mercoledì 27 settembre 2023

Zoè Gruni espone alla Galleria Il Ponte

 



La Galleria Il Ponte riparte con 


ZOÈ GRUNI


Motherboard



28 settembre - 17 novembre

2023


inaugurazione

giovedì 28 settembre h 18.30

in occasione di:



Presentazione del libro 


Zoè Gruni. Segunda pele, Ed. Metilene, Pistoia 2023





Il Ponte riapre la stagione espositiva - dopo la pausa estiva - con la personale dedicata a Zoè Gruni in

occasione della seconda edizione della “Florence Art Week” (settimana dell’arte che si svolge a Firenze

dal 28 settembre all’8 ottobre), che pone la città al centro della produzione artistica contemporanea.


La mostra si articola attraverso tre diversi progetti presentati mediante video-installazioni, video-performance, stampe lambda su alluminio e tecniche miste su stampa fotografica: Segunda pele, Fromoso, Motherboard.


“La mia ricerca artistica nasce dal bisogno di esorcizzare la paura del diverso. A partire da una riflessione intima che tende a una dimensione collettiva, il mio corpo è l’elemento catalizzatore che si

estende verso gli altri attraverso interazioni di vario genere. Il filo conduttore dei miei progetti è la

performance ma le azioni non sono pensate in forma di spettacolo bensì come un processo in costante

evoluzione…


L

La multimedialità delle performance, la fotografia, il disegno, la scultura, il video e le installazioni mia

permettono di spaziare fra i vari mezzi espressivi lasciando che questi si sovrappongano. Prediligo ia

lavori manuali e artigianali che mi connettono a una dimensione popolare. La ricerca antropologica ea

socio-culturale è diventata per me un elemento sempre più importante. Anche la partecipazione deglia

altri nel mio lavoro è fondamentale. Accolgo l’altro nel progetto e lo invito a interagire, talvolta come

protagonista, altre volte come partner con cui creare una temporanea collettività. È molto complesso

lavorare con il proprio ego ma nonostante le difficoltà è esattamente quello che voglio: sperimentare la

vita attraverso l’arte” (Zoè Gruni).


SEGUNDA PELE


Segunda pele; 2017/2019, video-installazione a due canali, 8'42''. Zoè Gruni e Alexis Zelensky. Performance: Anis

Yaguar, Iah Bahia, Kaete Terra, Lucas Roberto, Felipe Vasconcellos, Isabella Duvivier Souza, Lucas Wollker,

Junior Ferreira, Tati Villela.


Il progetto “Segunda pele” sorge dalla necessità di ampliare il mio universo di ricerca artistica individuale verso una

dimensione collettiva. Ormai da diversi anni progetto e produco lavori basati sull’interazione fra corpo e oggetto,

performance e scultura. Oggetti performativi pensati come protesi del corpo, sculture che possono essere vestite o

abitate, usando materiali di riciclaggio. Queste “seconde pelli” diventano una sorta di filtro fra il mio proprio corpo e

il mondo aiutandomi ad affrontare territori sconosciuti e ad esorcizzare le difficoltà. La necessità di riflettere sulla

società contemporanea solleva inevitabilmente temi quali: memoria, identità, paura…e l’obiettivo è diventato

trasformare questo dialogo in azione performativa e politica. Ho deciso allora di lanciare questa stessa proposta ad

altri artisti, attraverso un corso chiamato “Seconda pelle: ibrido, memoria, riciclaggio” che ho amministrato presso la


EAV (Escola Artes Visuais) del Parque Lage, a Rio de Janeiro, durante due anni fra il 2017 e il 2019. Gli incontri sono avvenuti in un ambiente di scambio e convivenza ed il progetto ha aggregato spontaneamente giovani artisti e attivisti che usano il corpo come linguaggio. Trattasi di esperienze contemporanee nell’era della comunicazione.


Identità mutanti che hanno bisogno di urlare contro l’oppressione e imporsi in una città estremamente violenta e

transfobica, in un paese colonizzato che continua razzista, in una società globalizzata ogni giorno più malata.

Trattandosi di immagini in movimento è stato necessario ricorrere al mezzo audio-visuale, così è nato il desiderio di

una collaborazione con il cineasta Alexis Zelensky per produrre video tratti da questo lavoro. Il set delle azioni dei

performers è la foresta del Parque Lage (foresta urbana di Rio de Janeiro), anch’esso un elemento pulsante e vivo

che lotta per sopravvivere nel contesto urbano della città. Ogni performance è un lavoro autoriale sviluppato a

partire dalle pulsioni del proprio individuo ma il mosaico di tutte queste azioni diventa un lavoro collettivo. Le differenze soggettive si incontrano, si rafforzano e si uniscono nella lotta contro questa “paura liquida” che permea la società contemporanea e che ci vuole divisi per controllarci. Nonostante le difficoltà esiste ancora speranza per

chi crede nell’arte, e nella cultura in generale, come veicolo di resistenza. 



FROMOSO


Fromoso; 2019/2020, video-performance, 2'33''. Riprese e montaggio: Lyana Peck, Naiara Azevedo; performance:

Ana Kavalis; musica: Jeff Gburek. 


“Fromoso” è una video-performance ispirata al concetto di antropofagia. L’azione è stata realizzata in una discarica

di carri del carnevale nell’area portuaria di Rio de Janeiro. Il corpo della ballerina cubana Ana Kavalis si abbandona

ad un rituale esoterico nel quale viene assorbita fino a scomparire. La colonna sonora, realizzata appositamente

per il progetto, è del musicista polacco Jeff Gburek.



MOTHERBOARD


La “scheda madre” è responsabile della trasmissione e temporizzazione corretta di centinaia di segnali diversi, tutti

ad alta frequenza e sensibile ai disturbi tra processori, schede di espansione e periferiche esterne. La sua buona

realizzazione è quindi un fattore chiave per le prestazioni e l'affidabilità dell'intero circuito. “Motherboard” è un

progetto sulla maternità. Si tratta di una una serie di immagini fotografiche realizzate con l'autoscatto durante

momenti di gioco con mio figlio. La “maschera pittorica” attuata su di esse porta alla continua trasformazione dei

personaggi e talvolta all'inversione del ruolo madre-figlio. Ironia e drammaticità si confondono come anche gli

elementi simbolici presi in prestito dalla memoria collettiva: antichità, mitologia, cultura pop, tecnologia digitale e temi sociali. 



Zoè Gruni (Pistoia, 1982) attualmente vive e lavora a Pistoia dopo aver trascorso un lungo periodo fra la California e il Brasile.


Diplomata presso l’Istituto d’arte di Pistoia e laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, si dedica alla pratica


artistica dal 2001. Ha esposto in numerose esposizioni individuali e collettive in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Inghilterra,Bulgaria, Belgio, Germania, Brasile e Stati Uniti. Fra le altre: Biennale Giovani Monza (IT); 54° Esposizione d’arte Internazionale


la Biennale di Venezia - Lo stato dell’arte (IT); Yourope In Progress - Durante la Biennale, Officina delle Zattere, Venezia (IT);


MexiCali Biennial, Vincent Price Museum, Los Angeles (US-CA); Sur Biennial, Torrance Art Museum, CA (US-CA); Metropolitan


Legend, Raid Projects, Los Angeles (US-CA), LA ArtCore, Los Angeles (US-CA), O.C.C.C.A., Santa Ana (US-CA); Boitatà,


FAAP, São Paulo (BR), Kunsthalle, São Paulo (BR), Progetti, Rio de Janeiro (BR); Premio Fondazione VAF - Posizioni attuali


dell’arte italiana, Palazzo della Penna, Perugia (IT), Schauwerk, Sindelfingen (DE), Stadtgalerie, Kiel (DE); Follow me, IIC, San Francisco (US-CA); La torre di Babele, Centro Pecci, Prato (IT); Intervencoes Bradesco ArtRio, Museu da Republica, Rio deJaneiro (BR); Percorsi migranti, Fabbrica del vapore, Milano (IT); Sustainable Views, Espronceda Institute of Art and culture,


Barcelona (ES), Sonic Matter, Zurigo (CH). Ha collaborato con vari enti di ricerca come l'Università FAAP (Fudaçao ArmandoAlvares Penteado) di San Paolo in Brasile e la San Francisco Art Institute in California. Il suo lavoro è rappresentato in Italia


dalla Galleria Il Ponte di Firenze e alcune opere fanno parte di collezioni private e museali fra cui la Fondazione VAF in Germania e la EAV Parque Lage di Rio de Janeiro in Brasile. In Italia le sue opere fanno parte della collezione del Novecento di Pistoia Musei. 


Nicoletta Curradi


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