martedì 1 agosto 2023

Camerata de' Bardi e Berkshire Choral International insieme per il Requiem di Verdi

 


Sabato 5 agosto 2023, alle ore 20.30, la borghigiana associazione culturale Camerata de' Bardi sarà impegnata al Teatro Verdi di Firenze per l'esecuzione della Messa da Requiem per soli, coro e orchestra di Giuseppe Verdi, nel 150esimo anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni.


L'Orchestra Camerata de' Bardi si unirà alla Berkshire Choral International e ai solisti Astrid Kessler - soprano -, Michael Selinger - mezzosoprano -, Robert Bartneck - tenore -, Felix Speer - basso -, per l'esecuzione del capolavoro sacro del Cigno di Busseto eseguito, in prima assoluta, a Milano nella Chiesa di san Marco, il 22 maggio 1874, in memoria di Alessandro Manzoni e a lui dedicato dal suo compatriota, un anno dopo la sua dipartita del 22 maggio 1873.


Si tratta di una grandiosa pagina sinfonico-corale che va ad indagare la spiritualità, la ricerca della fede, la paura della morte, quel terrore per il “dopo”, per il trascendentale.


La Messa da Requiem è considerato il testamento laico verdiano, di quell'uomo, voce dell'umanità, che percepisce la sua debolezza davanti al mistero della morte e ce lo comunica in musica, con la potenza espressiva delle masse vocali e strumentali, così come dei solisti, tutti uniti sonoramente da quel terrore dell'individuo davanti all'eterno e all'infinito cosmico, siglati con un brivido da quei pianissimi e da quei fortissimi che lasciano senza respiro l'ascoltatore e l'esecutore.


Terrore e dubbio sono i pilastri del Requiem. Verdi si unisce a Manzoni, entrambi rappresentanti di quell'impegno morale per l'Italia unita. Manzoni, come Verdi, riteneva che le azioni del singolo fossero indirizzate al bene comune, al mondo, agli altri.


Verdi scrive il Requiem pensandolo come il Cerchio della Vita; il materiale musicale che si ascolta all'inizio torna alla fine, ma trasfigurato da tutta l'esperienza esistenziale umana.


L'Introitus (Requiem aeternam) ne apre l'invocazione, poi la grande sequenza del Dies Irae, con quel celeberrimo incipit portavoce del terrore umano, ci pone davanti alla morte e al giorno del giudizio. Dal terrore al dubbio del Lacrymosa di grande impatto espressivo, seguito dall'Offertorio simbolo della necessità dell'uomo terreno di elevarsi nei sacramenti e nelle preghiere della sezione centrale Hostias et preces, una conclusione provvisoriamente serena.


Con il Sanctus si apre la preghiera, quel percorso dell'anima verso la speranza; verso quella luce. Ma il pianissimo finale con l'assolo del Clarinetto in morendo ne mette in evidenza, ancora una volta, la vita e la voce di quell'uomo isolato davanti al mistero eterno.


Debolezza ripresa nell'Agnus Dei, testimone di quell'impotenza umana nel sostenere l'invocazione che rimane ancora senza risposta.


Tutto è confermato nel potente Libera me finale, composto nel 1869 e pensato per la Messa da Requiem dedicata a Gioachino Rossini. Si tratta di una grande fuga drammatica con la più potente eruzione sonora dell'intera Messa, con una ciclicità a ritroso verso l'inizio dell'Introitus, con quell'arpeggio del Violoncello in pianissimo che aveva aperto la partitura.


L'Orchestra Camerata de' Bardi con la Berkshire Choral International, sotto la direzione del Meastro Heinz Ferlesch, porta sul palcoscenico fiorentino del Teatro Verdi, per la sua 11ª Stagione Lirico-Sinfonica, la più suprema creazione sacra dell'Ottocento italiano dedicata ad Alessandro Manzoni, personalità risorgimentale romantica, tanto legata alla città di Firenze e alla sua lingua italiana, pilastro della revisione del romanzo storico de I promessi sposi, a partire da quell'edizione Ventisettana 'risciacquata in Arno'.


La serata è organizzata in collaborazione con la Berkshire Choral International, il Florence Choral International Festival, l'Agenzia Concerts Austria, il Teatro Verdi di Firenze.


Costo dei biglietti per posto unico 20,00 euro; ingresso gratuito per gli under 18 e per gli over 65.

Per maggiori informazioni: www.florencechoral.com

Nicoletta Curradi