletta Curradi


Novità importanti per gli Ambulatori della Misericordia di Firenze

 

La Misericordia di Firenze ha presentato alla stampa  i  nuovi  servizi al cittadino, pensati anche in chiave Covid: nuovi ambulatori, nuovi centri dedicati alla prevenzione e pacchetti accessibili per check up nei principali ambiti, per venire incontro alle nuove esigenze.

Innovazione, specializzazione e accessibilità sono i punti di forza dei nuovi spazi e dei nuovi servizi forniti nei nuovi ambulatori. 
Apparecchi di ultima generazione, reparti specializzati e pacchetti studiati per check-up completi
accessibili a tutti, nell’ottica di una sempre maggiore qualità e accoglienza per la cittadinanza

Oltre 300 mq completamente ristrutturati in viale dei Mille 90 che saranno inaugurati l'8 settembre alle 16, per esami afferenti a 20 discipline. 
In via del Sansovino nasce un centro di riferimento per la senologia e si ampliano i servizi per i pazienti post Covid perché un approccio alla prevenzione e alla salute ancora più inclusivo. 
I check up disponibili fino al 31 dicembre 2020 in viale dei Mille o in via del Sansovino sono: cardiologico, senologico e urologico con tariffa scontata al 50 %.



Il Provveditore Giovangualberto Basetti Sani ha affermato che l'inaugurazione dei nuovi ambulatori avviene in un anno particolare, pieno di dolore e di incertezze per tutti e quindi si vuole dare un segnale di sensibilità e di attenzione verso i cittadini.
Il Direttore degli Ambulatori Ilaria Cerrini si è detta molto contenta di questi risultati, sottolineando che ogni anno la Misericordia eroga nei suoi ambulatori oltre 120. 000 prestazioni

Info: www.misericordia.firenze.it

Nicoletta Curradi 

venerdì 4 settembre 2020

Il progetto di Giorgio Fiorenza per lo stadio




Olimpiadi, ma non solo: la nuova Cittadella dello Sport di Campo di Marte comprenderà anche alberghi, spazi per le famiglie, musei, aree congressi, parcheggi interrati destinati anche ai residenti, servizi sanitari e di utilità sociale dedicati ai fiorentini e alle categorie deboli.

È stato presentato oggi in conferenza stampa il progetto, ideato e promosso da Giorgio Fiorenza, capolista su Firenze di Toscana Civica, per la realizzazione di una Cittadella dello Sport che comprenderà, tra le altre cose, un importante intervento di riqualifica e valorizzazione dello stadio Artemio Franchi: non solo la creazione di una nuova, preziosa veste, ma anche e soprattutto azioni volte alla messa in sicurezza della struttura e al potenziamento della sua funzionalità. Il tutto per permettere alla “casa” della Fiorentina di rimanere nel suo luogo storico ed evitare trasferimenti fuori città che finirebbero per rappresentare soluzioni quasi “di ripiego”.

Un progetto tanto ambizioso quanto facilmente e immediatamente realizzabile quello proposto dal candidato Giorgio Fiorenza: “incastonare” lo Stadio nella sua inalterata bellezza, in una sorta di scrigno che lascerà in evidenza le parti strutturali che ne hanno determinato il vincolo da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, con l’installazione di ampie lastre di cristallo antisfondamento e di un impianto di illuminazione scenografica e funzionale che evidenzi la bellezza architettonica della struttura originaria anche di notte. Proprio come avviene per le opere d’arte.

Le curve verranno riadattate alle esigenze del tifo moderno e verranno avvicinate il più possibile al campo di gioco, considerando i parametri di sicurezza attiva e passiva. Le aree tra la struttura originaria e lo “scrigno” verranno integrate di volumi funzionali con spazi per il potenziamento dei servizi igienici e zone dedicate alle famiglie e ai gruppi; verranno attivati altri servizi essenziali e verranno approntati angoli per la pubblicità di musei, aziende, percorsi artistici, musicali, coreutici, culinari, botanici e artigianali, con la presentazione in occasione degli  eventi sportivi, di prodotti tipici toscani organizzati dai vari Comuni. 

“Mentre le ipotesi sulla realizzazione dello stadio rimbalzavano da aree a vocazione industriale, a comuni il cui territorio confina con il Comune di Firenze, - spiega Fiorenza - mi chiedevo se un nuovo stadio per l’ACF Fiorentina, stante l’estrazione professionale ed imprenditoriale dell’attuale Presidente della Società dovesse limitarsi al campo di gioco ed al suo “contenitore” oppure se, alla stregua di altre Squadre di calcio con la vocazione alla partecipazione a competizioni continentali ed internazionali, la Società ha bisogno di realizzare strutture capaci di produrre reddito non solo da affitti e locazioni ma anche da gestione”.

Ecco quindi che nasce il progetto per la realizzazione di una vasta area che ospiterà nel cuore di Campo di Marte una vera e propria Cittadella dello Sport, innovativa, multifuzionale, realizzabile in breve tempo e soprattutto integrata nel tessuto urbanistico e sociale della zona. Una Cittadella dello Sport sempre attiva, e non solamente in occasione di competizioni sportive o eventi musicali.

Ma quali sono gli aspetti positivi per la città? In prima istanza, la Cittadella, nuovo fiore all’occhiello di una Firenze che sa rinnovarsi, sarà realizzabile in tempi record e rappresenterà il fulcro della candidatura della città come sede ospitante le Olimpiadi del 2032 insieme a Bologna: non la classica “cattedrale nel deserto” realizzata con enorme dispendio economico in occasione di grandi eventi e poi “abbandonata”, quindi, ma un complesso di strutture autonome e sempre attive, che insieme costituiscono una realtà dinamica e di pubblica e continua utilità.

Quali sono i risvolti per la cittadinanza e, soprattutto per i residenti di Campo di Marte? All’interno della Cittadella è prevista la creazione, tra le altre cose, di un centro di ascolto regionale con collegamenti provinciali a favore di anziani, giovani coppie, soggetti diversamente abili, donne e uomini separati con figli ed altre categorie assimilate, finanziato dalla Regione che h24 possa dare risposte immediate, acquisire dati, registrare denunce, effettuare attività di pronto intervento non solo sanitario.
Inoltre, la progettazione dell’area prevede la realizzazione di un parcheggio interrato con migliaia di posti auto, 2600 dei quali andranno in uso gratuito a favore di residenti e negozianti della zona.

“Se lo stadio si trasferisse in un’altra zona della città, o addirittura fuori Firenze, l’Artemio Franchi sarebbe di fatto abbandonato a se stesso, con le conseguenze che tutti possiamo facilmente immaginare – aggiunge Giorgio Fiorenza – Rimanendo in carico al Comune di Firenze e di fatto senza un vero scopo e identità, tutta l’area rischia di andare incontro ad un inesorabile processo di degrado di tutta l’area e abbandono, con conseguenze in termini di sicurezza pubblica, valore degli immobili, qualità di vita”. 

Giorgio Fiorenza è candidato alle elezioni regionali della Toscana, che si terranno il 20 e 21 settembre, come capolista al collegio Firenze 1 per la lista Toscana Civica per il Cambiamento.
“Sono nato fisicamente in un appartamento di viale Malta e la mia abitazione è in via Lungo l’Affrico - conclude - Conosco bene le problematiche dei residenti in occasione di eventi sportivi o di concerti al Pala Mandela e la soluzione proposta renderebbe l’intera zona più vivibile e soprattutto più sicura,


Nicoletta Curradi 

Il festival delle narrazioni presentato a Firenze

 


È stata presentata questa mattina in conferenza stampa, presso la sede della Fondazione CR Firenze (via Bufalini 6, Firenze), la seconda edizione di "Ci sono sempre parole. [non]Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)", che si terrà, a partire dal 5 settembre 2020, a Certaldo, Gambassi Terme e nei musei dei MuDEV, il Sistema museale "Museo diffuso Empolese Valdelsa".

Dopo il benvenuto di Gabriele Gori (Direttore generale della Fondazione CR Firenze) e i saluti istituzionali di Giacomo Cucini (Sindaco del Comune di Certaldo e delegato alla cultura per l'Unione dei Comuni del Circondario dell'Empolese Valdelsa) e Sara Rigacci (Assessore alla Cultura del Comune di Gambassi Terme), il Festival è stato presentato da Andrea Zanetti (Direttore artistico) e Cinzia Compalati (Direttrice scientifica del MuDEV).

"Ci sono sempre parole" è un piccolo festival con un grande obiettivo: rimettere al centro le persone e i loro racconti di vita quotidiana, per ricostruire le connessioni tra le comunità, rigenerare la capacità di ascolto e cementare l'empatia.

Promossa dall'Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdesa e prodotta dal Sistema museale "Museo diffuso Empolese Valdelsa" (MuDEV) e da YAB Young Artists Bay, la manifestaizone si articolerà in tre azioni: l'esposizione d'arte contemporanea "Stoner. Landing pages", visitabile dal 5 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 nella storica sede del Palazzo Pretorio di Certaldo; i racconti dei cittadini, l'11, il 12 e il 13 settembre 2020 nei musei del MuDEV; parole e musica del cantautore Bobo Rondelli, che sarà presente il 13 settembre 2020 alle ore 19.00 presso il Giardino comunale (la pista) di Gambassi Terme.

"Ci sono sempre parole" è realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze (main sponsor) e D.Marble Design; media partner Radio Nostalgia e Segnonline. Partner tecnici: Albergo Il Castello, Azienda agricola Tamburini, Azienda vinicola Collina dei Venti, B&B Antica Torre del Borgo, Bar Boccaccio Caffetteria, Casa al Cantone, Casa Il Fileno, Casa Primavera, Crocerossa Certaldo, Cucina Giuseppina Italian Cooking School, Greenbassi, Hotel Certaldo, Locanda Linando II, Osteria Pinchiorba, Proloco Certaldo, Studio d'arte Sabrina Taddei, The Gambassi Experience.

Il programma della manifestazione è disponibile sul sito www.museiempolesevaldelsa.it.

Ingresso gratuito a tutti gli eventi con prenotazione obbligatoria, sino ad esaurimento dei posti disponibili, al seguente indirizzo: http://bit.ly/prenotazionifestivalMuDE


Nicoletta Curradi 

giovedì 3 settembre 2020

Anteprima di Un futuro diverso di Matteo Piccinini

 


A La Loggia di Piazzale Michelangelo, , venerdì 4 settembre tiene la proiezione del cortometraggio Un Futuro Diverso, per la regia di Matteo Piccinini, liberamente ispirato a La Casa Di Carta e al doppiatore di uno dei suoi personaggi, Luca Graziani, presente alla serata. Parteciperanno alla premiere cinematografica anche il protagonista e produttore Renato Di Marcantonio e Stefano Baragli, presentatore della serata.

Per info e prenotazioni: booking@ristorantelaloggia.it

“Un Futuro Diverso”
Formato: Cortometraggio, durata 6 minuti.
Genere: Azione
Produttore, sceneggiatore e protagonista: Renato Di Marcantonio
Regista: Matteo Piccinini
Direttore della Fotografia: Matteo Castelli
Sinossi
Un padre rivede la propria figlia dopo averla lasciata appena nata. Sono passati 16 anni. Il
padre, recluso in una struttura dei servizi segreti, percorre il lungo corridoio che porta alla
stanza del colloquio con un misto di desiderio, ansia e senso di colpa. La ragazza
dimostrerà di essere fatta della stessa pasta del padre…
Note dell’autore Renato Di Marcantonio
Quando ho conosciuto Luca Graziani gli ho chiesto se poteva dedicare a mia figlia
nascente Sofia un audio con la voce di Helsinki (personaggio de La Casa di Carta
doppiato da Luca), una volta ricevuto l’audio, sono rimasto folgorato e ho subito
percepito che c’erano delle potenzialità narrative. Mi sono messo a scrivere e ho
sottoposto il testo al mio amico regista Matteo Piccinini. Questo è stato l’inizio di un
sodalizio con Matteo che mi ha portato a lavorare su nuovi progetti legati alla città di
Firenze.
Note del regista Matteo Piccinini
Quando Renato mi ha parlato del progetto ho subito abbracciato l’idea del corto e ho
cercato di dare un respiro universale alla storia. Ho lavorato sullo stile della serie, ma
senza copiarlo, dando una mia interpretazione a quell’universo. Questo corto può essere
un test per uno spin off legato alla serie Netflix, è molto bello che la premiere sia proprio a
Piazzale Michelangelo dove hanno girato parti della terza serie.
Progetti futuri
Assieme a Luciano Artusi, Renato Di Marcantonio e Matteo Piccinini sono impegnati nella
creazione di una realtà cinematografica per la promozione di Firenze a livello
internazionale.


Nicoletta Curradi