venerdì 29 marzo 2019

Lettere senza confini. Le lettere di mamme ai figli che hanno perso arrivano nelle scuole.



Una lettura emozionante e coinvolgente. Il nuovo libro delle Edizioni Adv, a cura della giornalista fiorentina Gaia Simonetti, raccoglie gli scritti di sei mamme coraggio che hanno perso i loro figli  prematuramente e in circostanze diverse. L’incontro, la condivisione del dolore e della forza che chiama alla vita costringono ad andare avanti con speranza. Da ognuna di queste tragedie sono nate iniziative sociali di cura e promozione della vita. Un progetto editoriale e di sostegno a chi resta, qualcosa di più di un semplice volume.
Il ruolo di genitore non si esaurisce mai. Anche quando la tragedia piomba nella tua quotidianità, spazza sorrisi e prospettive strappando via un figlio. Il dolore più immane che una persona sia capace di sopportare spegne l’esistenza e il suo senso, tingendo tutto di nero. Incredibile intravedere uno spiraglio luminoso, quello della speranza. Sembrerebbe assurdo eppure è accaduto a sei donne, sei mamme che arrivano da tutta Italia e non si erano mai viste prima di quell’atroce giorno. Barbara, Giovanna, Laura, Paola, Stefania e ancora Stefania. Hanno nel cuore un dramma indelebile, la morte della loro creatura. Mauro, Ela, Michela, Lore, Filippo e un bimbo che non è venuto alla luce. Ragazzi e ragazze strappati alla vita da un terremoto, da un omicidio stradale, da un femminicidio. Il miracolo viene dopo, nell’incontro, nella condivisione del dolore e della forza che ti chiama alla vita costringendoti ad andare avanti.

L’assenza non fa morire l’amore. Insieme si è più forti e il frutto è di carta ma non solo, un progetto editoriale e di sostegno alla vita di chi resta, qualcosa di più di un semplice volume. “Lettere senza confini” è il nuovo libro edito da Edizioni Adv, a cura di Gaia Simonetti, l’anima di questa comunità di donne che guardano avanti, senza voltarsi troppo indietro. Le pagine diventano lettere colorate di Amore, indirizzate ai figli perduti che sono vivi nel cuore e nei progetti che le loro mamme hanno avuto creato con il coraggio della speranza fondando associazioni e gruppi che sono di aiuto ad altre persone, dalla prevenzione stradale a iniziative per sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne. I confini delle sei lettere si sfumano, superano il tempo e lo spazio geografico, per aiutare tutti noi e cambiarci in meglio; chi le leggerà acquistando il libro potrà fare la propria parte sostenendo un progetto benefico: offrire una borsa di studio ai giovani di Amatrice che con il terremoto ha visto crollare i sogni per il domani.
Le lettere di mamme che scrivono ai figli che hanno perso sono arrivate nelle scuole e hanno raggiunto gli studenti.

Il 29 marzo si è tenuto un incontro con alcune classi dell’ISS Leonardo Da Vinci di Firenze per parlare del libro che contiene gli scritti delle 6 mamme.
Sono stati illustrati anche i progetti che si stanno portando avanti sui temi della lotta alla violenza sulle donne, della sensibilizzazione al tema della sicurezza stradale e della donazione degli organi.
Hanno portato la loro testimonianza: le mamme Barbara, Giovanna, Paola e Stefania. Gli interventi introduttivi sono stati curati da Alessandro Martini, professore del "Da Vinci", Maurizio Caracciolo, direttore della Casa Editrice Edizioni Adv e Saverio Scuccimarri, caporedattore Edizioni Adv.
La chiusura dell’incontro con la testimonianza delle mamme è stato un abbraccio lungo e commosso.
“Un bel grazie per la lezione di vita che ci avete regalato scavando dentro di voi” è la frase che hanno rivolto gli studenti alle donne che hanno raccontato con coraggio la loro storia.
Il libro ha, intanto, raggiunto il traguardo che si era prefissato. E’ stata, infatti, raccolta la somma per la consegna di due borse di studio per studenti di Amatrice, in programma il 1° giugno nel corso della cerimonia di premiazione del concorso letterario “Il Sorriso di Filippo”, dedicato al giovane Filippo, che ha perso la vita nel terremoto di Amatrice e a cui mamma Stefania indirizza la sua lettera nel volume.





Nicoletta Curradi

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